Rifugiamoci nell’oro (da investimento)

Claudio Boso, fondatore e presidente di Careisgold S.p.A.: «L'oro non è un bene speculativo: deve proteggerci dall’inflazione, dalle crisi, dall’instabilità dei mercati». Ecco come funzionano i piani di acquisto ricorrente L'articolo Rifugiamoci nell’oro (da investimento) proviene da Economy Magazine.

Mag 16, 2025 - 22:48
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Rifugiamoci nell’oro (da investimento)

«Mi creda, in un’epoca come la nostra, c’è una parola che suona più attuale che mai: rifugio. Perché noi vendiamo il re dei beni rifugio: l’oro. È convincente, rassicurante e pacato, Claudio Boso, quando parla del suo lavoro, anzi della sua passione. «Sì, pensavo all’oro e al suo mercato già quindici anni prima di impegnarmi come imprenditore. Poi nel 2017 ho cominciato. E devo dire che è andata bene, oltre ogni attesa. Ma attenzione: per noi di Careisgold, l’essenziale è che il nostro pubblico non guardi all’oro come a un bene speculativo, anche se negli ultimi tempi sul mercato si respirava un’aria di quel genere. Noi vendiamo l’oro per quello che è: un bene rifugio, un bene di protezione. Deve proteggerci dall’inflazione, dalle crisi, dall’instabilità dei mercati. E lo fa bene! È solo da poco che alcuni lo considerano un prodotto speculativo. Ripeto, non è così. Soltanto una parte – direi il 15% – dei propri averi deve essere investito in oro. Ci teniamo moltissimo a sottolinearlo. Non deve passare il messaggio: compra oro, che subito ci guadagni».

Non ci si crede, vero? Da queste parti – siamo a Villafranca di Verona, sede di Careisgold – non si sente ripetere il solito disco-di-vendita tipico di tante realtà – pur regolari, per carità! – che collocano prodotti da investimento. Qui è diverso: l’approccio è serio, serissimo. Quasi rigido. Anche se la comunicazione è nel sangue di quest’uomo cordiale, un ladino di Campitello di Fassa, self-made-man («Sono figlio di una giovane ragazza madre che faceva la cameriera stagionale», ha raccontato lui). Al punto da aver lanciato uno spot in cui segue le orme di un capostipite, Ennio Doris, che tra i primissimi capitani d’impresa scelse di esporsi personalmente in tv, come poi fecero altri: Fabrizio Amadori, Tommaso Dragotto, Giovanni Rana. «Sì, l’idea dello spot è proprio quella di metterci la faccia – conferma lui – perché viviamo in un mondo non privo di persone scorrette, che si nascondono a volte dietro sigle ed etichette indistinguibili. Noi invece siamo qui, alla luce del sole».

Siete una società per azioni con 2 milioni di euro capitale, siete iscritti alla Banca d’Italia come Operatore Professionale in Oro e Banco Metalli con il codice n°5008578, e avete la Licenza di Pubblica Sicurezza rilasciata dalla Questura per la distribuzione di Oro Puro Fisico da investimento. Bene! Ma… perché crede tanto nell’oro da averne fatto una professione?

Stiamo parlando di un bene che, lo dicevo già prima, è il re dei beni rifugio. Oro puro 24 carati, di purezza 999,9‰, sostanzialmente dotato dello stesso valore in tutto il mondo, a differenza delle gemme che sono tutte diverse una dall’altra e devono essere valutate individualmente. Un bene che l’umanità considera prezioso da millenni. Un bene che certamente ha le sue fluttuazioni nei mercati, ma che storicamente è sempre riuscito a conservare il proprio valore nel lungo periodo.

Dunque chiariamo subito una cosa: l’oro è meglio dei diamanti?

È un confronto così estremo da risultare assurdo, e lo dico avendo studiato molto i diamanti. C’è stato un periodo in cui, tra prezzi d’acquisto e riacquisto, i diamanti vedevano oscillazioni del due o trecento per cento. Alcune banche anche importanti hanno forse preso il tema con un po’ di superficialità. È andata a finir male. Ma l’oro è tutta un’altra cosa. Nel caso dell’oro si può e si deve parlare di beni da investimento, e io che vengo dal settore delle reti di vendita lo so per esperienza. Proprio nelle reti lavoravo quando nel 2017 decisi di lanciarmi nel settore dell’oro.

E come mai?

