Splendida notizia! Gli scienziati hanno trovato uno dei rettili più rari al mondo dove non era mai stato avvistato prima
Stupendo goal a favore della biodiversità: un team di ricercatori del Madagascar ha trovato il camaleonte Belalanda (nome scientifico Furcifer belalandaensis), uno dei rettili più rari al mondo in quanto in grave pericolo di estinzione in un luogo in cui non era mai stato avvistato prima. Il risultato è stato ottenuto grazie al supporto del...

Stupendo goal a favore della biodiversità: un team di ricercatori del Madagascar ha trovato il camaleonte Belalanda (nome scientifico Furcifer belalandaensis), uno dei rettili più rari al mondo in quanto in grave pericolo di estinzione in un luogo in cui non era mai stato avvistato prima. Il risultato è stato ottenuto grazie al supporto del Conservation Leadership Programme.
I camaleonti e il rischio di estinzione
I camaleonti sono famosi per la loro straordinaria capacità di mimetizzarsi con l’ambiente circostante, ma non è l’unica ragione per cui sono difficili da avvistare. Purtroppo, infatti, diverse specie sono in calo numerico, e quindi spesso è la loro rarità a renderli difficili da trovare, persino per i predatori più acuti, più che loro proverbiale capacità mimetica.
Nel Madagascar sud-occidentale, un’area di grande interesse per i camaleonti, in particolare, la loro scomparsa rischia di diventare permanente. Infatti l’ecosistema della foresta spinosa secca (caratterizzato da vegetazione adattata a condizioni climatiche aride, con una lunga stagione secca e scarse precipitazioni) sta affrontando una serie di minacce esistenziali, tra cui la deforestazione dilagante, la frammentazione dell’habitat, l’espansione urbana, gli incendi boschivi, l’attività mineraria su piccola scala, la raccolta non sostenibile di prodotti forestali e i cambiamenti climatici.
E sono ovviamente le specie che dipendono da tale ecosistema a risentirne, tra cui appunto il camaleonte Belalanda, esempio lampante della crisi che queste creature stanno affrontando, che prende il nome dal comune rurale in cui è confinata l’intera popolazione mondiale e che l’International Union for Conservation of Nature (IUCN) elenca tra le specie “in critico rischio di estinzione”, lo step appena precedente all’estinzione in natura.
Questo sfuggente rettile endemico ha infatti uno degli areali più ristretti al mondo, dato che, tra l’altro, la stragrande maggioranza del suo habitat forestale naturale è già stata distrutta. Per cercare di sopravvivere, la specie si aggrappa quindi ora ad un piccolo rifugio composto da foreste non autoctone e da pochi alberi autoctoni maturi rimasti.
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In questo contesto, la scoperta di questi camaleonti a pochi chilometri da Belalanda rappresenta un vero e proprio impulso per le prospettive di sopravvivenza di questo rettile in difficoltà.
Come è avvenuta la scoperta
Attualmente è in corso uno sforzo collaborativo per localizzare e proteggere gli esemplari rimasti, sfruttando le conoscenze locali delle comunità intorno a Belalanda e al vicino fiume Fiherena.
La preziosa scoperta è avvenuta infatti in seguito a colloqui con la comunità locale nell’ambito degli sforzi del team per raccogliere dati sulla distribuzione e lo stato delle varie specie di camaleonti presenti nell’area coperta dal progetto.
Secondo i ricercatori, è in realtà troppo presto per fare ipotesi su quanti camaleonti di Belalanda possano ancora sopravvivere in natura, ma ci sono concrete speranze di poter di stimare la densità della loro popolazione entro la fine del progetto.
Il camaleonte Belalanda è stato descritto per la prima volta nel 1970 – spiega Hajaniaina Rasoloarison, che ha guidato la ricerca – Dal 2025, è tra le specie più a rischio di estinzione al mondo a causa della grave perdita di habitat, con una delle distribuzioni più ridotte conosciute tra tutti i vertebrati terrestri. Nonostante le crescenti preoccupazioni, negli ultimi due decenni sono state raccolte informazioni molto limitate sulle sue esigenze ecologiche e sul suo areale, ed era preoccupante che nessun individuo fosse stato registrato nell’habitat naturale dal novembre 2024. Questa scoperta accende una luce di speranza per la conservazione di questa specie rara e unica
Fonti: Fauna & Flora / Conservation Leadership Programme/Facebook
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