Sfondo a tinta unita su Windows 7: login fino a 30 secondi più lento

Raymond Chen ha svelato un curioso bug di Windows 7: impostare uno sfondo a tinta unita poteva rallentare il login di ben 30 secondi. Ecco svelato il motivo.

Apr 29, 2025 - 10:29
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Sfondo a tinta unita su Windows 7: login fino a 30 secondi più lento

Quando un utente accede a Windows, il sistema non mostra immediatamente il desktop: attende che tutte le componenti del profilo utente siano inizializzate correttamente. Tra queste troviamo: la barra delle applicazioni, i servizi in background, le icone del desktop e, naturalmente, lo sfondo del desktop. Raymond Chen, ingegnere software con oltre 30 anni di esperienza nello sviluppo di Windows, racconta una curiosità “inedita”: il login in Windows 7 poteva durare fino a 30 secondi in più se l’utente avesse impostato uno sfondo a tinta unita.

Di primo acchito, sembrerebbe qualcosa di controintuitivo. Come può uno sfondo così semplice caricarsi più lentamente di un’immagine ad alta risoluzione?

Perché Windows 7 era lento nel caricamento del desktop con uno sfondo a tinta unita

Molti utenti, per preferenze personali o prestazioni, scelgono uno sfondo a tinta unita. Una decisione apparentemente banale, ma che in Windows 7 poteva portare a una persistenza anomala della schermata di benvenuto fino a 30 secondi, anche su macchine veloci. Come spiega Chen, il motivo è riconducibile a un errore di logica nel flusso di inizializzazione dell’ambiente desktop.

Il codice responsabile dell’inizializzazione dello sfondo seguiva una logica simile alla seguente:

InitializeWallpaper()
{
    if (wallpaper bitmap defined)
    {
        LoadWallpaperBitmap();
    }
}

La funzione LoadWallpaperBitmap aveva il compito di individuare l’immagine a livello di file system, caricarla in memoria quindi posizionarla sul desktop concludendo l’operazione con una segnalazione WallpaperReady.

Tuttavia, se non era impostata alcuna immagine bitmap – cioè, se lo sfondo era a tinta unita – la funzione non eseguiva LoadWallpaperBitmap(), di conseguenza nessun segnale di completamento veniva mai inviato. Il sistema rimaneva così in attesa di un evento che non si sarebbe mai verificato.

Il secondo caso: le icone del desktop e le policy aziendali

Un altro esempio simile è legato alla policy di sistema utilizzabile per nascondere le icone del desktop. Anche qui, un semplice blocco condizionale mal posizionato causava l’omissione della segnalazione DesktopIconsReady:

InitializeDesktopIcons() {
    if (desktop icons allowed by policy) {
        bind to the desktop folder;
        enumerate the icons;
        add them to the screen;
        Report(DesktopIconsReady);
    }
}

Se la policy impediva la visualizzazione delle icone, l’intero blocco veniva saltato, inclusa la chiamata a Report(). Il risultato era lo stesso descritto al precedente paragrafo: la schermata di benvenuto rimaneva visibile per l’intero timeout di 30 secondi, anche se il sistema e il desktop erano già pronti.

Una questione di progettazione e retrocompatibilità

Le problematiche descritte da Chen derivano da una logica condizionale mal strutturata, ma il loro impatto si è manifestato in modo davvero significativo. Un ritardo di 30 secondi al momento del login non è qualcosa che passa inosservato. Tanto che Microsoft, all’epoca, si affrettò a confermare l’anomalia e a fornire indicazioni per risolverla.

Va notato che Microsoft ha risolto entrambi i problemi già nel novembre 2009, pochi mesi dopo il rilascio ufficiale di Windows 7, attraverso aggiornamenti correttivi.

Sono comunque esempi concreti di come l’aggiunta di funzionalità (come il supporto alle policy aziendali) o l’ottimizzazione delle risorse (uso di uno sfondo a tinta unita) possa generare effetti collaterali imprevisti quando non sono puntualmente considerati tutti i percorsi di esecuzione.

L’aneddoto dello sfondo a tinta unita che rallenta il login in Windows 7 va ben oltre la curiosità tecnica: è un caso studio su come progettazione, segnalazioni asincrone e modifiche successive (ad esempio applicate attraverso l’uso delle policy) possono interagire in modi imprevisti.