Stati Uniti più forti dei dazi, taglio tassi non urgente

I dati degli ultimi giorni hanno mostrato che almeno per il momento l’economia degli Stati Uniti non è più di tanto penalizzata dalla guerra commerciale.Friedrich Merz sarà eletto cancelliere oggi al Bundestag. Rimbalza dai minimi degli ultimi quattro anni il petrolio: Brent a 61,3 dollari il barile. Nuovo balzo dell’oro, ieri +2,8%.

Mag 6, 2025 - 07:53
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Stati Uniti più forti dei dazi, taglio tassi non urgente

La minaccia di dazi del 100% sui film prodotti al di fuori degli Stati Uniti ha contribuito a interrompere la striscia vincente di nove giorni dello S&P 500: indice S&P 500 ha perso lo 0,6% e il Nasdaq Composite lo 0,7%.

I rendimenti dei Treasury sono leggermente saliti per effetto dell’andamento migliore delle attese dell’indice ISM Servizi. I future sui Fed Funds, anche per effetto dei dati di venerdì, hanno dimezzato le possibilità di un taglio dei tassi da parte della Federal Reserve in giugno: il nuovo allentamento dovrebbe essere il 30 luglio. Il mercato si aspetta, in aggiunta, altri due tagli prima della fine dell’anno.

La società nota soprattutto per i prodotti informatici venduti alle agenzie di intelligence militari statunitensi, ha alzato stanotte le previsioni di fatturato del 2025 a circa 3,9 miliardi di dollari, +36% rispetto a un anno fa.

Nel comunicato, il management ha descritto la domanda di software di intelligenza artificiale come un "vortice famelico”. Il mercato non si è accontentato e il titolo è sceso del 7% nel dopo borsa. Le aspettative erano alte, infatti, Palantir è il titolo più caro dell’S&P500 in termini di PE.
"Le buone notizie non sono sufficienti a sostenere la valutazione in futuro", ha detto l'analista di Bloomberg Intelligence Mandeep Singh. "Non c'era chiarezza sui nuovi percorsi di crescita”.

La società automotive ha registrato un calo del 65% degli utili del primo trimestre, citando un impatto a breve termine sulle vendite di auto dovuto al lancio di nuovi veicoli, dopo aver ritirato le sue previsioni a causa dell'incertezza sui dazi. La casa automobilistica ha stimato un impatto annuo di circa 1,5 miliardi di dollari sugli utili operativi rettificati a seguito delle innumerevoli misure tariffarie adottate dal presidente Donald Trump.

Gli utili si sono attestati a 471 milioni di dollari, superando le aspettative degli analisti ma poco più di un terzo del livello previsto per il 2024, con un calo del fatturato del 5% a 40,7 miliardi di dollari. Nel primo trimestre, le vendite all'ingrosso di Ford sono diminuite del 7% rispetto all'anno precedente, un calo che la casa automobilistica aveva precedentemente annunciato a causa del rallentamento della produzione negli stabilimenti in Kentucky e Michigan, dove vengono lanciati nuovi veicoli driver di business”.

Per quindici anni la borsa degli Stati Uniti ha lasciato indietro il resto del mondo e per quindici anni la liquidità è confluita in larga misura nelle attività finanziarie, piuttosto che nell’economia reale. L’arrivo dei dazi di Trump ha cambiato lo scenario, le prospettive di Wall Street sono cambiate, probabilmente in peggio. “Dal momento che gli Stati Uniti consumano più di quanto producono, i dazi sono una tassa sugli importatori netti, ovvero sulle aziende che importano beni per costruire altri beni, ma anche sulle famiglie. Questa tassa, a prescindere dall'aliquota finale, sottrarrà denaro all'economia reale e minaccerà quelli che a nostro avviso sono margini di profitto elevati ma insostenibili” afferma Robert M. Almeida, il Global Investment Strategist di MFS.

Non ci sono solo i dazi, Donald Trump ha spostato il baricentro dalla scala globale a quella locale ed è finita la stagione dei tassi d’interesse artificialmente bassi. I venti a favore, secondo Almedia, si sono fermati, venti contrari si sono alzati. Se i dazi dreneranno la liquidità, lentamente o rapidamente che sia, non è poi così rilevante, “ciò potrebbe costituire un ulteriore impulso alla sovraperformance dei titoli azionari non statunitensi e degli asset quotati rispetto a quelli privati”.

Le borse dell’Europa dovrebbero aprire in lieve ribasso, future del Dax di Francoforte -0,1%.

Il governo tedesco è pronto e adesso tutti i nomi sono ufficiali. Nella squadra dei socialdemocratici ci sono diversi visi nuovi e una conferma tanto prevedibile quanto importante: il ministro della Difesa sarà l'uscente Boris Pistorius. L'uomo che non è riuscito a strappare il timone ad Olaf Scholz, ricandidatosi alla partita per la cancelleria a febbraio finita con una clamorosa sconfitta. E l'unico reduce del cosiddetto ‘Semaforo', l'esecutivo rosso-verde-giallo naufragato in anticipo in Germania, a causa dell'uscita dei Liberali. Un profilo apprezzatissimo, nella Repubblica federale, dove per mesi è stato il politico dai consensi personali più alti, e un sostenitore dell'appoggio a Kiev. La squadra inizierà a lavorare subito e la Germania sarà di nuovo in grado di "far sentire la sua voce, in Europa e nel mondo", ha assicurato Friedrich Merz, che sarà eletto cancelliere oggi al Bundestag.

In Asia Pacifico, hanno riaperto le borse della Cina dopo le festività. Indice Hang Seng Hong Kong +0,6%, Shanghai Composite +0,9%. Ancora chiusi i mercati del Giappone e della Corea del Sud. Si è fermata la corsa delle valute emergenti e rimbalza il dollaro.

Rimbalza dai minimi degli ultimi quattro anni il petrolio: Brent a 61,3 dollari il barile. Israele si prepara a tornare a Gaza e questa volta intende rimanere per parecchio tempo: centinaia di migliaia di palestinesi dovrebbero essere spostati verso Sud, a ridosso del confine con l’Egitto.

Nuovo balzo dell’oro, ieri +2,8%, per effetto degli acquisti dei consumatori cinesi.

Mediobanca, Banca Generali. Il presidente di Generali, Andrea Sironi, ritiene che nel prossimo CDA, si discuterà anche anche dell'Ops lanciata da Piazzetta Cuccia sulla controllata del gruppo triestino, Banca Generali, la scorsa settimana.


Unicredit, Banco BPM. Il governo italiano non è disposto ad ammorbidire le condizioni imposte a UniCredit nell'Ops su Banco Bpm, il che potrebbe portare l'istituto guidato da Andrea Orcel a ritirare l'offerta, secondo Bloomberg News.


Stellantis. John Elkann e Luca de Meo, rispettivamente presidente di Stellantis e amministratore delegato di Renault, hanno parlato insieme al quotidiano francese Le Figaro, al fine di sollecitare una profonda revisione della strategia industriale europea verso la decarbonizzazione. Se questo cambio di approccio non avverrà rapidamente, l'Europa perderà definitivamente il suo status di produttore manifatturiero e diventerà un mero mercato per altri, a differenza di tutte le altre nazioni leader, hanno detto i due.