In Germania accordo sulla coalizione Merz: quale direzione per l’energia?
I conservatori tedeschi (Cdu-Csu) guidati dal futuro cancelliere della Germania Friedrich Merz e i leader del Partito socialdemocratico (Spd) hanno raggiunto ieri, 9 aprile, un accordo di coalizione. Esattamente un mese e mezzo dopo le elezioni, le due forze di maggioranza hanno siglato un documento programmatico (link in basso, pdf in tedesco) che detterà l’agenda […] The post In Germania accordo sulla coalizione Merz: quale direzione per l’energia? first appeared on QualEnergia.it.

I conservatori tedeschi (Cdu-Csu) guidati dal futuro cancelliere della Germania Friedrich Merz e i leader del Partito socialdemocratico (Spd) hanno raggiunto ieri, 9 aprile, un accordo di coalizione.
Esattamente un mese e mezzo dopo le elezioni, le due forze di maggioranza hanno siglato un documento programmatico (link in basso, pdf in tedesco) che detterà l’agenda della politica tedesca per i prossimi anni.
L’accordo è arrivato rapidamente per gli standard del Paese, visto che in Germania i negoziati di coalizione post-elettorali possono durare anche mesi. Molto probabilmente si è reso necessario accelerare alla luce dell’instabilità politica ed economica globale dovuta agli annunci del presidente Usa Donald Trump sui dazi, ora messi ufficialmente in pausa per 90 giorni (eccezion fatta per quelli imposti alla Cina, che anzi sono stati incrementati).
Il rilancio della competitività del Paese è un punto cardine dell’accordo, e passerà inevitabilmente per alcuni provvedimenti che riguardano l’energia, argomento centrale nel documento programmatico.
Le misure sull’energia
Per ridurre l’elevato costo dell’elettricità in Germania, Merz ha affermato che la coalizione ridurrà la tassa sull’energia elettrica al minimo europeo e taglierà gli oneri di rete.
Cdu/Csu e Spd intendono inoltre abbassare i costi per le industrie energivore, anche aumentando gli attuali sussidi per i costi della CO2.
Come anticipato nella bozza circolata il mese scorso (di cui avevamo scritto in Germania, l’agenda energia della futura coalizione di governo), verranno poi messi in funzione 20 GW di nuove centrali a gas.
Per quanto riguarda invece le centrali elettriche a fonti fossili “di riserva”, potrebbero essere utilizzate per stabilizzare i prezzi energetici, oltre che per superare i colli di bottiglia che potrebbero generarsi nell’approvvigionamento. Merz ha accennato, infatti, a potenziali modifiche alla regolamentazione per circa 10 GW di vecchi impianti a carbone che non sono stati ancora definitivamente spenti.
Il phase-out per questi siti “dovrà basarsi sulla velocità con cui potranno essere effettivamente costruite centrali elettriche a gas”, mentre il termine per l’uscita dalle centrali a lignite resta fissato “entro il 2038”.
Restando in tema di fossili, la coalizione ha dichiarato che abolirà la tassa sullo stoccaggio di gas, che era già stata cancellata a fine 2024 ma soltanto per i volumi destinati all’esportazione. Saranno anche “facilitati e sostenuti” contratti di fornitura di gas a lungo termine con fornitori internazionali.
Sul nucleare non viene menzionato il riavvio delle centrali dismesse (circa 4 GW). Si indica però l’obiettivo di “ubicare in Germania il primo reattore a fusione del mondo” promuovendo “con maggiore forza la ricerca” nel settore.
Altri progetti strategici che verranno implementati nel corso della nuova legislatura riguardano lo sviluppo della dorsale tedesca dell’idrogeno, che “deve collegare i siti industriali di tutta la Germania, anche nella parte meridionale e orientale del Paese”, oltre a un piano di sostegni per la Ccs (cattura e stoccaggio della CO2) nei settori cosiddetti hard to abate.
I costi dell’elettricità in Germania
Nei piani della nuova coalizione, quelle citate sono misure che dovrebbero abbassare i prezzi dell’elettricità. Secondo una recente analisi del gruppo BDEW, l’associazione tedesca dell’industria energetica e idrica, il prezzo medio attuale per le famiglie tedesche è di 39,80 cent/kWh, più basso di 0,42 cent/kWh rispetto alla media del 2024.
I costi di approvvigionamento e distribuzione sono diminuiti invece di 0,97 cent/kWh e attualmente si attestano a 16,12 cent/kWh, rappresentando il 40,5% del costo totale. Le tariffe di rete ammontano in media a 10,96 cent/kWh, con una quota sul totale del 27,5%.
Le imposte, le tasse e i supplementi per i clienti domestici sono invece a 12,72 cent/kWh di media (+1,01 cent/kWh rispetto al 2024) e costituiscono il 32% del totale.
Per quanto riguarda le piccole e medie imprese industriali, il prezzo medio dell’elettricità per i nuovi contratti nel 2025 (imposta sull’elettricità inclusa) è di 18,75 cent/kWh.
Le raccomandazioni della Iea
Lo scorso 7 aprile la Iea ha pubblicato un’analisi sulla transizione energetica in Germania, nella quale invitava il Paese a ottimizzare il suo sistema elettrico per ridurre i costi e accelerare la riduzione delle emissioni nei settori di utilizzo finale (trasporti, edilizia, industria).
Secondo gli analisti, Berlino dovrebbe dare priorità ad azioni che ottimizzino la resilienza delle infrastrutture elettriche, come contatori intelligenti, reti, sistemi di accumulo (soprattutto su larga scala) e prezzi basati sulla localizzazione.
Una menzione particolare della Iea riguarda i trasporti, la principale fonte di emissioni di gas serra che ha registrato solo modeste riduzioni negli ultimi anni.
È necessario “un approccio di ampio respiro che integri tutti i combustibili e le tecnologie pulite”, suggeriscono gli analisti, incluso un maggiore utilizzo dei mezzi pubblici.
Investimenti a lungo termine in questa direzione potrebbero ridurre il trasporto privato su strada, che rappresenta il 95% delle emissioni totali dei trasporti. Esiste infine un “notevole potenziale” per adottare politiche che stimolino l’ulteriore diffusione dei veicoli elettrici.
- L’accordo Cdu/Csu – Spd (pdf)