Premi di produttività aziendale: fino a 1600 euro l’anno

Il punto sui contratti di produttività attivati in Italia: tipologie, obiettivi e importo medio annuo del premio secondo i dati del Ministero del Lavoro.

Apr 23, 2025 - 11:35
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Premi di produttività aziendale: fino a 1600 euro l’anno

Ammontano a oltre 12mila i contratti che prevedono premi di produttività attivi in Italia, riferiti ad accordi aziendali e territoriali. Secondo l’ultimo rapporto pubblicato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, sono quasi mille 910 quelli depositati nell’ultimo mese e finalizzati all’erogazione di una quota di salario aggiuntivo correlato al risultato aziendale.

Per quanto riguarda l’importo medio annuo dei premi, si parla di un una media di 1.581,51 euro a beneficio di 3.239.236 lavoratori che percepiscono importi aggiuntivi alla retribuzione in funzione del raggiungimento degli obiettivi.

Il report del Ministero mette in luce la graduale ma sistematica crescita della stipula di contatti di produttività a beneficio dei lavoratori, anche grazie alla spinta della Legge di Bilancio 2025 e alla detassazione dei premi corrisposti introdotta con la Legge di Bilancio 2023 e confermata per il triennio 2025-2027 al 5%. La riduzione d’imposta si può applicare ai premi erogati ai lavoratori dipendenti del settore privato, assunti con contratto subordinato a tempo determinato o indeterminato e con RAL fino a 80mila euro, per un massimo di 3mila euro lordi, incrementabili a 4mila euro nelle imprese che coinvolgono pariteticamente i lavoratori nell’organizzazione del lavoro.

I contratti attivi hanno finalità che spaziano dagli obiettivi di produttività (9.850) a quelli di redditività (7.803) o di qualità (6.186), ma non mancano i piani di partecipazione (1.255) e le misure di welfare aziendale (7.399).

La metà delle aziende che ricorre ai contratti di produttività conta meno di 50 dipendenti, mentre la quota restante è suddivisa tra le imprese con oltre 100 dipendenti (35%) e quelle con numero di dipendenti compreso tra 50 e 99 (15%). Tra quelli attivati nel 2025 troviamo in testa la Lombardia, seguita da Emilia Romagna, Veneto e Piemonte. Anche tra quelli attivi al 15 aprile 2025 rimane analogo il “podio”.