Rinnovabili, interrogazione FdI contro gli “assalti speculativi”

Frenare la “moltiplicazione dissennata di progetti” di impianti a fonti rinnovabili, la cui realizzazione “deturpa già da oggi territori unici al mondo per bellezza del paesaggio e biodiversità, trasformandoli in aree industriali potenzialmente oggetto di ulteriori assalti speculativi”. Questo il tenore dell’interrogazione presentata giovedì 8 maggio alla Camera (seduta n. 477) da un deputato di […] The post Rinnovabili, interrogazione FdI contro gli “assalti speculativi” first appeared on QualEnergia.it.

Mag 12, 2025 - 13:47
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Rinnovabili, interrogazione FdI contro gli “assalti speculativi”

Frenare la “moltiplicazione dissennata di progetti” di impianti a fonti rinnovabili, la cui realizzazione “deturpa già da oggi territori unici al mondo per bellezza del paesaggio e biodiversità, trasformandoli in aree industriali potenzialmente oggetto di ulteriori assalti speculativi”.

Questo il tenore dell’interrogazione presentata giovedì 8 maggio alla Camera (seduta n. 477) da un deputato di un partito al Governo, Fabrizio Rossi di Fratelli d’Italia (FdI).

Rossi prende le mosse dalla situazione in Toscana, Regione che “ha individuato circa 60.000 ettari di aree idonee, che potrebbero ospitare impianti per una capacità stimata fino a 40 gigawatt, ben superiore al fabbisogno reale”.

Come per “fino a 40 GW”, Rossi prosegue poi alimentando la confusione tra richieste di autorizzazioni e di connessioni  e i progetti che possono poi effettivamente realizzarsi, che come noto sono molti meno, dato che le domande restano per la maggior parte sulla carta e spesso riguardano gli stessi siti, per cui incompatibili tra loro.

Cita così la provincia di Grosseto, “dove risultano presentati dieci progetti di parchi eolici per complessive 104 turbine alte 200 metri per un totale di 658 MW; quattro di tali iniziative risultano promosse da società con capitale sociale di soli 2.500 euro”.

Il deputato evidenzia che uno dei progetti, il Parco Eolico Scansano, ha già ricevuto parere negativo dalla regione Toscana in sede di Via per impatto paesaggistico e ambientale sproporzionato.

Scrive poi che la “Maremma Toscana è nota nel mondo per i suoi paesaggi unici e riconoscibili ed ha riscattato un passato di miseria investendo in un’agricoltura di qualità ed in un turismo rivolto agli amanti della natura. Non merita di vedere modificato tutto da queste speculazioni né di vedere trasformate le colline del Morellino in ‘area industriale’ a seguito dell’installazione di queste pale eoliche impattanti”.

Nell’interrogazione, rivolta al ministero dell’Ambiente e a quello della Cultura, Rossi chiede se il Governo intenda adottare iniziative di competenza allo scopo di frenare, come detto, la “moltiplicazione dissennata” delle rinnovabili sul territorio.

Altra richiesta è “adottare iniziative di carattere normativo volte a introdurre requisiti minimi di solidità economica, tecnica e reputazionale” per chi propone gli impianti a fonti rinnovabili, oltre a “evitare fenomeni speculativi e un eccesso di autorizzazioni in aree di pregio non coerenti con la reale capacità di produzione necessaria al 2030”.

Critiche così accese contro le rinnovabili non sono una novità, come testimoniano molte scelte regionali – in primis della Sardegna – nel disciplinare le aree idonee con criteri più restrittivi rispetto alle norme nazionali.

In questo caso però la “crociata” anti-rinnovabili arriva da un deputato di maggioranza ed è sintomatica di quanto sia complicato far accettare determinati progetti sui territori.

In Toscana, ricordiamo, la proposta di legge sulle aree idonee prevede che il 70% del territorio sia non idoneo all’installazione degli impianti, mentre l’eolico è rimasto del tutto escluso dalle proposte di semplificazione e accelerazione delle autorizzazioni.

Nel presentare la proposta di legge al Consiglio regionale a fine gennaio, l’assessora alla Transizione ecologica Monia Monni aveva spiegato che lo scopo della norma è “farsi carico delle preoccupazioni delle amministrazioni, dei cittadini, degli agricoltori e trovare un punto di equilibrio che ci consenta di raggiungere gli obiettivi di conversione energetica fondamentali e indifferibili, urgenti ma di tenerla in equilibrio con la conservazione del paesaggio in una visione evolutiva […]”.

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