Il mese di Maggio ha preso il via con una dinamica meteo del tutto anomala per l’Italia, portando condizioni che ricordavano quelle tipiche dell’Estate, soprattutto sulle regioni settentrionali e su vaste aree dell’Europa centro-occidentale. Tuttavia, questo scenario caldo e asciutto ha subito un’improvvisa inversione. Dalla seconda settimana del mese, infatti, è entrata in scena una fase di spiccata instabilità atmosferica, accompagnata da un brusco calo delle temperature. Le masse d’aria più fresche, provenienti da latitudini settentrionali, hanno riportato i valori termici al di sotto delle medie stagionali, segnando la fine temporanea dell’influenza del caldo africano. Ma cosa ci attende nelle prossime settimane? Analizzando le proiezioni dei modelli meteorologici più accreditati, in particolare quello europeo ECMWF, possiamo delineare le possibili tendenze per la seconda e terza decade del mese. Il quadro che emerge è variegato, fatto di alternanze tra brevi rimonte anticicloniche, ritorni di instabilità e possibili episodi di Alta Pressione africana. Seconda decade di Maggio: brevi spazi di stabilità tra un temporale e l’altro Le simulazioni del modello ECMWF indicano che nella seconda decade di Maggio il Mediterraneo centrale potrebbe beneficiare di una momentanea rimonta dell’Alta Pressione. Questa ripresa della stabilità atmosferica sarà però di breve durata, poiché sull’Oceano Atlantico continuerà a persistere una vasta area di bassa pressione, ovvero un’anomalia barica negativa, che potrebbe influenzare l’assetto sinottico europeo. La formazione di promontori anticiclonici subtropicali risulterà quindi possibile, e tali strutture potranno coinvolgere parzialmente anche l’Italia, specialmente le regioni centro-meridionali. Tuttavia, l’instabilità resterà sempre dietro l’angolo. I campi di Alta Pressione saranno infatti esposti a ondulazioni del flusso atlantico, che in più occasioni riusciranno a penetrare nel cuore del continente europeo. In queste fasi più stabili, sarà soprattutto il Sud Italia, insieme alle Isole Maggiori, a sperimentare temperature decisamente elevate. In particolare, nelle giornate più serene e soleggiate, le massime potrebbero raggiungere o superare i 30°C, specialmente in Sicilia e in alcune zone della Puglia e della Calabria. Al Nord e nelle aree interne del Centro, invece, il rischio di temporali pomeridiani sarà ancora elevato, soprattutto sui rilievi alpini e appenninici. Qui, la combinazione tra riscaldamento diurno, umidità e orografia favorirà la formazione di nubi cumuliformi con possibilità di rovesci e fenomeni intensi. I rischi connessi: tra grandine e fenomeni estremi Questo quadro termico, a tratti estivo, sarà accompagnato da un’importante quantità di energia disponibile in atmosfera. Questo fattore, unito all’elevata umidità nei bassi strati e alla convergenza tra masse d’aria differenti, potrebbe generare eventi meteorologici severi. Si tratterà di temporali intensi, talvolta accompagnati da grandine anche di dimensioni significative e da forti colpi di vento. Le zone più a rischio saranno le pianure del Nord Italia, in particolare quelle tra Piemonte, Lombardia e Veneto. Queste aree, situate in una zona di transizione tra l’aria calda subtropicale e le infiltrazioni più fresche dall’Atlantico, risultano spesso il bersaglio di sistemi temporaleschi ben organizzati. La Pianura Padana, in particolare, è da anni soggetta a una crescente frequenza di fenomeni convettivi violenti, tra cui le cosiddette supercelle, capaci di generare tornado, downburst e nubifragi improvvisi. Anche le aree montane non saranno esenti da queste minacce. Nelle ore più calde del giorno, l’energia termica accumulata al suolo potrà dare vita a fenomeni esplosivi, che in taluni casi potrebbero scaricare grandi quantità d’acqua in poco tempo, con conseguente rischio di frane e allagamenti. Tutto ciò sarà amplificato dalla crescente vulnerabilità del territorio italiano, che sconta problemi strutturali di dissesto idrogeologico. Verso la terza decade: in arrivo l’Anticiclone africano? Con l’avvicinarsi dell’ultima parte del mese, i modelli numerici suggeriscono un possibile cambio di passo nella circolazione atmosferica. La Cella di Hadley potrebbe nuovamente favorire l’espansione dell’Anticiclone africano verso nord, interessando in modo diretto il bacino del