Putin diserta il vertice

Zelensky: pronto a ogni negoziato. Ma lo Zar manda solo un assistente. .

Mag 15, 2025 - 10:16
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Putin diserta il vertice

Per sapere chi farà parte della delegazione russa a Istanbul per l’incontro con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, a un certo punto sembrava che si sarebbe dovuto aspettare forse direttamente il momento in cui stamattina scenderanno dall’aereo. Putin? Lavrov? Nessuno dei due? Alla fine, nella tarda serata di ieri, con gli occhi del mondo tutti puntati addosso, il Cremlino ha sciolto la riserva: la delegazione sarà guidata dall’assistente presidenziale Vladimir Medinsky, con il viceministro degli Esteri Mikhail Galuzin, il capo della direzione principale dello Stato maggiore delle Forze armate russe Igor Kostyukov e il viceministro della Difesa Alexander Fomin.

Quindi nessuna possibilità che ci sia lo Zar, la cui presenza, almeno secondo il pensiero di Donald Trump, sarebbe stata eventualmente vincolata a quella dello stesso presidente americano: "So che Putin vuole che vada a Istanbul. In questo caso ci sarà anche lui. Forse mi recherò in Turchia come parte del mio viaggio nella regione". E invece non sarà così. E infatti, a stretto giro, anche Trump ha fatto sapere che nemmeno lui andrà a Istanbul.

Se una cosa è stata chiara fin da subito è che tra i dossier sul tavolo ci saranno questioni "politiche e molte questioni tecniche". Il numero uno di Kiev, ieri, aveva ribadito di essere "pronto a tutto" per incontrare Putin, aggiungendo che, se il leader russo non si presenterà, sarà la dimostrazione che non vuole la pace. Dunque, in assenza dello Zar, rimarrà ad Ankara, ospite del presidente Recep Tayyip Erdogan, che ospiterà un vertice dimezzato, ma pur sempre utile sia al suo prestigio sia agli interessi della Turchia in vista della ricostruzione. Certo, Zelensky afferma che comunque Kiev è pronta a "qualsiasi formato di negoziato" per porre fine alla guerra con la Russia e deciderà i "prossimi passi" proprio a seconda di chi rappresenterà la Russia a Istanbul.

Intanto l’Ucraina è già nella Mezzaluna e in forze, anche in ragione della riunione informale dei ministri degli Esteri della Nato, dove è stato invitato anche il Paese invaso. A margine dell’incontro, il capo della diplomazia ucraina, Andrii Sybiha, ha incontrato l’omologo turco, Hakan Fidan. Dopo aver ribadito la propensione di Kiev a un cessate il fuoco completo e duraturo e sottolineato l’apprezzamento per lo sforzo diplomatico della Turchia, Sibyha si è rivolto direttamente al presidente russo: "Putin deve smettere di rifiutare il cessate il fuoco e di evitare l’incontro con il presidente Zelensky". Il capo della diplomazia ucraina ha avuto anche un colloquio con il segretario generale della Nato, Mark Rutte, che gli ha garantito l’appoggio dell’Alleanza Atlantica per il raggiungimento di una pace duratura, definendo il vertice di oggi "una finestra di opportunità".

Gli americani - data infine la conferma dell’assenza anche di Trump– dovrebbero essere rappresentati dal segretario di Stato, Marco Rubio, e dall’inviato speciale di Trump, Steve Witkoff.

L’Unione europea è stata esclusa dal tavolo, ma non sembra proprio voler rinunciare a giocare un ruolo, anche solo nella pressione da esercitare sulla Russia. Gli ambasciatori dei Paesi membri ieri hanno infatti dato luce verde al diciassettesimo pacchetto di sanzioni ai danni di Mosca, che andrà a colpire le entrate energetiche, con il sanzionamento della cosiddetta "flotta ombra", oltre a chi finanzia e diffonde disinformazione sul territorio europeo. "Accolgo con favore l’accordo sul nostro diciassettesimo pacchetto di sanzioni contro la Russia – ha scritto sui social la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen –. Stiamo limitando ulteriormente l’accesso alla tecnologia del campo di battaglia. Questa guerra deve finire". Il presidente Putin ha bollato la decisione come presa da "deficienti".