Sedata e operata a sua insaputa, la paziente lo denuncia: ancora guai per Carlo Bravi, il chirurgo indagato per la morte di Simonetta Kalfus
Il medico è stato sospeso per sei mesi dal Gip di Roma. La denuncia della paziente operata due volte L'articolo Sedata e operata a sua insaputa, la paziente lo denuncia: ancora guai per Carlo Bravi, il chirurgo indagato per la morte di Simonetta Kalfus proviene da Open.

Nuove accuse per il medico Carlo Bravi, già noto alle cronache giudiziarie poiché indagato per la morte di Simonetta Kalfus. Il chirurgo plastico è stato sospeso per sei mesi dall’attività con un provvedimento firmato dal gip Paolo Scotto Di Luzio, su richiesta della Procura di Roma. Al centro dell’inchiesta, una vicenda inquietante: una paziente sarebbe stata sedata contro la sua volontà e sottoposta a un secondo intervento chirurgico, senza aver prestato alcun consenso, nel tentativo – poi fallito – di rimediare a un primo intervento non riuscito. Per la magistratura, si tratterebbe di sequestro di persona e lesioni personali.
La vicenda
Bravi era già sotto osservazione degli inquirenti per il decesso di Kalfus dopo un intervento di liposuzione. In quel procedimento l’ipotesi di reato è omicidio colposo, ma le indagini sono ancora in una fase preliminare e non ci sono al momento elementi per attribuirgli responsabilità dirette. Diverso è il contesto dell’indagine che ha portato alla sospensione del medico da parte del giudice per le indagini preliminari. I fatti risalgono a due interventi effettuati nell’arco di una mese, scrive la Repubblica. Il primo risale al 14 marzo 2024 e riguarda un’operazione di mastoplastica al seno sinistro. La paziente, insoddisfatta sia dal punto di vista estetico che funzionale, torna in ambulatorio ad aprile per avere spiegazioni.
Il secondo intervento nonostante il rifiuto della paziente
Secondo quanto ricostruito dalla procura, come riporta Repubblica, il dottor Bravi ha deciso di procedere con un secondo intervento, ma la donna si sarebbe rifiutata: è spaventata e non ha più fiducia nel medico. Sempre secondo gli atti dell’inchiesta, mentre un collega distrae la madre della paziente con una scusa per farla uscire dalla stanza, alla donna viene inserita un’agocannula nel braccio. Viene sedata e, al risveglio, scopre che il nuovo intervento è stato effettuato senza il suo consenso. Anche in questo caso, il risultato si rivela insoddisfacente. La paziente presenta denuncia pochi giorni dopo. Gli inquirenti — il procuratore aggiunto Sergio Colaiocco e la pm Eleonora Fini — hanno acquisito testimonianze, documenti clinici, e sentono altri soggetti coinvolti.
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