Rory McIlroy Masters Champion, il coronamento di un sogno tra alti e bassi

11 interminabili anni. Questo il lasso di tempo che Rory McIlroy ha dovuto aspettare prima di coronare, ieri pomeriggio, il sogno di una vita: vincere il The Masters e guadagnarsi, così, un posto tra i grandi. Sì, perchè solamente 5 giocatori prima del nordirlandese sono riusciti nell’impresa di vincere tutti e 4 i Major nel […]

Apr 14, 2025 - 13:38
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Rory McIlroy Masters Champion, il coronamento di un sogno tra alti e bassi

11 interminabili anni. Questo il lasso di tempo che Rory McIlroy ha dovuto aspettare prima di coronare, ieri pomeriggio, il sogno di una vita: vincere il The Masters e guadagnarsi, così, un posto tra i grandi. Sì, perchè solamente 5 giocatori prima del nordirlandese sono riusciti nell’impresa di vincere tutti e 4 i Major nel corso della propria carriera (Career Grand Slam). Gene Sarazen, Ben Hogan, Gary Players, Jack Nicklaus e Tiger Woods, rigorosamente in ordine cronologico, hanno apposto il loro nome su ciascuno dei maggiori trofei al mondo e, a dirla tutta, mancava davvero solamente quello di McIlory.

Un inseguimento, quello della “Green Jacket”, che è durato una vita intera. Ma dopo l’ultimo PGA Championship vinto nel 2014, l’Augusta National si è lentamente trasformato in un tormento per il 35enne di Holywood.  Proprio quell’anno McIlroy fece la sua prima top 10 a Magnolia Lane passando per il rotto della cuffia il taglio dopo due giorni iniziali in 71-77. Fu proprio allora che iniziò una sequela di giri da incubo che impedirono il compimento di quello che viene definito come il più grande riconoscimento alla carriera golfistica.
Nel 2015 partì con un 71-71, troppo poco per impensierire Jordan Spieth… Nel 2016 siglò un +5 (77) colpi) la domenica e chiuse a 6 distanze da Danny Willett. Due anni dopo, nel 2018, dopo aver messo nel mirino le prime posizioni con un ottimo 65 (-7) nel terzo giro, chiuse in T5 a 6 colpi da Patrick Reed dopo una domenica disastrosa in +2.

Tuttavia il nordirlandese non si è mai dato per vinto, era solo una questione di tempo. Nel 2022 nessuno avrebbe mai creduto che, dopo uno score totale di +1 dopo 3 giri, Rory potesse concedersi il lusso del 2° posto dietro a Scheffler grazie ad un round in -8. È stato forse quello il “turning point”, il momento in cui Augusta si è mostrato “vulnerabile” e battibile. Non ha battuto ciglio neanche dopo il taglio mancato nel 2023 e dopo il 77 nella seconda giornata del Masters 2024.

Quest’anno i presupposti c’erano tutti nonostante un field pressoché perfetto. Le due vittorie in stagione (all’AT&T Pebble Beach Pro-Am e al The Players) lo catapultavano, di fatto, tra i grandi favoriti. Ciononostante, il doppio bogey iniziale e il doppio bogey alla 13 nell’ultimo round hanno lasciato tutta la Georgia con il fiato sospeso. Un incredulo e spiazzato Bryson DeChambeau, compagno di partenza del nordiralndese, non è stato in grado di capire il momento e mettere pressione all’avversario. DeChambeau è parso nervoso sui green e non lucido con i ferri lunghi come al suo solito. Diverso, invece, l’atteggiamento dell’inglese Justin Rose, leader dopo le prime due giornate ma sceso a -5 con un 75 durante il “Moving Day”. Forte della sua esperienza al Masters, è riuscito a protrarre il torneo ai playoff grazie ad uno score che recita 10 birdie e 4 bogey. Una lucidità e una cattiveria che molti si aspettavano ma su cui non tutti speravano più dal nativo di Johannesburg.

Un Masters che ha regalato gioie non solo al vincitore ma anche al pubblico. Vedere Patrick Reed, attualmente tra European Tour e LIV Tour, risorgere dalle ceneri e agguantare il 3° posto ha dell’incredibile. Assistere ad uno Scottie Scheffler perennemente nelle top 10 di tutti i tornei ha dell’assurdo. Confermare Ludvig Aberg come uno dei più forti giocatori attualmente in circolazione è stupendo.

È mancato qualcosa all’89ª edizione del Masters? Forse sì. Oltre a non aver avuto per il secondo anno consecutivo nessun italiano al via, l’assenza di Tiger Woods di rosso vestito la domenica sui fairway immacolati di Augusta si è fatta sentire, che lo si voglia o no. Dopo il risultato tanto atteso, però, sappiamo che la “Legacy” è ormai compiuta. Ci sarà da vedere nei prossimi anni chi raccoglierà lo scettro di Rory McIlroy e porterà a termine l’impresa a cui ciascun golfista ambisce.