Quali saranno i veri effetti delle trumpate su Russia, Ucraina e Ue

Indebolire l’alleanza euro-atlantica non conviene neppure a chi sogna, come Trump, di rendere di nuovo grande l’America. Conviene solo a Putin. Il taccuino di Guiglia.

Feb 16, 2025 - 12:03
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Quali saranno i veri effetti delle trumpate su Russia, Ucraina e Ue

Indebolire l’alleanza euro-atlantica non conviene neppure a chi sogna, come Trump, di rendere di nuovo grande l’America. Conviene solo a Putin. Il taccuino di Guiglia

La notizia buona è che qualcosa si muove sul conflitto che mai doveva cominciare. “Ho parlato con Putin, via subito ai negoziati per fermare la guerra”, annuncia Donald Trump dalla Casa Bianca. Poco dopo fa il bis al telefono col presidente ucraino, Volodymyr Zelensky. Bene e finalmente.

La cattiva notizia è invece che, stando alle dichiarazioni del segretario alla Difesa, Pete Hegseth, il piano statunitense per trovare un accordo fra l’aggressore e l’aggredito partirebbe favorendo l’invasore.

Il progetto darebbe per perduta, cioè neppure più oggetto di trattativa, la parte di territorio ucraino che Putin s’è annesso già nel 2014 -annessione illegale non riconosciuta da gran parte della comunità internazionale-, e comprendente la Crimea. Dopo aver definito “illusoria” e “irrealistica” l’ipotesi che l’Ucraina possa riprendersi quel che le è stato sottratto undici anni fa, Hegseth ha riferito che Trump sarebbe contrario all’adesione di Kiev alla Nato. E si attende, inoltre, che gli europei alzino al 5% del loro Pil (dall’attuale 2) il contributo nazionale per l’alleanza politico-militare. Alleanza, peraltro, a cui non spetterebbe il compito di garantire il futuro dell’Ucraina, ossia la sua difesa, da altre guerre.

In sostanza, se Putin tornasse ad aggredire gli ucraini dopo le intese raggiunte, toccherebbe ai soli europei preoccuparsene e occuparsene.

Difficile immaginare che anche uno come Trump, infastidito da una guerra per lui lontana e di cui non coglie -o vuole cogliere- la gravità dei diritti e principi brutalmente violati, possa concepire un piano per dare a Putin quel che si è già preso con la forza. Difficile pure pensare che il presidente americano consideri gli ucraini un popolo che non merita voce in capitolo dopo che, dal 24 febbraio 2022, questo popolo vive sulla propria pelle l’orrore della guerra e del 20% della propria Patria occupata dall’aggressore armato. Difficile, infine, che Trump possa cancellare il punto di vista europeo, pur da lui finora giudicato irrilevante.

Ma i 27 Paesi dell’Ue da tre anni ripetono il concetto della “pace giusta”. Non una pace purchessia, bensì una pace che dev’essere accettata innanzitutto dagli aggrediti. E’ Zelensky, non Putin, a dover stabilire il prezzo politico del compromesso, ecco l’irremovibile posizione europea di principio e in pratica, visto che da tre anni l’Ue sostiene l’Ucraina con ogni mezzo e incolpa Putin con ogni mezzo. Dalle sanzioni economiche approvate contro di lui alla Corte penale internazionale che ne chiede l’arresto come criminale di guerra.

“Nessun accordo senza di noi e di Kiev”, torna a ribadire l’Ue.

Intanto, Putin ha invitato Trump a Mosca. E’ chiaro l’intento da parte russa non solo di considerare l’“amico” americano come l’interlocutore privilegiato, ma anche di separarlo dall’alleato europeo. Quasi che l’Occidente avesse due facce: la buona di Trump e la cattiva di tutti gli altri.

Ma indebolire l’alleanza euro-atlantica non conviene neppure a chi sogna, come Trump, di rendere di nuovo grande l’America. Conviene solo a Putin.

(Pubblicato su L’Arena di Verona, Il Giornale di Vicenza, Bresciaoggi e Gazzetta di Mantova)
www.federicoguiglia.com