Prove tecniche di accordo tech fra Ue e Usa? Non ditelo a Benifei del Pd…

Il vicepresidente esecutivo della Commissione Ue con deleghe al Commercio, Maroš Šefčovič, ha detto che l'Ue è pronta a dialogare con Washington delle sue normative che regolano i mercati digitali - e tanto infastidiscono le Big Tech statunitensi. Fino a che punto l'Ue è disposta a cedere per accontentare gli Usa? Fatti e commenti

Feb 20, 2025 - 13:51
 0
Prove tecniche di accordo tech fra Ue e Usa? Non ditelo a Benifei del Pd…

Il vicepresidente esecutivo della Commissione Ue con deleghe al Commercio, Maroš Šefčovič, ha detto che l’Ue è pronta a dialogare con Washington delle sue normative che regolano i mercati digitali – e tanto infastidiscono le Big Tech statunitensi. Fino a che punto l’Ue è disposta a cedere per accontentare gli Usa? Fatti e commenti

 

Lunedì scorso Maroš Šefčovič, vicepresidente esecutivo della Commissione Ue con deleghe al Commercio, è volato negli Stati Uniti per discutere di dazi e politiche commerciali annunciati dal presidente Donald Trump. Inoltre, ha partecipato a un evento dell’American Enterprise Institute, un think tank liberista di centrodestra, dove, tra le altre cose, ha parlato di che approccio intende avere l’Unione europea nei confronti degli Stati Uniti sulle sue normative che regolano i mercati digitali.

PRONTI A DIALOGARE SU DMA, DSA E BIG TECH

Nell’ambito di discussioni più ampie su un “grande accordo” commerciale, che spazia dalla difesa alle automobili e a molti altri argomenti, l’Ue sta anche dialogando con l’amministrazione degli Stati Uniti delle sue normative tecnologiche. In particolare, rispondendo a una domanda puntuale su Digital Markets Act (Dma) e Digital Services Act (Dsa), Šefčovič ha dichiarato che “ovviamente l’Ue è pronta a dialogare di questo e a parlare di Big Tech”. Ma ha anche precisato che “difenderà strenuamente le proprie normative, tra cui misure come il Dsa e il Dma”.

Šefčovič, stando a quanto riportato da Politico, ha poi aggiunto che “la maggior parte delle Big Tech statunitensi ha più clienti in Europa che negli Stati Uniti e se si guarda al fatturato, tra il 30 e il 50% è generato nell’Ue”.

“So che il presidente Trump è un grande affarista – ha detto -, e c’era l’idea di avere una sorta di impressionante pacchetto ‘Grand Bargain’. Quindi discutiamo di tutte queste cose… perché sono un vero sostenitore delle relazioni transatlantiche”.

SCORDIAMOCI DEL PASSATO

Šefčovič ha anche ricordato che, nonostante le lamentele degli Stati Uniti, le regole tecnologiche dell’Ue “non hanno veramente una natura discriminatoria” e che il lavoro dell’Unione per imporre una “tassa sui servizi digitali” è stato fatto in coordinamento con gli Usa per creare un sistema globale.

Tuttavia, Trump ha detto – e ne già dato prova – di non sentirsi in alcun modo vincolato dagli impegni presi dall’amministrazione Biden nei negoziati fiscali internazionali che si sono svolti sotto gli auspici dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse). E pure il candidato alla carica di rappresentante commerciale degli Stati Uniti, Jamieson Greer, ha recentemente dichiarato al Congresso di essere pronto a difendere le aziende tecnologiche americane dalla regolamentazione straniera, minacciando tariffe se necessario: “Se c’è qualcuno che regolamenta le nostre aziende digitali, siamo noi”.

COSA SI DICE A BRUXELLES

Nonostante i toni concilianti di Šefčovič, Politico scrive anche che “l’Ue non intende abbandonare il suo percorso di regolamentazione delle principali aziende tecnologiche, la maggior parte delle quali sono americane, e non sarà aperta a negoziare sulla sua legislazione tecnologica, secondo quanto dichiarato da un alto legislatore europeo”.

Tuttavia, a Bruxelles non mancano i timori. Per Brando Benifei (Pd), relatore dell’AI Act e presidente della delegazione per i rapporti Ue-Usa dell’Europarlamento, l’Ue non può trattare sui tre pilastri che tentano di regolare lo strapotere delle Big Tech (AI Act, Dsa e Dma) solo per placare Washington in un conflitto commerciale: “Non possiamo accettare questo approccio, perché non pensiamo che la nostra legislazione sia parte di un negoziato”, ha detto Benifei (nella foto).

Anche l’eurodeputata ceca Markéta Gregorová ha espresso simili preoccupazioni e ha riferito che i membri del Parlamento europeo “temono che [i commissari] siano pronti a negoziare sul Dsa quando Musk farà pressioni”.