Myanmar: il terremoto devastante che fa tremare anche gli italiani

Il TERREMOTO che ha colpito MYANMAR (BIRMANIA) il 28 marzo 2025 mostra quanto l’umanità rimanga fragile di fronte a un PIANETA che continua a ricordarci la sua VITALITÀ. Sono apparse immagini di devastazioni diffuse, e secondo le stime si prevedono migliaia di vittime. Il sisma, con una MAGNITUDO di 7.7, ha dimostrato come questa porzione […] Myanmar: il terremoto devastante che fa tremare anche gli italiani

Mar 29, 2025 - 15:06
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Myanmar: il terremoto devastante che fa tremare anche gli italiani

Il TERREMOTO che ha colpito MYANMAR (BIRMANIA) il 28 marzo 2025 mostra quanto l’umanità rimanga fragile di fronte a un PIANETA che continua a ricordarci la sua VITALITÀ. Sono apparse immagini di devastazioni diffuse, e secondo le stime si prevedono migliaia di vittime. Il sisma, con una MAGNITUDO di 7.7, ha dimostrato come questa porzione di ASIA sia estremamente esposta a scosse particolarmente intense. Di fronte a tali avvenimenti, ribadiamo l’importanza della PREVENZIONE, che talvolta non viene adeguatamente considerata per ragioni economiche o politiche.

 

Si parla di CAMBIAMENTO CLIMATICO come minaccia globale, spesso tuttavia si trascura la necessità di interventi mirati a rendere le strutture antisismiche, poiché costruire o adeguare edifici a tali standard implica investimenti ingenti.
Abbiamo osservato che in PAESI dove i TERREMOTI sono rari, ma che possiedono grattacieli capaci di oscillare in modo clamoroso sotto l’azione di forze sismiche lontane (prevenzione antisismica), come avvenuto a BANGKOK, capitale della THAILANDIA, dove l’acqua delle piscine sulle terrazze dei palazzi di lusso si è riversata fuori a causa delle spaventose oscillazioni. Queste immagini, seppur impressionanti, ricordano che le onde sismiche possono propagarsi a grandi distanze, mettendo a repentaglio la stabilità di strutture non progettate per resistere a scosse violente.

 

Geologia di Myanmar (Birmania) e sismicità

La GEOLOGIA di MYANMAR (BIRMANIA) è caratterizzata da una complessa rete di faglie e orogenesi che si intersecano tra i margini continentali e le placche tettoniche circostanti. Questo STATO si trova vicino alla placca indiana, a quella euroasiatica e a quella della Sonda, con zone di subduzione e collisione che rendono la regione altamente dinamica. Le tensioni accumulate nel corso di secoli o millenni si liberano in TERREMOTI spesso estremi.
In passato, l’area ha registrato numerosi episodi sismici potenti, documentati sia in epoca storica sia attraverso indagini geologiche. Il TERREMOTO del 28 marzo 2025, con MAGNITUDO 7.7, risulta essere uno dei più devastanti, ma ci sono precedenti di intensità comparabile che hanno scosso il paese in epoche diverse. Questi eventi ripropongono costantemente la realtà di una regione ancora poco preparata rispetto agli standard antisismici moderni.

Se, da un lato, i disastri naturali come i TERREMOTI sono imprevedibili, dall’altro esistono misure per mitigarne le conseguenze. Nel caso di MYANMAR (BIRMANIA), la costruzione di edifici capaci di resistere a forti scosse sismiche è frenata da costi elevati e dalla carenza di risorse. Ciò acuisce la vulnerabilità di una popolazione che spesso vive in aree rurali o in contesti urbani con strutture vecchie, poco sicure e prive di standard costruttivi adeguati.

 

Confronto con terremoti di altre regioni

Inevitabilmente, quando si verifica un TERREMOTO significativo in una zona distante, si tendono a tracciare parallelismi con episodi sismici avvenuti altrove. Il sisma di MYANMAR (BIRMANIA), valutato 7.7 di MAGNITUDO, è stato stimato dai geologi come ben 300 volte più forte del TERREMOTO dell’AQUILA avvenuto in ITALIA nel 2009, la cui magnitudo era di 6.3. Questa differenza colossale evidenzia quanta energia possa sprigionarsi nelle aree soggette a forti spinte tettoniche.
Anche in ITALIA, d’altra parte, esistono faglie che hanno prodotto sismi paragonabili a quello di MYANMAR (BIRMANIA). Nonostante si tenda a ricordare maggiormente i TERREMOTI di magnitudo intorno a 6.0 che colpiscono periodicamente il territorio italiano, gli studiosi sottolineano che in certi casi si sono registrate scosse di magnitudo superiore a 7.0, con danni gravissimi e un pesante bilancio di vittime.

