Detenuto aggredisce agenti in carcere, due finiscono al pronto soccorso
Protesta della polizia penitenziaria. I sindacati: “Destinare le carceri dismesse come l’Asinara e Pianosa per contenere chi compie fatti gravi”

La Spezia, 20 marzo 2025 – La polizia penitenziaria spezzina protesta per la nuova aggressione ad alcuni agenti nel carcere di Villa Andreino.
“È talmente alto il senso di impunità di alcuni detenuti che non si fanno problemi ad aggredire i poliziotti penitenziari anche nelle situazioni che dovrebbero essere più tranquille, ovvero la quotidianità in carcere!”. È sconfortato Vincenzo Tristaino, segretario per la Liguria del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, nel dare la notizia dell’ultimo grave evento critico nella struttura della Spezia. “Martedì 18 marzo, tre colleghi (di cui due refertati all'ospedale della Spezia), hanno subito un'aggressione da parte di un detenuto tunisino. Il tutto si è verificato poiché il detenuto, dalla possente mole, ha cercato di aggredire un altro detenuto che si trovava fuori dalla Sezione. Il fatto più assurdo della vicenda è che proprio grazie alla sua stazza ha facilmente aperto il cancello dello sbarramento urtandolo. I poliziotti hanno cercato di contenerlo, ma sono stati letteralmente sbalzati a terra. Il giorno prima, un altro agente si era fatto male alla mano sempre per opera dello stesso detenuto. Fortunatamente, i baschi azzurri non hanno riportato traumi importanti, ma il problema della sicurezza connessa anche alla carenza di personale a La Spezia, resta una costante amara”.
Donato Capece, segretario generale del Sappe, ricorda che “sono mesi e mesi che portiamo avanti le battaglie a favore di ogni singolo operatore delle forze dell'ordine e del soccorso pubblico. Mesi che rivendichiamo il nostro ruolo ormai attaccato da più parti e che vacilla sotto i colpi di normative del passato che non ci tutelano, di leggi troppo blande per chi delinque, come la vigilanza dinamica ed il regime aperto nelle carceri. Dimenticando l'infinito lavoro quotidiano che tutte le donne e gli uomini in uniforme compiono con abnegazione ed altissima professionalità ogni giorno. Rivendichiamo tutele e garanzie funzionali, nuovi strumenti che migliorino il nostro servizio, bodycam e taser su tutti, nuovi protocolli operativi e soprattutto tutele legali”.
“Ditemi voi se è normale un Paese nel quale un detenuto non si fa scrupoli di alcun tipo ad aggredire dei poliziotti. Ma ci rendiamo conto? A questo senso di impunità, di cui larga parte della frangia violenta della popolazione detenuta è convinta di godere, devono assolutamente corrispondere provvedimenti penali e disciplinari efficaci, anche prevedendo di destinare carceri dismesse come l’Asinara e Pianosa per contenere quei ristretti che si rendono protagonisti di gravi eventi critici durante la detenzione”, conclude Capece.