Lo racconto sempre. In quell’anno, mia mamma è mancata e mi ha lasciato qualche lingottino d’oro. Non sapevo nemmeno che li avesse. Me ne sono appassionato. Ho notato che le grandi reti tedesche di distribuzione dei prodotti da investimento li vendevano, e anche da noi nel 2000 c’era stata la liberalizzazione della vendita e dell’acquisto di oro anche ai e dai privati. Ho cercato di capire le specifiche dinamiche di quel mercato. La riflessione che mi ha stimolato è stata constatare come molte persone, dopo tanti anni di crisi finanziaria delle Borse, dei derivati, del debito pubblico, fossero stanche di investire in titoli di carta, senza sapere dove veramente andassero a finire i loro soldi. Così, ho pensato che proporre l’oro fisico da investimento rispondesse a questa sensazione, a questa stanchezza. Ma c’era uno scoglio, davanti a me…

Quale, presidente Boso?

Un’opinione corrente, all’epoca diffusissima, nella testa delle persone: che cioè l’oro fosse un bene riservato soltanto alle persone molto ricche. Non è così, e oggi noi lo dimostriamo. Abbiamo creato un sistema che permette anche ai comuni, piccoli risparmiatori di costruirsi la propria riserva aurea. Abbiamo lavorato tanto, tantissimo in quel senso. E ci siamo riusciti.

Ci racconti.

L’idea chiave, per rendere accessibile a tutti l’investimento in oro, è stata quella di inserire anche in questo settore ciò che aveva dato un grande impulso alla vendita di prodotti finanziari come polizze vita e fondi di investimento: ossia un piano d’acquisto ricorrente, per comprare oro sopra il grammo – dove lo Stato non applica l’Iva – che in sigla chiamiamo Par. Accanto a questa formula, che spalma nel tempo l’acquisto per una costruzione graduale della propria riserva, abbiamo aggiunto un’offerta di servizi che non esito a definire unica.

Ci faccia capire meglio: l’oro oltre il grammo non paga l’Iva?

No, per lo Stato oltre il grammo l’oro è considerato moneta. E dunque nel tempo, comprando un grammo ogni tanto, ci si crea la riserva personale. Altrimenti, naturalmente, si può acquistare subito quantitativi superiori, a partire dai 100 grammi!

Che oggi costano circa 9000 euro (al momento in cui scriviamo)…

Eh sì, il metallo giallo è salito tantissimo. Ricordiamo tutti quando nel 2004/2005 l’oro valeva 10 euro a grammo.

Ci spiega meglio che significa quella definizione che avete anche voi di “Banco Metalli”?

È una definizione tradizionale che indica letteralmente una… banca dei metalli. Molti di questi operatori trattano infatti anche altri metalli preziosi, come argento e platino. Tutti questi banchi comprano l’oro dalle raffinerie e lo portano sul mercato al dettaglio, spesso facendosi guerra sul prezzo. Ma le raffinerie hanno per tutti più o meno lo stesso prezzo, e dunque i margini possibili sono esilissimi.

E voi come fate?

Abbiamo fatto una scelta diversa: assieme all’oro, vendiamo anche servizi annessi e connessi di prim’ordine. In tanti casi, questi mancano alla clientela, la quale deve acquistarli a parte o semplicemente farne a meno, con estremo disagio. Innanzitutto, facciamo noi materialmente l’acquisto dell’oro per conto del cliente. Ne abbiamo oltre 20mila, tra persone fisiche e aziende, che versano mensilmente la quota del proprio piano d’accumulo: ogni mese entrano oltre 20mila Sepa. Nel momento in cui riceviamo il denaro, eseguiamo l’acquisto in nome e per conto del cliente, procediamo allo stoccaggio e, se richiesto, anche alla spedizione dei lingotti acquistati, dalla raffineria ai caveau.

Avete anche caveau?

Non sono nostri: ci avvaliamo dei caveau di Battistolli, la realtà leader in Italia nei servizi di sicurezza, che gestisce anche grandi volumi di contanti per Banca d’Italia. Poi ci sono clienti che desiderano conservare il loro oro all’interno di caveau centralizzati e clienti che invece vogliono portarsi a casa i loro lingotti.

E in questo caso?

È un altro dei servizi che forniamo: organizziamo noi la spedizione.

Siete assicurati?

Altroché! Ci mancherebbe altro. Insieme all’utilizzo del caveau diamo al cliente una copertura assicurativa Lloyd’s del 100% sull’oro contenuto all’interno. Oltre a questo, garantiamo il riacquisto dell’oro custodito dai clienti nel caveau. Per noi, la sicurezza delle transazioni e l’affidabilità per i clienti è tutto. Consideri che noi di Careisgold trattiamo solo lingotti provenienti da raffinerie inserite nella Good Delivery List, e in Italia, solo tre società hanno ottenuto questa certificazione.

E poi gestite l’oro nominale. Cosa vuol dire?

Se il cliente desidera avere e conservare il proprio oro a casa, basta una loro richiesta e noi la inoltriamo a Battistolli. Questi, a loro volta, chiedono conferma al cliente per la ricezione dei lingotti, il tutto con firma Otp, in totale sicurezza e discrezione. Ci sono tanti clienti che vogliono vedere e toccare i loro lingotti, perché… semplicemente perché sono belli e preziosi!