 

Terremoti storici in Italia: la faglia Ibleo-Maltese

In ITALIA, una tra le aree più sensibili ai forti sismi è quella legata alla faglia IBLEO-MALTESE, che attraversa il settore sud-orientale della SICILIA e si estende verso il MAR MEDITERRANEO. Questa struttura tettonica, responsabile di alcuni dei TERREMOTI più violenti nella storia italiana, ha fatto registrare episodi di magnitudo superiore a 7.0.
L’EVENTO del 1693, avvenuto l’11 gennaio, è considerato il più imponente mai rilevato in ITALIA, con una magnitudo stimata tra 7.5 e 7.7. La scossa devastò un’ampia zona e causò decine di migliaia di vittime, radendo al suolo interi nuclei urbani. Un altro episodio attribuito alla stessa faglia avvenne nel 1169, anch’esso con magnitudo oltre 7.0, che colpì duramente la parte orientale della SICILIA. Più di recente, il 13 dicembre 1990, un sisma di magnitudo 5.7 interessò l’area del GOLFO DI AUGUSTA, provocando 17 morti, centinaia di feriti e la perdita dell’abitazione per 15.000 persone.
Questi fatti ci ricordano che anche in ITALIA possono verificarsi scosse di enorme potenza, sebbene con tempi di ritorno fortunatamente ampi. Di conseguenza, non bisogna abbassare la guardia, ma incentivare la PREVENZIONE tramite edifici resistenti e una corretta pianificazione territoriale.

 

Costruzioni antisismiche

Non ha senso alimentare il panico davanti ai TERREMOTI, ma occorre adottare soluzioni. La COSTRUZIONE di strutture antisismiche non è soltanto un’opportunità, bensì una necessità nelle aree esposte a scosse ripetute. Un esempio virtuoso è il GIAPPONE, tra i PAESI più sismicamente attivi al mondo, situato lungo l’ANELLO DI FUOCO DEL PACIFICO, dove la crosta terrestre è particolarmente instabile. Ogni anno il GIAPPONE registra migliaia di scosse, la maggior parte di bassa intensità e spesso impercettibili.
Nel corso di dodici mesi, secondo i dati ufficiali, si contano decine di migliaia di eventi inferiori a magnitudo 3.0, di solito non percepibili, e migliaia di scosse con magnitudo tra 3.0 e 3.9, rilevabili solo in prossimità dell’epicentro. Gli episodi sismici tra 4.0 e 4.9 ammontano a centinaia e, pur scuotendo talvolta gli edifici, raramente provocano danni. Le scosse con magnitudo 5.0-5.9, in numero oscillante tra 50 e 100 all’anno, possono generare lievi danneggiamenti nelle aree abitate. Tra 6.0 e 6.9 si registrano dalle 5 alle 10 scosse ogni anno, in grado di causare conseguenze significative, mentre i TERREMOTI di magnitudo ≥ 7.0 si presentano mediamente 1-3 volte l’anno e risultano molto pericolosi. Gli eventi di magnitudo ≥ 8.0 sono rari, ma altamente distruttivi, come accaduto nel 2011 con il sisma del TŌHOKU (magnitudo 9.0).

 

L’esempio giapponese nella prevenzione sismica

Nel GIAPPONE, la riduzione dei danni passa attraverso normative edilizie tra le più scrupolose al mondo. Ogni costruzione deve rispettare criteri di sicurezza che mirano a limitare crolli e cedimenti durante un TERREMOTO. Le TECNICHE impiegate includono l’isolamento alla base (base isolation), in cui l’edificio “galleggia” su strati elastomerici o a scorrimento che assorbono una parte rilevante dell’energia sismica. Gli smorzatori (damping systems) servono a dissipare ulteriormente l’energia del sisma, mentre l’adozione di strutture flessibili fa in modo che gli edifici possano piegarsi senza crollare.
Anche gli edifici più datati vengono rinforzati con procedure di adeguamento antisismico. Questo tipo di intervento, sebbene costoso, riduce drasticamente le probabilità che una struttura collassi. In un PAESE con migliaia di TERREMOTI all’anno, tali opere rappresentano una forma di sicurezza collettiva essenziale.

 

Sistemi di allerta precoce ed educazione

Il GIAPPONE possiede un sistema di allerta precoce (EEW, Earthquake Early Warning) che rileva un TERREMOTO nei primissimi secondi e diffonde avvisi attraverso televisione, app, sirene e messaggi SMS. Sebbene il preavviso sia spesso limitato a poche decine di secondi, tale intervallo risulta sufficiente per fermare i treni ad alta velocità, chiudere valvole del gas e permettere alle persone di mettersi al riparo.
La diffusione di una CULTURA della PREVENZIONE è altrettanto cruciale. Fin dai primi anni di scuola, i bambini imparano i comportamenti corretti da adottare in caso di scossa violenta. Ogni anno, il 1° settembre (data del grande TERREMOTO del KANTO del 1923), si organizza una giornata nazionale di simulazione, con esercitazioni che coinvolgono l’intera popolazione. Inoltre, molte famiglie tengono in casa un kit d’emergenza contenente acqua, cibo a lunga conservazione, torce, radio e farmaci. Le autorità, da parte loro, realizzano mappe urbane con percorsi di evacuazione e zone sicure, favorendo la preparazione della cittadinanza.
Sotto il profilo tecnologico, il GIAPPONE investe ingenti risorse in reti di sismografi, boe per il rilevamento di anomalie sottomarine, simulazioni 3D e algoritmi di intelligenza artificiale che consentono di stimare l’evoluzione di uno TSUNAMI e prevedere come un’area urbanizzata potrebbe rispondere alle sollecitazioni di un forte TERREMOTO.

