Smontato anche il corvo contro il papabile Jean Marc Aveline. Falso che non sapesse una parola di italiano. Ecco la prova – Il video
Il cardinale di Marsiglia era stato scartato per una maldicenza. Domenica è andato a celebrare messa nella parrocchia di Monti dove era incardinato. E ha fatto la predica tutta in italiano fluente. Era già successo appena diventato cardinale, ma nessuno lo aveva sentito L'articolo Smontato anche il corvo contro il papabile Jean Marc Aveline. Falso che non sapesse una parola di italiano. Ecco la prova – Il video proviene da Open.

Jean-Marc Aveline è uno dei primi cardinali ad essere finito nella lista dei papabili. È francese (ma con antenati andalusi). È nato in Algeria da cui dovette fuggire da bimbo insieme ai genitori diventando anche lui un pied-noir (da qui la sua attenzione al destino dei migranti). Ha una formazione teologica solida al pari, anche se ovviamente non agli stessi livelli, di un Benedetto XVI. Ha uno spirito pastorale e un’attenzione al dialogo con l’islam (Marsiglia, la città di cui è arcivescovo, è ormai quasi più musulmana che cristiana) che lo avvicina alla figura di un Papa Francesco. Con in più una bonarietà, unita ad una certa “rotondità”, che fa ricordare la figura di un Giovanni XXIII.
Da quando è diventato papabile dicevano: «troppo giovane, e non sa l’italiano»
Al netto di questi aspetti favorevoli, venivano però registrati, anche due limiti oggettivi. L’età, relativamente giovane. Con i suoi 66 anni compiuti lo scorso dicembre, Aveline potrebbe rimanere sul Soglio di Pietro per un ventennio abbondante. Forse troppo, visti l’accelerazione nei tempi che caratterizza questa nostra epoca. Oltre a questo limite anagrafico, non insormontabile, veniva inoltre sottolineato anche quello della sua mancata conoscenza della lingua italiana. Su questo punto però il cardinale arcivescovo di Marsiglia negli ultimi giorni ha voluto offrire una risposta, indiretta ma non troppo. Infatti, sia nel suo intervento durante la Congregazione generale di sabato 3 maggio 2025, sia nella messa celebrata ieri nella parrocchia di cui è titolare, Santa Maria ai Monti, il porporato transalpino ha voluto parlare nella lingua di Dante, e lo ha fatto con sufficiente sicurezza.
La soddisfazione dell’ambasciata francese anche per il miracolo della borsa ritrovata
La cosa è stata notata con piacere dall’ambasciatrice di Francia presso la Santa Sede, presente alla funzione, e anche dalla cospicua squadra (complice anche il fatto che altri papabili come Pietro Parolin, Mario Grech, Matteo Zuppi o Luis Antonio Tagle domenica 4 maggio non hanno celebrato in pubblico) di cronisti che hanno seguito la celebrazione. Che poi il ritrovamento nel quartiere Monti della borsa persa dal cardinale giorni prima, sia stato definito dal parroco quasi un “miracolo”, è un “plus” che non guasta. Anzi.
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