Dazi, Trump pronto a un accordo con il Regno Unito. Che cosa sappiamo e quali saranno i termini?
Secondo il Financial Times, l’intesa prevede tariffe agevolate per le esportazioni britanniche di acciaio e automobili, colpite nei mesi di febbraio e marzo dai dazi al 25%

Donald Trump si prepara ad annunciare un nuovo accordo commerciale con il Regno Unito, secondo quanto riportato da diversi media americani e da quanto si legge su Truth. Sul social, il presidente USA ha annunciato che terrà una «grande conferenza stampa su un importante accordo commerciale con i rappresentanti di un Paese grande e molto rispettato» nella giornata di giovedì. Secondo la stampa inglese, si tratta del Regno Unito.
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Che cosa sappiamo sull’accordo
Questa sarebbe la prima intesa commerciale siglata dagli Stati Uniti dopo l’introduzione dei dazi lo scorso mese. Secondo il Financial Times, l’intesa prevede tariffe agevolate per le esportazioni britanniche di acciaio e automobili, colpite nei mesi di febbraio e marzo da dazi del 25% imposti dagli Stati Uniti. L’accordo potrebbe, quindi, alleviare il peso delle aliquote generali fissate al 10% su base mensile a partire da aprile, consentendo di preservare la competitività delle esportazioni Uk verso gli Usa, come si legge su Milano Finanza.
Dopo che i settori dell’acciaio e dell’auto hanno denunciato gli effetti delle nuove barriere doganali, un portavoce del governo inglese ha detto all’FT che «gli Stati Uniti sono un alleato indispensabile sia per l’economia che per la sicurezza nazionale. I colloqui stanno procedendo speditamente e il premier fornirà aggiornamenti nelle prossime ore».
Dazi, quali accordi sono stati rivisti?
L’accordo con Londra fa parte di una strategia più ampia con cui la Casa Bianca vuole negoziare 17 nuovi accordi bilaterali, allentando le tensioni create dall’annuncio di dazi verso oltre 100 Paesi al mondo annunciati il 2 aprile. Dopo una forte correzione dei mercati, l’amministrazione Trump ha ridotto i dazi al 10% per 90 giorni, lasciando un margine per le trattative con i partner commerciali ritenuti fondamentali come Ue, Giappone, India e Vietnam.
Il presidente Trump è sotto pressione sia da parte degli investitori che da un’area del Congresso (compresi gli stessi Repubblicani), che temono che la politica tariffaria possa danneggiare l’economia e riaccendere l’inflazione. Washington, però, difende le misure protezionistiche come parte di una strategia per rilocalizzare la produzione industriale negli Usa, anche a fronte di potenziali disagi a breve termine.