Rossi ricorda Simoncelli: “C’erano 22 piloti in pista, ma fui proprio io a colpirlo. È stato uno shock”

“Mi piaceva allenarmi con un pilota forte come Marco, la sua compagnia è sempre stata positiva“. Ospite al PoretCast, il podcast ideato e condotto da Giacomo Poretti, il leggendario pilota di MotoGp Valentino Rossi ha ricordato uno dei giorni più tristi della sua vita: la morte di Marco Simoncelli avvenuta il 23 ottobre 2011 sul […] L'articolo Rossi ricorda Simoncelli: “C’erano 22 piloti in pista, ma fui proprio io a colpirlo. È stato uno shock” proviene da Il Fatto Quotidiano.

Mag 2, 2025 - 16:36
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Rossi ricorda Simoncelli: “C’erano 22 piloti in pista, ma fui proprio io a colpirlo. È stato uno shock”

“Mi piaceva allenarmi con un pilota forte come Marco, la sua compagnia è sempre stata positiva“. Ospite al PoretCast, il podcast ideato e condotto da Giacomo Poretti, il leggendario pilota di MotoGp Valentino Rossi ha ricordato uno dei giorni più tristi della sua vita: la morte di Marco Simoncelli avvenuta il 23 ottobre 2011 sul tracciato di Sepang.

“La sua morte è stata veramente uno shock perché ho perso un amico, ma soprattutto sono stato parte dell’incidente fatale. C’erano 22 piloti in pista e in quel momento sono stato proprio io a colpirlo“, ha dichiarato Rossi ripensando a quel terribile pomeriggio in Malesia. Cadendo, Simoncelli perse il casco, mentre due moto che lo seguivano gli passarono sopra. Una era quella di Edwards, l’altra quella di Rossi, che ai box era molto scosso: il pluri-iridato era un grande amico di Simoncelli. “Però non ho pensato di smettere. Mi sono fatto un esame di coscienza, ho capito che non avrei potuto evitare quella fatalità. Mi è rimasto il rammarico di aver perso un grande amico con cui dal 2006 ho trascorso tanto tempo insieme. – ha sostenuto Rossi – “Il Sic era simpatico, sanguigno, un romagnolo doc. Poi è diventato un mio rivale e lì le cose diventano sempre un po’ complesse”.

Da quell’esperienza, un paio di anni dopo, ha cominciato a prendere forma l’idea di fondare l’Academy. “Sì, è venuta fuori la volontà di mettere in piedi qualcosa che potesse aiutare i piloti italiani ad arrivare in MotoGp e a vincere”. E per l’ex pilota si tratta di un progetto tanto intrigante quanto faticoso: “È un bell’impegno perché i piloti di base sono tutti delle teste di c***o e gestirli è difficile, ma dà un gran gusto”.

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