Red Bull, nuovo setup sospensivo e gestione degrado: preview GP Giappone
Red Bull deve reagire in. Il recente rendimento sciorinato in F1 non è sufficiente per garantire a Verstappen la competitività necessaria. Il Gran Premio del Giappone rappresenta un appuntamento chiave per la RB21, una monoposto che sta ancora completando la sua curva di apprendimento. La scuderia di Milton Keynes ha fissato come obiettivo di sviluppo […]

Red Bull deve reagire in. Il recente rendimento sciorinato in F1 non è sufficiente per garantire a Verstappen la competitività necessaria. Il Gran Premio del Giappone rappresenta un appuntamento chiave per la RB21, una monoposto che sta ancora completando la sua curva di apprendimento. La scuderia di Milton Keynes ha fissato come obiettivo di sviluppo la quinta gara della stagione, prevista a Jeddah.
Partendo dal presupposto che potrebbero arrivare alcune novità pure a Suzuka, l’obiettivo della squadra austriaca è quello di implementare migliorie fondamentali sulla vettura e consolidare il pacchetto tecnico. Giovedì scorso, presso la factory in Inghilterra, il gruppo di lavoro ha tenuto un meeting strategico molto importante, necessario per programmare il processo di sviluppo per risolvere del tutto il problema degrado.
Manovre e organizzazione della squadra austriaca
Al momento la vettura è ancora piuttosto difficile da guidare, a causa di una finestra di funzionamento troppo ristretta, un po’ quello che sta succedendo alla Ferrari. Parliamo di un problema che si riflette chiaramente in pista. La squadra è già al lavoro per risolvere diverse criticità, alcune delle quali abbiamo già notato sin dai test pre-stagionali. Tuttavia non mancano alcune note positive
La seconda versione del fondo, inizialmente testata in Bahrain con risultati deludenti, è stata ottimizzata e finalmente ha prodotto i riscontri concreti a Shanghai. In Australia, Verstappen ha utilizzato questa configurazione per tutto il weekend, e in Cina è stato confermato lo step evolutivo in quell’area della vettura. Il team ha sfruttato i dati raccolti nei tre giorni di test per capire le modifiche necessarie.
L’aumento della comprensione sulla componente ha portato i risultati attesi, attraverso un lavoro estenuante al simulatore. Provvedimento al quale ha partecipato in pianta stabile il talento di Hasselt, impegnato nel collaudare la monoposto per realizzare uno step competitivo. Sbloccare il potenziale della RB21 attraverso il setup era l’intento, che sarà messo nuovamente alla prova nella pista nipponica.
Il basso drag è l’arma cruciale della RB21
Suzuka impone un’elevata efficienza aerodinamica, un parametro su cui Red Bull ha lavorato duramente durante l’inverno, peraltro ottenendo ottimi risultati. Sotto questo profilo, il valore della RB21 è comparabile, se non superiore, a quello della McLaren. Questo elemento, combinato con un buon livello di carico aerodinamico, la rende molto agile nelle curve veloci, come dimostrato nel T2 del Gran Premio di Cina.
In Giappone la monoposto potrebbe essere competitiva in diverse sezioni, come lo snake nel primo settore, dove la rapidità nei cambi di direzione risulta essenziale. Lo scorso anno, Red Bull riusciva a fare la differenza proprio in questi tratti rispetto alla MCL38, che invece primeggiava nella velocità a centro curva. Quest’anno sarà interessante capire il bilanciamento delle forze in campo.
Tuttavia, permangono due punti deboli. Uno di questi è il “curb riding”, ovvero la capacità della vettura di assorbire le asperità del manto stradale. Suzuka presenta alcune modifiche importanti: il tratto dall’uscita dell’ultima chicane sino alla termine del primo settore, di fatti, è stato riasfaltato e si prevede che il T1 sia meno “bumpy”. Tuttavia, il secondo e il terzo restano invariati, con la presenza dei classici avvallamenti del tracciato giapponese.
I problemi della RB21 legati alla percorrenza sui cordoli
Un’altra novità riguarda la curva 9, dove è stato introdotto un nuovo cordolo interno, più alto della versione precedente. Questa sarà una sfida per Red Bull, particolarmente sensibile alle ondulazioni dell’asfalto. Il problema riguarda le difficoltà nel trovare la corretta configurazione sospensiva, che possa consentire un’handling efficace.
In altre parole, la monoposto fatica a ridurre le oscillazioni che il passaggio su queste asperità provoca sul telaio. Non esiste un’unica soluzione a questo problema, ma piuttosto una serie di affinamenti al sistema sospensivo. Il team sta lavorando proprio su questo aspetto, in quanto ha individuato una disposizione interna degli elementi che potrebbe migliorare la risposta della vettura, sebbene al momento non ha trovato il setup ottimale.
L’altra grande criticità riguarda il degrado delle gomme, forse il problema più rilevante che la squadra ex campione del mondo potrebbe incontrare in Giappone. Il nuovo asfalto potrebbe senza dubbio ridurre lo stress sulle mescole nel T1, ma il team analizzerà con attenzione i dati raccolti durante il weekend per capire come adattare al meglio la vettura a questo tracciato davvero difficile.
Uno degli obiettivi principali sarà quello di inserire le informazioni del nuovo asfalto nel simulatore, per correggere eventuali criticità legate al degrado eccessivo delle mescole sulla lunga distanza. Rispetto alla scorsa campagna agonistica, il profilo energetico della pista ha subito delle variazioni, rendendo il comportamento dei compound un fattore decisivo per la prestazione sulla distanza dei 300 km.
Autori: Zander Arcari – @berrageiz – Niccoló Arnerich – @niccoloarnerich
Immagini: Red Bull – F1