Sono quasi 116 milioni le persone che non hanno accesso all’acqua (anche) per colpa della crisi climatica
Ci sono 8 Paesi del continente africano dove le persone non hanno accesso all’acqua. E sono 116 milioni, quelle che stanno vivendo le crisi idriche più feroci dovute ai cambiamenti climatici. Che sono una realtà, non più solo una minaccia. Lo riporta a chiare lettere l’ultimo report di Oxfam America. La fame è salita di...

Ci sono 8 Paesi del continente africano dove le persone non hanno accesso all’acqua. E sono 116 milioni, quelle che stanno vivendo le crisi idriche più feroci dovute ai cambiamenti climatici. Che sono una realtà, non più solo una minaccia. Lo riporta a chiare lettere l’ultimo report di Oxfam America.
La fame è salita di quasi l’80 percento nell’Africa orientale e meridionale negli ultimi cinque anni, in mezzo al peggioramento della crisi idrica – si legge sul documento – Quasi 116 milioni di persone in otto paesi africani, i più colpiti da gravi crisi idriche, non hanno accesso all’acqua potabile
Una crisi globale
A livello globale, le inondazioni improvvise sono diventate 20 volte più frequenti tra il 2000 e il 2022 e la durata delle siccità è aumentata del 29% dal 2000, con un impatto sulle comunità più vulnerabili.
“Il cambiamento climatico sta sovraccaricando eventi meteorologici estremi come siccità, cicloni e inondazioni improvvise e ha portato alla scomparsa di oltre il 90 percento dei ghiacciai tropicali dell’Africa e all’esaurimento delle falde acquifere. Ciò ha avuto effetti a catena sui piccoli agricoltori, pastori e pescatori africani, lasciando milioni di persone senza cibo di base, acqua potabile o reddito”.
Il rapporto di Oxfam ‘Water-Driven Hunger: How the Climate Crisis Fuels Africa’s Food Emergency’ ha esaminato in particolare i collegamenti tra scarsità d’acqua e fame in otto delle peggiori crisi idriche del mondo: Etiopia, Kenya, Malawi, Mozambico, Somalia, Sud Sudan, Zambia e Zimbabwe, scoprendo che il numero di persone che soffrono di fame estrema in quei Paesi è aumentato di quasi l’80 percento negli ultimi cinque anni, raggiungendo oltre 55 milioni nel 2024, rispetto ai quasi 31 milioni del 2019. Si tratta di due persone su dieci.
Il rapporto avverte inoltre che il modello meteorologico La Niña, che durerà fino a questo mese, peggiorerà le inondazioni in aree dell’Africa meridionale e del Sud Sudan, causando al contempo una grave siccità nell’Africa orientale, minacciando ulteriormente la disponibilità di cibo e il reddito delle persone.
Non solo crisi climatica
Chiaramente la crisi climatica, che sta travolgendo l’intero Pianeta, ha impatto maggiore sulle popolazioni più vulnerabili: nei Paesi oggetto dello studio, persiste infatti povertà, profonda disuguaglianza e la cronica carenza di investimenti, insieme alla cattiva governance nei sistemi idrici.
I governi africani stanno attualmente raggiungendo meno della metà dell’obiettivo di investimento annuale di 50 miliardi di dollari USA richiesto per raggiungere la sicurezza idrica in Africa entro il 2030.
La crisi climatica non è una semplice statistica, ha un volto umano – spiega Fati N’Zi-Hassane, direttore di Oxfam in Africa – Colpisce persone reali i cui mezzi di sostentamento vengono distrutti, mentre i principali responsabili di questa crisi, i grandi inquinatori e i super ricchi, continuano a trarne profitto. Nel frattempo, i governi nazionali trascurano di sostenere le stesse comunità che dovrebbero proteggere
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Gli scioccanti numeri dello studio
Il rapporto Oxfam ha evidenziato inoltre che:
- negli otto paesi studiati, il 91 percento dei piccoli agricoltori dipende quasi interamente dall’acqua piovana per bere e coltivare;
- in Etiopia, l’insicurezza alimentare è aumentata del 175 percento negli ultimi cinque anni, con 22 milioni di persone che lottano per trovare il loro prossimo pasto;
- in Kenya, oltre 53.000 miglia quadrate di terra sono diventate più secche tra il 1980 e il 2020, il che ha decimato raccolti e bestiame;
- in Somalia, una stagione delle piogge fallita sta spingendo un altro milione di persone verso una fame di livello di crisi, portando il totale a 4,4 milioni, il 24% della popolazione.
le profonde disuguaglianze fanno sì che le persone svantaggiate come donne e ragazze siano troppo spesso le prime e più severamente punite da questa crisi idrica: in Etiopia, Kenya e Somalia, donne e ragazze camminano fino a 10 chilometri alla ricerca di acqua, affrontando violenza e sfinimento estremo e molte donne e ragazze nelle famiglie rurali trascorrono ore ogni giorno a raccogliere acqua, tempo che altrimenti potrebbe essere dedicato all’istruzione o alla generazione di reddito.
Al centro di questa crisi climatica c’è una crisi di giustizia: l’Africa subsahariana riceve solo il 3-4 percento dei finanziamenti globali per il clima, nonostante sia pesantemente colpita dal cambiamento climatico. Le nazioni ricche e inquinanti devono pagare la loro giusta quota. Non si tratta di beneficenza, si tratta di giustizia
Come sempre, a pagare le spese degli errori e delle ingiustizie umane, sono sempre i più deboli.
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Fonte: Oxfam America
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