Aggiustamenti tattici negli ETF dopo il Liberation Day: Europa e gestione attiva guidano la reazione degli investitori

La volatilità generata dal nuovo pacchetto tariffario di Trump ha portato a una riconfigurazione dei flussi di ETF, con l'Europa, le strategie core e la gestione attiva come principali beneficiari. L'articolo Aggiustamenti tattici negli ETF dopo il Liberation Day: Europa e gestione attiva guidano la reazione degli investitori proviene da FundsPeople Italia.

Mag 8, 2025 - 11:20
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Aggiustamenti tattici negli ETF dopo il Liberation Day: Europa e gestione attiva guidano la reazione degli investitori

Il mese di aprile 2025 è stato caratterizzato da una forte volatilità a seguito dell’annuncio di nuovi dazi da parte del presidente Donald Trump il 2 aprile. La reazione degli investitori dopo il Liberation Day è stata rapida, differenziata e strategica, con mercati che hanno risposto immediatamente. Ciò si è tradotto in una serie di aggiustamenti tattici da parte degli investitori in ETF, che hanno dato priorità a liquidità, flessibilità e a una minore esposizione al rischio di credito.

Daniel Dornel, responsabile dell’analisi ETF presso BNP Paribas Asset Management, e Olivier Paquier, direttore globale vendite ETF di AXA Investment Managers, concordano sul fatto che la volatilità abbia imposto una riallocazione accelerata dei portafogli, con flussi indirizzati verso asset considerati più sicuri. Tra questi figuravano i titoli di Stato e le obbligazioni a breve scadenza. Entrambi sottolineano come gli ETF core e i prodotti a gestione attiva siano stati strumenti chiave in questo processo di adattamento.

L’Europa si è affermata come rifugio relativo di fronte all’incertezza che gravava sugli Stati Uniti. Per entrambi gli esperti, il settore degli ETF ha dimostrato ancora una volta la propria capacità di adattarsi con agilità a un contesto in continua evoluzione.

Reazione coordinata: liquidità, rotazione regionale e gestione attiva

Dornel e Paquier concordano nel ritenere che la volatilità abbia forzato una riallocazione accelerata nei portafogli. Entrambi evidenziano che gli ETF core e i prodotti a gestione attiva hanno svolto un ruolo fondamentale in questo processo di adattamento.

Secondo Dornel, si sono distinte tre fasi chiare nell’evoluzione dei flussi:

  • una prima settimana caratterizzata da forti afflussi verso ETF globali;
  • una seconda settimana con significative uscite, principalmente da prodotti legati all’azionario statunitense e al credito;
  • e un rimbalzo sostenuto nella seconda metà del mese. Questo recupero è stato guidato dagli ETF europei e globali, con una ripresa dei flussi verso prodotti statunitensi e verso la reddito fisso sovrano e a breve scadenza.

Paquier, da parte sua, sottolinea che "la reazione non è stata una fuga indiscriminata". Al contrario, gli investitori si sono orientati verso soluzioni liquide, in particolare gli ETF core. Questo ha portato a flussi netti positivi per 2,2 miliardi di dollari nei giorni successivi all’annuncio. Tale tendenza è stata evidente nell’andamento cumulativo dei flussi verso gli ETF UCITS e anche nei prodotti gestiti attivamente dall’inizio dell’anno.

Inoltre, il rapporto di AXA IM con i dati di ETFBook permette di osservare come si siano distribuiti i flussi tra le diverse categorie di prodotti, sia azionari sia obbligazionari, nei giorni successivi all’annuncio dei dazi. Secondo i dati di ETFBook, il volume negoziato negli ETF UCITS ha raggiunto i 191 miliardi di dollari nella settimana seguente, il doppio rispetto alla media di marzo.

Reddito fisso-e-azionario-ETF

L’Europa capitalizza la rotazione regionale

Entrambi gli esperti concordano sul fatto che l’Europa sia stata una delle grandi beneficiarie della rotazione geografica. Dornel sottolinea che gli ETF domiciliati nell’area EMEA hanno raccolto 15,9 miliardi di dollari ad aprile, di cui 6,2 miliardi sono confluiti in prodotti focalizzati sull’Europa. Al contrario, gli ETF esposti agli Stati Uniti hanno registrato deflussi per 2,2 miliardi di dollari, riflesso dell’incertezza sulle conseguenze economiche delle misure commerciali adottate dalla Casa Bianca.

A livello settoriale, i flussi si sono indirizzati verso industrie con prospettive cicliche o tecnologiche, mentre i settori finanziario ed energetico sono rimasti indietro. Questo conferma, secondo Paquier: "La ricerca di un’esposizione più difensiva ma con capacità di rimbalzo".

In questo contesto, Dornel sottolinea che il mercato azionario europeo continua a trattare con uno sconto interessante rispetto agli Stati Uniti, nonostante il miglioramento delle prospettive macroeconomiche nella regione. A suo avviso, la solidità relativa dei dati economici e degli utili, il processo di disinflazione in corso e l’atteso allentamento della politica monetaria forniscono un supporto strutturale fondamentale per gli asset europei. Aggiunge inoltre che il pessimismo degli investitori sull’economia europea appare ora eccessivo. L’Europa è riuscita a contenere l’inflazione di fondo e si prevede che i prossimi tagli dei tassi stimoleranno sia la spesa per investimenti che la fiducia dei consumatori.

Confronto con episodi precedenti: Dazi vs Covid

Dornel e Paquier concordano inoltre sul fatto che gli ETF a gestione attiva abbiano guadagnato terreno in questo contesto. Mentre gli ETF UCITS hanno subito deflussi superiori agli 11 miliardi di dollari tra il 2 e il 9 aprile, quelli a gestione attiva hanno registrato afflussi netti per 20 milioni di dollari, raggiungendo già 7 miliardi da inizio anno. Questa differenza di comportamento rispetto a episodi di crisi precedenti, come la pandemia di Covid-19, emerge chiaramente nel confronto dei flussi.

Per Paquier, questa dinamica riflette la necessità di un controllo tattico in contesti in evoluzione: "I prodotti con maggiore flessibilità operativa sono stati preferiti rispetto agli indici tradizionali". Dornel aggiunge che questo fenomeno dimostra la maturazione del mercato europeo degli ETF, in cui la gestione attiva inizia a consolidarsi come complemento di fronte alla volatilità sistemica.

Rimbalzo nel reddito fisso e pressione sulle strategie ESG

A causa dell’elevata volatilità di mercato e di un forte sentimento risk-off, gli investitori si sono orientati verso prodotti quotati con scadenze ultra-brevi, chiudendo il mese del Liberation Day con afflussi netti totali pari a 2,5 miliardi di dollari. Per quanto riguarda il credito, la domanda si è rivolta principalmente verso le obbligazioni governative, con afflussi pari a 3,2 miliardi di dollari, mentre gli ETF sul credito societario e ad alto rendimento hanno registrato deflussi combinati superiori a 3,8 miliardi di dollari.

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