Questo governo e l’Occidente hanno dichiarato guerra ai giovani
L’Italia non è un Paese per giovani. I dati parziali e fasulli diffusi dal governo Meloni per spacciare notizie false e tendenziose sul presunto buon andamento della situazione occupazionale non riescono a nascondere la realtà della crescente disoccupazione tra i giovani. Ciò conferma il pesante declino economico, culturale e civile del nostro Paese, più che […] L'articolo Questo governo e l’Occidente hanno dichiarato guerra ai giovani proviene da Il Fatto Quotidiano.

L’Italia non è un Paese per giovani. I dati parziali e fasulli diffusi dal governo Meloni per spacciare notizie false e tendenziose sul presunto buon andamento della situazione occupazionale non riescono a nascondere la realtà della crescente disoccupazione tra i giovani.
Ciò conferma il pesante declino economico, culturale e civile del nostro Paese, più che mai fanalino di coda dell’Occidente e dell’Europa, come confermato dai dati relativi al maltrattamento del lavoro, sia in termini di potere d’acquisto dei salari che di omicidi sul lavoro, che fanno anche a pezzi l’art. 1 della nostra Costituzione. Ricerca, università e scuola vengono sempre più trascurate ed abbandonate in mano a un ceto politico ed accademico sempre più grottescamente incompetente.
La cessione a prezzo agevolato di istituzioni democratiche e servizi pubblici alle lobby finanziarie costituisce la cornice storica di questo processo di annientamento del futuro che ha per vittime principali le giovani e giovanissime generazioni e più ancora quelle future. La catastrofe d’altronde non è solo italiana, anche se lo spudorato servilismo bidirezionale di Meloni & C. sia verso Trump che verso Von Der Leyen rende la povera Italia un campo di sperimentazione particolarmente adeguato e quindi sciagurato in questo senso. L’attacco alle giovani generazioni caratterizza l’insieme del campo occidentale. A dettare legge è la logica a breve termine del capitale, che punta a profitti immediati a scapito di quello che succederà in futuro. Tanto Trump e von der Leyen non ci saranno e delle generazioni a venire se ne fottono altamente.
Guerra in preparazione e devastazione ambientale in essere costituiscono i due vettori principali di questa offensiva. In tutta Europa si parla di ritorno alla leva obbligatoria ed alcuni Paesi hanno già messo in atto le relative misure. In Italia se ne parla meno perché per quanto sprovveduta la classe politica si rende conto che susciterebbe reazioni adeguati, ma già la Lega Nord, battistrada della reazione e del militarismo nonostante qualche goffo travestimento “pacifista” ha presentato una proposta al riguardo circa un anno fa.
Al contempo si affilano gli strumenti repressivi volti a impedire che i giovani (e i meno giovani) possano protestare contro chi prepara la guerra e continua a favorire le lobby degli armamenti e quelle dell’energia fossile. Anche da questo punto di vista registro una totale sintonia colla vocazione totalitaria dell’Occidente. Mentre i serrapiattisti evocano la presunta supremazia del pensiero europeo ed occidentale che costituisce una scempiaggine ideologica contraria ad ogni impostazione culturale degna di questo nome, l’Europa reale si prepara ad imitare Trump introducendo misure autoritarie nei confronti dei migranti e di chiunque dissenta dal suo trend guerrafondaio in nome dello scontro di civiltà. In tutta Europa vengono colpiti con durezza coloro che si oppongono alla russofobia e al genocidio del popolo palestinese.
Eppure la questione migratoria appare la chiave del futuro. A fronte dell’evidente crisi demografica europea appare indispensabile garantire accesso ai migranti e integrarli adeguatamente nel seno di società destinate a diventare sempre più multiculturali. L’eguaglianza dei diritti costituisce una garanzia per tutti, se non vogliamo riprodurre apartheid e caste al nostro interno. Del pari è indispensabile combattere le odiose campagne relative alla presunta superiorità dell’Occidente rilanciando dialogo e cooperazione con Cina, Russia, Africa, mondo arabo ed America Latina.
È infine indispensabile soprattutto porre freno al crimine in diretta che di sta compiendo da tempo di fronte ai nostri occhi attoniti e impotenti: il genocidio in atto del popolo palestinese a partire da Gaza, collo sterminio di molte decine di migliaia di bambini da parte delle SS dei nostri giorni, i reparti dell’esercito israeliano comandati da criminali di guerra e contro l’umanità come Netanyahu e Smotrich, il quale ha recentemente dichiarato che è arrivato il momento di “rimuovere” un milione e mezzo di Palestinesi da Gaza, mentre si sta dispiegando una nuova massiccia “offensiva di terra” che costiuirà una nuova tappa del genocidio in atto.
Come la guerra di Spagna e il bombardamento sella Luftwaffe nazista su Guernica furono la premessa della Seconda Guerra Mondiale, così oggi il genocidio palestinese lo è di nuovi massacri planetari senza precedenti. La Guerra Mondiale vide la sconfitta del nazifascismo grazie al sacrificio della Russia sovietica coi suoi ventisette milioni di vittime che commemoriamo oggi nonostante i divieti dell’Unione europea.
Seguendo un classico insegnamento del movimento operaio, occorre oggi intensificare la mobilitazione per prevenire la guerra con la rivoluzione, ovvero trasformarla in rivoluzione qualora, Dio non voglia, venisse scatenata dall’Occidente che è alla frutta. Di questo le giovani generazioni sono pienamente consapevoli e sempre più lo saranno.
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