Super-Terre nascoste nella Via Lattea: scoperte oltre l’orbita di Giove

Una super-Terra scoperta lontano dalla sua stella cambia le regole Un team internazionale di astronomi ha scoperto una super-Terra in un’orbita insolitamente distante dalla propria stella, una scoperta che potrebbe riscrivere la comprensione della distribuzione planetaria nella Via Lattea. Il pianeta, individuato grazie a un evento di microlensing noto come OGLE-2016-BLG-0007, si colloca a una […] Super-Terre nascoste nella Via Lattea: scoperte oltre l’orbita di Giove

Mag 6, 2025 - 14:57
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Super-Terre nascoste nella Via Lattea: scoperte oltre l’orbita di Giove
Una super-Terra scoperta lontano dalla sua stella cambia le regole Un team internazionale di astronomi ha scoperto una super-Terra in un’orbita insolitamente distante dalla propria stella, una scoperta che potrebbe riscrivere la comprensione della distribuzione planetaria nella Via Lattea. Il pianeta, individuato grazie a un evento di microlensing noto come OGLE-2016-BLG-0007, si colloca a una distanza paragonabile a quella che separa Giove dal Sole. Questo risultato sovverte l’idea che i pianeti di dimensioni terrestri si trovino solo vicino alle loro stelle ospiti, suggerendo invece che le super-Terre potrebbero popolare anche le regioni esterne dei sistemi planetari. Microlensing: la lente gravitazionale che svela l’invisibile La scoperta è stata resa possibile grazie a una tecnica chiamata microlensing gravitazionale, una metodologia che sfrutta l’effetto gravitazionale di un oggetto massiccio che passa tra l’osservatore e una stella di fondo. Questo fenomeno amplifica temporaneamente la luce della stella, permettendo di rilevare anche pianeti distanti che normalmente sarebbero invisibili. Il Korea Microlensing Telescope Network (KMTNet) – composto da tre telescopi distribuiti in Cile, Australia e Sudafrica – ha raccolto i dati chiave per l’analisi. Lo studio è stato condotto da ricercatori del Centro per l’Astrofisica Harvard & Smithsonian e dell’Ohio State University, tra cui Weicheng Zang, Andrew Gould, Jennifer Yee e Youn Kil Jung. Una popolazione planetaria più varia di quanto si pensasse Attraverso un’analisi approfondita dei rapporti di massa tra stelle e pianeti, gli scienziati hanno determinato che le super-Terre non sono solo più comuni di quanto si pensasse, ma anche più distribuite radialmente all’interno dei sistemi planetari. Le ricerche precedenti si erano concentrate su pianeti con orbite brevi, perché sono più facili da rilevare. Tuttavia, grazie all’evento OGLE-2016-BLG-0007, è stato possibile dimostrare che una stella su tre nella Via Lattea potrebbe ospitare una super-Terra in orbita simile a quella di Giove. Secondo gli studiosi, la presenza di questi pianeti nell’area fredda e remota dei sistemi stellari potrebbe rappresentare un elemento chiave per comprendere i processi di formazione planetaria. Il mistero delle super-Terre: cosa sono davvero? Il termine “super-Terra” si riferisce esclusivamente alla massa del pianeta, che è compresa tra quella della Terra e quella di Nettuno, senza indicare nulla sulla sua composizione, superficie o abitabilità. Alcuni di questi pianeti potrebbero essere rocce secche e inospitali, altri potrebbero avere densi involucri gassosi, o addirittura oceani globali. La loro varietà rappresenta una sfida e un’opportunità per l’astrofisica moderna. Come sottolinea la coautrice Jennifer Yee, la presenza di questi pianeti lontani non solo amplia il quadro della formazione planetaria, ma sottolinea quanto poco ancora conosciamo sui meccanismi che generano e distribuiscono i mondi extrasolari nella nostra galassia. Una galassia pullulante di mondi nascosti I risultati dello studio, pubblicato sulla rivista Science, suggeriscono che la Via Lattea potrebbe essere costellata di super-Terre con orbite ampie, rimanendo invisibili alla maggior parte delle tecniche di rilevamento attuali. La tecnica del microlensing si sta rivelando sempre più strategica per colmare questo vuoto osservativo, pur rimanendo estremamente difficile da applicare su larga scala. Come afferma Richard Pogge, coautore dello studio: “Dobbiamo osservare centinaia di milioni di stelle per trovare anche solo una manciata di eventi di microlensing planetario. È un lavoro arduo, ma fondamentale”.

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