Record 2024: il 41% dell’elettricità globale è da rinnovabili e nucleare
Le fonti rinnovabili e il nucleare hanno prodotto il 41% dell’elettricità su scala mondiale nel 2024. È la percentuale più elevata raggiunta finora. In particolare, le energie rinnovabili hanno generato 858 TWh in più in confronto al 2023: è il nuovo record di crescita annuale, dopo quello di 577 TWh segnato nel 2022. Questo risultato, […] The post Record 2024: il 41% dell’elettricità globale è da rinnovabili e nucleare first appeared on QualEnergia.it.

Le fonti rinnovabili e il nucleare hanno prodotto il 41% dell’elettricità su scala mondiale nel 2024. È la percentuale più elevata raggiunta finora.
In particolare, le energie rinnovabili hanno generato 858 TWh in più in confronto al 2023: è il nuovo record di crescita annuale, dopo quello di 577 TWh segnato nel 2022.
Questo risultato, abbinato a un piccolo rialzo della produzione nucleare di 69 TWh, ha portato la quota complessiva delle tecnologie pulite al 40,9% del mix elettrico dello scorso anno (12.609 TWh), rispetto al 39,4% del 2023.
Lo certifica il “Global Electricity Review 2025” di Ember (link in basso), la sesta edizione del report del think tank britannico che fornisce una panoramica dei cambiamenti nella produzione di elettricità a livello mondiale.
Secondo gli analisti, nel 2024 l’idroelettrico ha consolidato il suo primato tra le fonti pulite, contribuendo per il 14,3% al mix di generazione totale, seguito dal nucleare (9%), con l’eolico (8,1%) e il solare (6,9%) in rapida ascesa.
Proprio il fotovoltaico ha rappresentato il principale motore della crescita, con un incremento di 474 TWh/anno. L’idro è invece aumentato di 182 TWh, in ripresa rispetto alla scarsa produzione del 2023 causata da una forte siccità.
Anche la generazione eolica è cresciuta di 182 TWh (+7,9%) nel 2024, raggiungendo un nuovo record di 2.494 TWh in un anno.
La produzione da nucleare è salita (+2,5%) grazie soprattutto ai maggiori tassi di utilizzo dei reattori in Francia.
Complessivamente, 80 Paesi hanno generato più del 50% della loro elettricità da rinnovabili e nucleare nel 2024; tra questi, ce ne sono 47 che hanno raggiunto una percentuale di circa il 75%.
Come conseguenza, la quota di fonti fossili nel mix elettrico si è abbassata, dal 60,6% nel 2023 al 59,1% nel 2024, scendendo al di sotto del 60% per la prima volta dagli anni ‘40. Lo scorso anno il carbone ha fornito il 34,4% dell’elettricità globale, il gas il 22% e gli altri combustibili fossili hanno contribuito con il 2,8%.
Il forte contributo del fotovoltaico
Il report dà ampio risalto alla produzione fotovoltaica. Quella solare è stata la principale fonte di nuova generazione elettrica a livello globale per il terzo anno consecutivo (+474 TWh come detto), nonché quella in più rapida crescita (+29%) per il ventesimo anno consecutivo.
Il 2024 ha così stabilito un nuovo record per le installazioni in un solo anno, più del doppio della quantità realizzata tre anni fa. La potenza globale ha raggiunto 1 TW nel 2022, per poi toccare quota 2 TW solo due anni dopo.
Tornando alla produzione, il report evidenzia come potrebbe essere stata sottostimata, poiché i dati forniti dalle istituzioni consultate relativi al solare distribuito, come le installazioni sui tetti, potrebbero essere incompleti.
Le alte temperature e l’effetto sulle fonti fossili
Per quanto riguarda la domanda globale di elettricità, questa risulta cresciuta del 4% (+1.172 TWh) nel 2024, superando per la prima volta i 30.000 TWh (30.856 TWh).
L’anno scorso c’è stata la terza crescita percentuale più alta dell’ultimo decennio, superiore al +2,6% (+758 TWh) del 2023 e al +2,3% (+656 TWh) del 2022.
Ember stima che quasi un quinto di questo aumento sia legato ai cambiamenti di temperatura: il 2024 ha superato il 2023 come anno più caldo mai registrato e, soprattutto, ha avuto temperature molto elevate nei centri abitati delle principali economie, in particolare in Cina, Stati Uniti e India.
Se nel 2024 si fossero verificate le stesse temperature del 2023, la crescita complessiva della domanda di elettricità sarebbe stata solo del 3,3% (+963 TWh), invece del 4% osservato.
Il caldo ha avuto un duplice effetto: da un lato ha aumentato la domanda di raffrescamento di 238 TWh sul 2023, dall’altro, gli inverni più miti hanno ridotto la necessità di riscaldamento di 29 TWh. Il risultato netto è stato un aumento legato alla temperatura di 208 TWh, che ha comunque portato ad quota rilevante della produzione elettrica da fossili.
Infatti, la produzione di energia elettrica pulita, come mostra il grafico, ha coperto il 96% della crescita della domanda non causata dalle temperature più elevate (+963 TWh), ma la generazione da combustibili fossili è aumentata proprio per soddisfare l’ulteriore aumento della domanda di 208 TWh dovuto alle più elevate temperature.
Questa dinamica è stata particolarmente marcata nei Paesi che hanno sperimentato forti ondate di calore, con il carbone che è stata la risorsa più utilizzata per soddisfare l’aumento della domanda in Cina e in India e il gas che ha rappresentato l’ancora di salvataggio negli Stati Uniti.
A livello globale, se il 2024 avesse registrato le stesse temperature del 2023, la generazione fossile sarebbe invece rimasta quasi invariata, con un aumento di appena lo 0,2%.
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