Vecchie immagini satellitari svelano mine dimenticate tra le risaie cambogiane In
Cambogia, fotografie scattate da
satelliti spia statunitensi negli anni ’70 e ’80 stanno diventando uno strumento vitale per rintracciare
mine antiuomo e
ordigni inesplosi disseminati nel Paese durante decenni di conflitti. La guerra civile, che ha insanguinato il territorio dal 1969 al 1998, ha lasciato una tragica eredità nascosta sotto la superficie di
giungle, villaggi e risaie: milioni di mine che continuano a mutilare e uccidere, anche a distanza di decenni. Le stime più recenti parlano di oltre
10 milioni di ordigni esplosivi disseminati, di cui
più della metà potrebbe essere ancora attiva. Dal 1998 ad oggi, più di
20.000 persone hanno perso la vita e altre
45.000 sono rimaste ferite a causa di questi dispositivi.
L’aiuto inaspettato dei satelliti del programma Hexagon Il punto di svolta è arrivato nel
2011, quando gli Stati Uniti hanno declassificato
quasi 30.000 immagini raccolte tramite il
programma Hexagon, un’iniziativa militare che negli anni della Guerra Fredda ha prodotto fotografie ad alta risoluzione di aree sensibili in tutto il mondo, tra cui l’
Asia sud-orientale. Le immagini venivano scattate su
pellicola fotografica e poi riportate a terra in speciali capsule. Oggi, queste stesse fotografie vengono utilizzate per
sovrapporre il paesaggio storico a quello attuale, grazie a tecnologie come
Google Earth. Secondo gli operatori del
HALO Trust, un’organizzazione attiva in
Cambogia dagli anni ’90 per la rimozione degli ordigni, l’uso di queste immagini ha trasformato radicalmente le operazioni di bonifica. Dove prima si avanzava lentamente, metro dopo metro, oggi è possibile
individuare con precisione antiche strade e percorsi militari, ovvero le zone più probabili in cui sono state piazzate le mine.
Un pericolo rinnovato dall’agricoltura meccanizzata Con l’espansione economica e il ritorno dei contadini nei campi, molte aree un tempo abbandonate vengono oggi
riaperte all’agricoltura. I nuovi coltivatori, spesso ignari del passato bellico della terra che lavorano, utilizzano
trattori e macchinari agricoli pesanti, capaci di attivare
mine anti-veicolo rimaste dormienti per oltre 30 anni. Il pericolo, dunque, è tornato a crescere, anche se in forma diversa. La situazione è ulteriormente complicata dal fatto che
molti dati sulla posizione originaria delle mine non sono mai stati registrati, e gran parte della
popolazione che ha vissuto la guerra sta scomparendo. I ricordi svaniscono, ma le mine restano.
Strategia e priorità: salvare vite concentrandosi sulle aree ad alto rischio Secondo il team del HALO Trust, è impossibile bonificare tutto il territorio. È dunque fondamentale
dare priorità alle aree più pericolose, individuate grazie alle
immagini storiche e alle analisi sul campo. Negli ultimi mesi, l’uso combinato di queste risorse ha permesso di identificare
nuove aree di bonifica ad alta priorità nell’ovest della Cambogia, dove si concentra la maggior parte dei vecchi campi minati. Ad oggi, sono stati bonificati
circa 3.100 chilometri quadrati di terreno, ma
restano almeno 470 chilometri quadrati ancora da analizzare. L’obiettivo dichiarato del governo cambogiano è quello di
liberare completamente il Paese dalle mine entro il 2030, ma la sfida è enorme, e ogni nuovo strumento può fare la differenza.
Satelliti spia USA aiutano la Cambogia a mappare campi minati