 

L’importanza della prevenzione

Tornando a MYANMAR (BIRMANIA), il sisma del 28 marzo 2025 sottolinea la necessità di politiche lungimiranti in campo edilizio e di una migliore distribuzione dei fondi dedicati all’emergenza. Abbiamo di fronte un PIANETA che, oltre al CAMBIAMENTO CLIMATICO e alle temperature in crescita (ormai circa 1,1 °C in più rispetto all’era preindustriale, con la prospettiva di toccare incrementi di 1,5 °C entro pochi decenni), deve affrontare continuamente la minaccia dei TERREMOTI e di altri eventi geologici. Anche se il CLIMA è spesso citato come emergenza globale, non si deve trascurare la probabilità di SCOSSE violente che colpiscano regioni poco equipaggiate per gestirle.
Quando si investe nella PREVENZIONE, si risparmia sia in termini di vite umane sia a livello di costi futuri. Gli edifici costruiti secondo criteri antisismici resistono meglio alle oscillazioni e riducono drasticamente il numero di feriti, i danni materiali e l’impatto sulla società. Sebbene la spesa iniziale possa apparire elevata, i benefici a lungo termine risultano di gran lunga superiori.

 

Situazione In Italia

Molti si chiedono se un sisma come quello di MYANMAR (BIRMANIA) possa verificarsi in ITALIA. La risposta degli esperti è che la penisola italiana possiede un quadro sismico complesso, con numerose faglie e zone pericolose, e che storicamente si sono già registrati TERREMOTI di intensità superiore a 7.0. Il meridione, in particolare la SICILIA e la CALABRIA, ma anche parte dell’APPENNINO centrale, possiedono faglie capaci di generare forti scosse.
Tuttavia, la frequenza di tali eventi è minore rispetto a regioni come il GIAPPONE, e ciò induce talvolta a una percezione meno avvertita del pericolo. Ciò non significa che si debba abbassare la guardia: non possiamo dimenticare il tragico TERREMOTO dell’AQUILA o quello dell’Irpinia del 1980, con magnitudo rispettivamente 6.3 e 6.9, che hanno generato ingentissimi danni e numerose vittime. Molte strutture in ITALIA sono vetuste, costruite prima dell’introduzione di normative antisismiche, e presentano livelli di sicurezza assai bassi. Le differenze negli standard costruttivi tra regioni e tra edifici di epoche differenti sono ancora evidenti.

 

Guardare al futuro con consapevolezza che siamo in un’area sismica

Ogni volta che la terra trema, ci troviamo a riflettere su quanto siamo impotenti davanti alle forze della natura. Per quanto possa sembrare retorico, un TERREMOTO come quello di MYANMAR (BIRMANIA) ci ricorda che viviamo su un pianeta geologicamente attivo, dove i fenomeni sismici hanno plasmato la superficie terrestre e continueranno a farlo nel futuro. Questa consapevolezza deve spingere governi, comunità scientifiche e cittadini ad agire per proteggersi meglio.
In GIAPPONE si è visto come l’approccio integrato, che coniuga l’insegnamento delle procedure di sicurezza fin dalla tenera età, la diffusione di sistemi di allerta precoce, l’adeguamento antisismico degli immobili e la ricerca avanzata, abbia ridotto drasticamente i danni e le perdite di vite umane. Una strategia analoga, adeguata alla realtà e alle risorse di ogni singolo PAESE, può offrire risultati altrettanto significativi.
In ITALIA, la strada da seguire comprende il rafforzamento degli edifici storici e la costruzione di nuove strutture in grado di reggere scosse maggiori di 7.0. Si dovrebbero intensificare le verifiche su ponti, scuole, ospedali e infrastrutture strategiche, con progetti di messa in sicurezza che tengano conto delle peculiarità geologiche e sismiche dei vari territori. I costi iniziali potranno sembrare ingenti, ma l’alternativa, in caso di un forte sisma, sarebbe pagare un prezzo ben più elevato in termini di vite e ricostruzione.

 

Prevenzione, prevenire. Non possiamo fare altro

Il forte TERREMOTO che ha sconvolto MYANMAR (BIRMANIA) il 28 marzo 2025 ci fa ripensare ancora una volta alla nostra VULNERABILITÀ di fronte a un PIANETA dove le placche tettoniche sono sempre in movimento. La scelta di investire in costruzioni antisismiche, in pianificazione urbanistica consapevole e in tecnologie di prevenzione è un passo necessario per salvaguardare la vita di milioni di individui in qualunque altra parte del mondo.
Ricordiamo che i TERREMOTI non possono essere evitati, ma possiamo scegliere di limitare i crolli e salvare vite umane.

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