Slitta al 2027 la riforma della vita indipendente per le persone con disabilità: occasione persa o tempo necessario?

C’è un prima e un dopo nella narrazione pubblica e istituzionale della disabilità in Italia. Il Decreto Legislativo 62 del 3 maggio 2024, uno dei provvedimenti più significativi della Legge Delega 227/2021, è stato accolto con entusiasmo come un cambio di paradigma. Secondo la ministra per le disabilità Alessandra Locatelli si tratta di un punto […] The post Slitta al 2027 la riforma della vita indipendente per le persone con disabilità: occasione persa o tempo necessario? appeared first on The Wom.

Mar 27, 2025 - 01:58
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Slitta al 2027 la riforma della vita indipendente per le persone con disabilità: occasione persa o tempo necessario?
Il Decreto Legislativo n. 62/2024, che si occupa di dare una definizione “della condizione di disabilità, della valutazione di base, di accomodamento ragionevole, della valutazione multidimensionale per l’elaborazione e attuazione del progetto di vita individuale personalizzato e partecipato, capace di introdurre così nuove modalità di valutazione e supporto per le persone con disabilità”, slitta purtroppo al 2027. Il Governo parla di “transizione più solida”, ma alcune associazioni, persone con disabilità e famiglie temono che si tratti dell’ennesimo rinvio sui diritti

C’è un prima e un dopo nella narrazione pubblica e istituzionale della disabilità in Italia. Il Decreto Legislativo 62 del 3 maggio 2024, uno dei provvedimenti più significativi della Legge Delega 227/2021, è stato accolto con entusiasmo come un cambio di paradigma. Secondo la ministra per le disabilità Alessandra Locatelli si tratta di un punto di svolta: non più un approccio assistenzialista ma una valorizzazione piena della persona, dei suoi desideri, delle sue scelte. Il decreto introduce infatti un nuovo modello di valutazione multidimensionale, il superamento delle visite di rivedibilità, l’eliminazione di un linguaggio obsoleto e stigmatizzante dai testi normativi, e soprattutto il Progetto di Vita personalizzato e partecipato.

Un’idea forte, ambiziosa: ogni persona con disabilità viene vista come protagonista della propria vita, con il diritto di definire obiettivi, supporti, percorsi in modo integrato tra servizi sanitari, sociali, scolastici, abilitativi

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Riforma sulla vita indipendente: dal sogno alla realtà (per ora rimandata)

Ma a febbraio 2025, con il Decreto Milleproroghe, è arrivata la notizia che ha cambiato tutto: la riforma slitta al 1° gennaio 2027. Due anni in più di sperimentazione, venti province coinvolte, una fase transitoria più lunga.

La ministra Locatelli ha ribadito che “la riforma è un obiettivo del PNRR e questo di per sé è garanzia di tempi certi, insieme alla mia ferma volontà di cambiare un sistema ormai vecchio e rigido, che non funziona più”. La scelta di allungare a 24 mesi la sperimentazione, estendendola ad altre 11 province, viene vista come un modo per garantire una messa a terra più solida ed efficace.

Tuttavia, se da un lato si comprende la necessità di rodare un impianto complesso e innovativo, dall’altro cresce il timore che questa dilazione temporale finisca per depotenziare la portata trasformativa della riforma

Alcune federazioni, come FISH e FAND vedono nella proroga l’opportunità di evitare storture applicative e diseguaglianze, mentre altre realtà del mondo associativo denunciano il rischio che il rinvio rappresenti una battuta d’arresto, o peggio, un freno alle aspettative generate.

Eppure, come ha ricordato Vincenzo Falabella, presidente di FISH, “questa riforma non è un punto di arrivo ma di partenza”. Il Progetto di vita non è una concessione, ma un diritto. E come tale, merita strumenti chiari, risorse adeguate, tempi certi.

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Una responsabilità condivisa

In molte regioni sono attivi comunque percorsi sperimentali: si stanno formando operatori, si parla di linguaggio rispettoso e centralità della persona. Ma ora occorre non perdere la fiducia: nelle istituzioni, nei territori, nelle alleanze tra persone con disabilità, famiglie, operatori, associazioni.

La ministra Locatelli ha assicurato che “indietro non si torna”, e che la sperimentazione serve a superare criticità operative, anche grazie alla collaborazione tra ministeri, INPS e Ordini professionali. In alcune province si segnalano difficoltà tecniche e carenza di personale, ma il percorso, se accompagnato bene, promette di portare a un vero cambio culturale.

Tutto ciò puo’ rivoluzionare la vita delle persone con disabilità. Ma perché ciò accada, bisogna evitare che i rinvii si trasformino in stalli. Che il tempo in più non diventi un alibi, ma un’opportunità usata bene.

Perché ogni giorno perso è un’occasione mancata di autonomia, dignità e scelta.

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