Mediterraneo centrale. Questo tipo di configurazione sinottica rappresenta un classico della transizione tra Primavera ed Estate. L’ingresso dell’Anticiclone africano porterà con sé una stabilità più marcata, con cieli sereni o poco nuvolosi su buona parte del Paese. Le temperature subiranno un ulteriore rialzo, specialmente al Centro-Sud, dove si potranno registrare punte anche di 32-34°C in alcune località interne e pianeggianti. Le città come Roma, Napoli, Foggia e Catania potrebbero vivere giornate particolarmente calde per il periodo. Al Nord, invece, la stabilità sarà meno pronunciata. Le infiltrazioni d’aria più fresca dai quadranti occidentali continueranno a interessare le Alpi e le Prealpi, favorendo la formazione di nubi cumuliformi e temporali, soprattutto nel pomeriggio. Questo sarà particolarmente vero per le regioni come Trentino-Alto Adige, Lombardia settentrionale e Friuli-Venezia Giulia. Maggio 2025: un mese che riflette l’estremizzazione climatica Il Maggio che stiamo vivendo rappresenta un chiaro esempio degli effetti del cambiamento climatico in atto. L’alternanza sempre più marcata tra fasi di Alta Pressione e momenti di forte instabilità si inserisce in un contesto globale dove l’aumento della temperatura media del pianeta sta cambiando radicalmente il comportamento dell’atmosfera. In passato, Maggio era considerato un mese di transizione con caratteristiche generalmente miti e una distribuzione piuttosto regolare delle precipitazioni. Oggi, invece, assistiamo a sbalzi termici, ondate di calore anticipate e fenomeni meteorologici estremi. La maggiore quantità di energia disponibile nell’atmosfera, alimentata dall’evaporazione e dalla presenza costante di umidità nei bassi strati, è il carburante ideale per lo sviluppo di sistemi temporaleschi esplosivi. In particolare, i temporali violenti accompagnati da grandine rappresentano una minaccia crescente. Le colture agricole, le infrastrutture e i centri urbani sono esposti a rischi sempre più significativi. Le grandinate possono danneggiare i raccolti in pochi minuti, mentre le trombe d’aria e i downburst possono mettere in crisi la tenuta di edifici e alberature, generando blackout e blocchi alla viabilità. Il Nord Italia sempre più vulnerabile Il Settentrione del Paese si conferma l’area più esposta a questa nuova forma di instabilità climatica. Situata al crocevia tra correnti subtropicali e intrusioni più fresche atlantiche, la Pianura Padana si comporta sempre più spesso come una camera di risonanza per i fenomeni convettivi. Le giornate inizialmente stabili si trasformano rapidamente in pomeriggi burrascosi, con temporali che possono assumere caratteristiche estreme. Le statistiche degli ultimi anni mostrano un aumento non solo della frequenza dei temporali, ma anche della loro intensità. I sistemi temporaleschi organizzati, come le linee di groppo e le supercelle, sono sempre più presenti e resistenti. Essi tendono a svilupparsi lungo linee di convergenza tra masse d’aria diverse, trovando ulteriore supporto nella struttura orografica delle Alpi e dell’Appennino settentrionale. La criticità di questi eventi non sta solo nella loro forza, ma anche nella loro persistenza. Capita sempre più spesso che un temporale si blocchi sopra un’area ristretta, scaricando enormi quantitativi di pioggia in un tempo limitato. Questo comporta rischi idraulici e idrogeologici che necessitano di monitoraggio costante e strategie di adattamento sul territorio. Prospettive per l’inizio dell’Estate Guardando oltre Maggio, le prime indicazioni stagionali suggeriscono una possibile partenza dell’Estate sotto l’influenza dell’Anticiclone africano, che potrebbe espandersi in modo deciso già da Giugno. Tuttavia, sarà importante verificare se queste strutture di Alta Pressione saranno stabili e durature, o se invece lasceranno spazio a nuove incursioni instabili. Le condizioni per un’Estate 2025 caratterizzata da temperature elevate e ondate di calore precoci sembrano esserci tutte, ma con il rovescio della medaglia rappresentato dai possibili fenomeni estremi, in particolare al Nord. Le oscillazioni meteo tra stabilità e turbolenza atmosferica continueranno a essere un tratto distintivo della nostra climatologia,
almeno finché la tendenza al riscaldamento globale non verrà arrestata.Maggio un mese dal meteo pieno di colpi di scena