E perché lo chiamate “oro nominale”?

Perché normalmente i banchi metalli prendono i lingotti e li conservano in un forziere comune. Ogni cliente sa di avere il suo quantitativo di oro, ma non può avere proprio i “suoi” lingotti. Noi, avendo oltre 20mila clienti, abbiamo deciso di “targare” ogni singolo lingotto.

Una carta d’identità!

Sì, in ogni istante sulla nostra app i clienti possono vedere la situazione del loro accantonamento in oro. Ma vedono anche il numero dei loro lingotti, i loro codici e anche il codice della bag dell’oro nominale. Ma la cosa più bella e più importante è che il cliente ha a disposizione anche tutte le fatture dell’oro acquistato. Vede, attualmente c’è una normativa del 2024 secondo cui, quando un privato va a rivendere l’oro, se esibisce le relative fatture d’acquisto paga il 26% soltanto sulla plusvalenza, ossia soltanto sul maggior valore eventualmente incamerato nella vendita, rispetto al prezzo d’acquisto. Se invece la fattura d’acquisto non c’è, il cliente paga il 26% sull’intero valore della vendita, e non solo sul margine.

Ci permetta di farle i conti in tasca. Nel 2024 – e complimenti! – avete fatturato 81,7 milioni di euro. Avete la bellezza di 52 dipendenti, di cui 12 addetti all’informatica, e circa 1000 liberi professionisti che rappresentano i vostri servizi. Da dove nascono i vostri guadagni?

Da una fee d’entrata (il costo del servizio di apertura deposito, in sigla: Sad) che copre sia le provvigioni per i nostri venditori che tutti i servizi erogati. Il compenso complessivo è anche legato alla quantità e al prezzo di mercato. Insomma, c’è una variabilità di commissioni legata alla quantità e al valore della transazione.

Ci descriva la sua azienda…

Siamo una S.p.A. del gruppo Care Holding, un’azienda famigliare. Abbiamo diverse divisioni al nostro interno. La prima è la Divisione Prime, specializzata nella proposizione di oro fisico in tutta Italia. Si tratta di un dipartimento dedicato anche a neofiti che desiderano approcciarsi a un business nuovo, con grandi margini di crescita e di carriera. Poi abbiamo la Divisione Private, che si interfaccia soprattutto con operatori finanziari: agenti assicurativi, broker, subagenti, consulenti. All’interno della Divisione Private ce n’è un’altra, si chiama Oro Prestige, che offre una nuova opportunità per le gioiellerie.

Cioè?

Cioè le gioiellerie non possono vendere oro da investimento, per legge, ma offriamo loro la possibilità di avere al loro interno un incaricato di Careisgold che presenta i nostri prodotti. Questo dà una grande mano alle gioiellerie per ampliare l’offerta e attrarre nuova clientela.

Cosa si profila al vostro orizzonte aziendale?

Da aprile siamo sotto il controllo dell’Oam (Organismo Agenti e Mediatori) nel Registro degli Operatori Professionali in oro (Opo). Questa è sicuramente un primo passo verso una regolamentazione più chiara e trasparente del settore dell’oro da investimento è ciò giova sia a noi che al pubblico. Da parte nostra, ci impegniamo in modo maniacale per operare alla luce del sole, con serietà e onestà. Ad esempio, noi non incassiamo contanti, ogni transazione è tracciata digitalmente.

Dove arriverà il prezzo dell’oro?

Le rispondo con tutta onestà e mi creda: io mi auguro che la crescita del valore si moderi perché è quasi esagerato: passare da 50 a più di 90 euro al grammo in due anni non è normale. Se la richiesta è così importante è perché la gente si aggrappa alle cose tangibili. Le poche rimaste. Si protegge dietro beni che può tenere in mano, è stanca di investire i propri soldi e non sapere dove vanno a finire, senza sapere cosa ne viene fatto.

In media, quanto oro richiedono i vostri clienti tramite i vostri piani?

In media, 500 grammi a persona.

Anche in monete?

No, monete non ne trattiamo, è un altro mercato, sconfina nell’antiquariato. Vendiamo oro puro fisico. Mi creda, è tanta roba.

Dove volete arrivare?

Se intende sul piano economico, posso dirle che abbiamo pianificato 140 milioni di fatturato e siamo in linea nel primo trimestre dell’anno… ma senza mollare di un millimetro sulla qualità del servizio! Ecco, il messaggio è che ci teniamo a far le cose fatte bene. La mia visione è che un giorno ogni famiglia italiana abbia la propria riserva aurea personale. Questo è il mio sogno. E penso che ora sia il momento giusto per poterlo realizzare… anzi, lo stiamo già realizzando! Siamo dentro un mercato oggettivamente senza limiti, per questo non ci poniamo confini: le opportunità sono infinite e… per tutti.

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