Scienziati hanno appena scoperto cosa succede al tuo cervello quando leggi (e tutto il lavoro nascosto che svolge)

Leggere sembra un gesto semplice: uno sguardo alla pagina, e in un istante le lettere si trasformano in parole, poi in significato. Ma cosa succede davvero nella nostra mente mentre leggiamo? Una nuova ed estesa meta-analisi condotta da neuroscienziati del Max Planck Institute for Human Cognitive and Brain Sciences fa luce come mai prima d’ora...

Mag 18, 2025 - 02:04
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Scienziati hanno appena scoperto cosa succede al tuo cervello quando leggi (e tutto il lavoro nascosto che svolge)

Leggere sembra un gesto semplice: uno sguardo alla pagina, e in un istante le lettere si trasformano in parole, poi in significato. Ma cosa succede davvero nella nostra mente mentre leggiamo? Una nuova ed estesa meta-analisi condotta da neuroscienziati del Max Planck Institute for Human Cognitive and Brain Sciences fa luce come mai prima d’ora sull’incredibile lavoro nascosto del cervello durante la lettura.

Attraverso la sintesi di 163 studi di neuroimaging, che hanno coinvolto oltre 3.000 lettori adulti sani, i ricercatori hanno tracciato una mappa dettagliata della rete cerebrale della lettura. Questa mappa mostra come il cervello gestisca ogni singolo livello della lettura, dai caratteri isolati fino alle narrazioni complesse.

Ogni livello di lettura attiva un’area cerebrale diversa  

Secondo gli autori della ricerca, Sabrina Turker e Beatrice Fumagalli, la specificità dell’elaborazione varia notevolmente in base al tipo di lettura. Tutte le attività analizzate – dalla lettura di lettere a quella di testi completi – coinvolgono aree dell’emisfero sinistro, ma ogni livello stimola in modo selettivo zone diverse:

  • Lettere: attivano una porzione ristretta della corteccia occipitale sinistra, legata alla percezione visiva.
  • Parole: coinvolgono una rete più estesa, incluse regioni frontali e parietali.
  • Frasi: attivano aree legate alla sintassi e all’interpretazione del significato, come i giri temporali medio e superiore.
  • Testi: stimolano zone come il giro precentrale e l’area motoria supplementare, responsabili della memoria di lavoro e dell’integrazione di concetti complessi.

Il risultato più sorprendente? Il cervello non scala semplicemente le stesse funzioni, ma riconfigura in modo dinamico le sue attività in base alla complessità del compito.

Leggere ad alta voce o nella mente 

Lo studio rivela anche quanto lo stile di lettura influenzi l’attivazione cerebrale. La lettura ad alta voce, o “overt reading”, stimola le regioni uditive e motorie, tra cui l’insula sinistra e la corteccia temporale superiore, coinvolte nella produzione e percezione del suono.

Al contrario, durante la lettura silenziosa (“covert reading”), entra in gioco il multiple-demand network, un sistema cerebrale legato a funzioni esecutive come l’attenzione e l’autocontrollo. Questo sistema comprende aree come il polo frontale e la corteccia paracingolata, e dimostra come leggere nella mente sia un processo complesso: un discorso interiore senza suono, che richiede uno sforzo cognitivo attivo.

Parole vere o inventate? Il cervello distingue e reagisce in modo diverso

Un ulteriore livello di analisi ha confrontato la lettura di parole reali con quella di pseudoparole (sequenze come “sproke” o “glem” che suonano plausibili ma sono prive di significato). I risultati hanno confermato due percorsi neurali distinti, supportando il cosiddetto modello a doppia via della lettura:

  • Le parole reali attivano zone legate alla memoria e alla semantica, come il giro angolare, il giro temporale medio e la corteccia orbitofrontale.
  • Le pseudoparole sollecitano aree coinvolte nella decodifica fonologica, tra cui il giro precentrale e la pars opercularis del giro frontale inferiore, oltre a regioni dell’emisfero destro.

Il cervelletto, una sorpresa nella rete della lettura

Spesso associato al movimento, il cervelletto si dimostra invece più coinvolto nella lettura di quanto si pensasse. L’analisi ha evidenziato una partecipazione costante del cervelletto destro in tutte le attività di lettura, suggerendo un ruolo nella coordinazione dei movimenti oculari e nella pianificazione del linguaggio.

Il cervelletto sinistro, invece, si attiva in modo più mirato durante la lettura silenziosa e il riconoscimento delle parole, indicando un possibile contributo nella comprensione semantica.

Le decisioni lessicali non bastano

Molti esperimenti di neuroscienze si basano su compiti di decisione lessicale (stabilire se una stringa è una parola reale o meno). Tuttavia, i ricercatori del Max Planck mettono in guardia: questi compiti non riflettono accuratamente l’esperienza di lettura quotidiana.

La loro analisi ha dimostrato che la lettura silenziosa, anche di parole prive di senso, attiva reti cerebrali più profonde e connesse, come il giro fusiforme e il giro temporale medio. Al contrario, i compiti di decisione lessicale coinvolgono soprattutto circuiti frontali decisionali, tra cui la corteccia cingolata anteriore, responsabile del controllo dell’attenzione.

Un sistema flessibile e adattivo

Questa meta-analisi, una delle più ampie mai condotte, dimostra che non esiste un unico “centro della lettura”, bensì un sistema dinamico, capace di adattarsi ai diversi livelli linguistici e cognitivi richiesti dal testo.

Un risultato cruciale in un’epoca in cui milioni di persone affrontano difficoltà nella lettura, ad esempio a causa della dislessia. Comprendere il ruolo preciso di ogni regione cerebrale può contribuire a sviluppare strategie più efficaci per l’insegnamento e la riabilitazione.

Come sottolineano i ricercatori, il loro lavoro può offrire nuovi spunti per lo studio dello sviluppo della lettura e dei suoi disturbi. E, per tutti coloro che si perdono tra le pagine di un libro, questa scoperta aggiunge un tocco di magia: ogni lettura è una straordinaria impresa neurologica, un viaggio mentale che dà vita alle lettere.

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Fonte: Neuroscience & Biobehavioral Reviews

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