Sciopero degli educatori scolastici che supportano gli studenti con disabilità: “Basta precariato”
Fanno un lavoro delicato ed essenziale. Senza di loro migliaia di studenti e studentesse con disabilità non potrebbero restare a scuola ma sono sottopagati, hanno contratti da collaboratori coordinati continuativi e restano senza stipendio nei mesi estivi. Sono gli assistenti all’autonomia e alla comunicazione ovvero i cosiddetti educatori o per essere più precisi assistenti alla […] L'articolo Sciopero degli educatori scolastici che supportano gli studenti con disabilità: “Basta precariato” proviene da Il Fatto Quotidiano.

Fanno un lavoro delicato ed essenziale. Senza di loro migliaia di studenti e studentesse con disabilità non potrebbero restare a scuola ma sono sottopagati, hanno contratti da collaboratori coordinati continuativi e restano senza stipendio nei mesi estivi. Sono gli assistenti all’autonomia e alla comunicazione ovvero i cosiddetti educatori o per essere più precisi assistenti alla persona. Stiamo parlando – secondo i dati dell’Anief – di oltre quaranta mila persone assunti da cooperative sociali a sette euro l’ora. In queste ore, presi dalla disperazione, molti di loro sono scesi in piazza aderendo allo sciopero nazionale proclamato dal sindacato Usb. Una mobilitazione necessaria che ha messo al centro la denuncia della sospensione salariale dei contratti ciclici verticali durante il periodo estivo per chiedere l’internalizzazione del servizio presso il ministero dell’Istruzione e del Merito. Oggi, infatti, questi lavoratori sono dipendenti da cooperative che operano nelle aule in appalto per enti pubblici o Asl.
A Roma una delegazione è stata ricevuta dall’Ufficio di Gabinetto del ministero del Lavoro che si è impegnato a riportare le questioni sollevate direttamente alla Ministra Marina Elvira Calderone.
Nel corso dell’incontro sono stati affrontati temi centrali come il part time involontario, i livelli salariali inadeguati, carichi di lavoro e burnout oltre alle carenze in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro. “Lo sciopero – spiega il sindacato di Base – rappresenta un primo passo importante in un percorso di mobilitazione che dovrà proseguire con ancora più forza, anche a livello locale, per ottenere il riconoscimento del diritto a un reddito nei periodi di sospensione lavorativa e per l’internalizzazione dei servizi a partire dagli appalti dello scolastico, sottraendolo alla logica del massimo ribasso e del profitto privato”.
Una questione che ben conosce il presidente dell’Anief Marcello Pacifico: “C’è sul tavolo la proposta della senatrice Carmela Bucalo che prevede l’assunzione di questo personale come Ata così da essere inquadrati all’interno dello Stato”. I lavoratori scesi in piazza lamentano che “a fronte di alti livelli di professionalità richiesti non c’è un adeguato riconoscimento retributivo e nemmeno stabilità occupazionale. Al contrario di fronte a salari già bassi l’emergenza dello stipendio viene aggravata dalla sospensione estiva e dalla mancanza di ammortizzatori sociali”.
Sulla questione è intervenuto anche il segretario nazionale della Uil Scuola, Giuseppe D’Aprile: “Rendere stabile il lavoro di migliaia di lavoratrici e lavoratori, valorizzarne la professionalità frammentata da contratti diversi nascenti da esternalizzazioni dei servizi per la faticosa gestione richiesta ai Comuni e le Province – che continua a tradursi in disparità di trattamento economico e condizioni di lavoro precarie – richiede un intervento chiaro e definitivo”. Il numero uno della Uil denuncia in primis contratti che non raggiungono le 10 -12 ore e periodi estivi non retribuiti.
“L’inserimento di questa figura che oggi collabora all’interno del personale scolastico per i percorsi di autonomia ed inserimento dei giovani con disabilità, completerebbe – insieme alle altre professionalità operanti, oberate di incombenze che vanno oltre quelle previste dal contratto di lavoro – l’effettivo processo di inclusione scolastica. Per fare ciò – sottolinea D’Aprile – chiaramente, è necessario istituire l’organico necessario a far fronte a questa esigenza e che sia aggiuntivo rispetto all’attuale”.
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