Svolta fredda sempre più concreta. Le ultimissime dagli indici
Vagliando i modelli deterministici rimane un rebus la possibile svolta del temop da metà mese per la terza decade. I loro calcoli, a tutt’oggi, non riescono a decifrare il possibile orientamento di massima della circolazione a scala euro mediterranea per la seconda parte di febbraio. La motivazione di una sorta di stallo del calcolo […] Svolta fredda sempre più concreta. Le ultimissime dagli indici

Vagliando i modelli deterministici rimane un rebus la possibile svolta del temop da metà mese per la terza decade.
I loro calcoli, a tutt’oggi, non riescono a decifrare il possibile orientamento di massima della circolazione a scala euro mediterranea per la seconda parte di febbraio.
La motivazione di una sorta di stallo del calcolo deterministico è una sola, e lo abbiamo già rilevato in altre sedi: l’azione in campo due protagonisti, entrambi piuttosto forti, ossia il flusso umido e mite atlantico, da una parte, un fiume di aria gelida artica dall’altra.
All’origine di questi due fiumi d’aria impetuosi alle medie latitudini, c’è un evento importante che sta accadendo e che accadrà, questo piuttosto certamente, sul circolo polare:
immagine 1
una intromissione in sede artica di una vasta alta pressione che andrà ad occupare, intorno a metà mese, giusto l’area centrale del Circolo Polare Artico, praticamente riducendo a brandelli il Vortice Polare e disseminando nuclei freddi in molte aree emisferiche centro settentrionali.
Due di questi nuclei freddi più importanti e più estesi agiranno, uno in pieno Oceano atlantico, l’altro sul settore euro/asiatico e saranno questi nuclei i protagonisti della circolazione a scala euro-atlantica.
Al momento, i modelli matematici deterministici, ancora non riesco a ponderare bene la possibile incisività dei due nuclei verso il Mediterraneo centrale, continuando, per il medio-lungo termine, a collocare l’Italia in una sorta di limbo, senza azioni decise.
immagine 2
Da una analisi a più largo raggio degli indici teleconnettivi, però, (immagine 2 sopra) emerge più di qualche indicazione interessante.
L’indice AO, è dato in crollo veemente, fino a -4/-5, valore quasi da fondo scala, a indicare la pressochè inesistenza della forza del Vortice Polare;
per lo stesso periodo sono dati una NAO neutra, verso debolmente negativa, da metà mese, e un PNA mediamente positivo, per qualche fase verso neutro.
Questi parametri, non sarebbero indicativi di un flusso zonale particolarmente spinto. E’ verosimile, dunque, che nelle prossime emissioni, i modelli deterministici possano iniziare a togliere peso alla incidenza oceanica e a metterne di più a quella artica, riferendoci, naturalmente, al peso verso l’area mediterranea.
immagine 3
Per di più, la proiezione MJO ultima, su base ENS GFS (immagine 3), l’indice che monitora l’andamento della convenzione oceanica indiana, altamente influente sulla collocazione del flusso stabilizzante sub-tropicale alle nostre latitudini, vede una maggiore convenzione nelle fasi dapprima 7, poi anche 8, ossia nel settore più largo verso il Pacifico centrale.
Questa proiezione ultima, incentiverebbe un blocco anticiclonico euro-atlantico medio alto e possibili azioni depressionarie anche fredde sul Mediterraneo centrale.
Insomma, dai modelli deterministici non si riesce ancora a cogliere il possibile destino del Mediterraneo e anche dell’Italia, sostanzialmente tra due fuochi, uno gelido artico, l’altro mite oceanico.
Dagli indici teleconnettivi, però, ci sarebbe più di qualche indicazione per una svolta invernale verso la terza decade, quindi con possibile sopravvento dell’azione fredda o, al più, azione mista, ma comunque dalle caratteristiche invernali.
La fase a rischio svolta andrebbe dal 16/17 febbraio e verso terza decade. Seguiremo quotidianamente l’evoluzione, apportando puntuali aggiornamenti.
Svolta fredda sempre più concreta. Le ultimissime dagli indici