Piazza Fontana, vent’anni fa si chiudeva la vicenda processuale. Ma la verità ce la siamo presa lo stesso

Lo ha già detto il poeta, “per quanto voi vi crediate assolti / Siete per sempre coinvolti” (cit. De Andrè), e non c’è modo di dirlo meglio: venti anni fa, dopo 11 processi, la Cassazione confermava le assoluzioni decise in appello nel 2004 per tre neofascisti – Delfo Zorzi, Carlo Maria Maggi e Giancarlo Rognoni […] L'articolo Piazza Fontana, vent’anni fa si chiudeva la vicenda processuale. Ma la verità ce la siamo presa lo stesso proviene da Il Fatto Quotidiano.

Mag 3, 2025 - 08:43
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Piazza Fontana, vent’anni fa si chiudeva la vicenda processuale. Ma la verità ce la siamo presa lo stesso

Lo ha già detto il poeta, “per quanto voi vi crediate assolti / Siete per sempre coinvolti” (cit. De Andrè), e non c’è modo di dirlo meglio: venti anni fa, dopo 11 processi, la Cassazione confermava le assoluzioni decise in appello nel 2004 per tre neofascisti – Delfo Zorzi, Carlo Maria Maggi e Giancarlo Rognoni – condannati in primo grado all’ ergastolo per la strage di Piazza Fontana: mai sentenza ha stabilito frattura più grande tra i Tribunali e la storia.

Eppure, il tentativo degli imputati e del loro ambiente di descrivere quel momento come il sipario sullo stragismo neofascista si è frantumato contro la stessa sentenza che, assolvendo i singoli imputati, affermò chiaramente che gli attentati del 12 dicembre, e quelli precedenti che avevano aperto la strada della violenza di piazza alla quale l’Msi di Giorgio Almirante avrebbe contribuito con una manifestazione già indetta per il 14, furono opera dei gruppi di Ordine Nuovo; resta del resto provata responsabilità dell’ordinovista Carlo Digilio, che era di Ordine Nuovo, un pentito che ha dato una lucida ricostruzione degli eventi e che per questo è stato insultato, massacrato dal suo ambiente.

Questa è la verità assoluta e incontestabile sulla strage di Piazza Fontana, peraltro rafforzata da successive fasi giudiziarie che hanno riguardato altri massacri, quelli di Piazza della Loggia e della stazione di Bologna.

Occorre ricordare che i depistaggi e l’avvelenamento delle inchieste furono così massicci (di seguito trovate una breve storia giudiziaria dei processi) che era materialmente impossibile agganciare la ricostruzione al percorso giudiziario che venne infatti letteralmente bombardato anch’esso. Dietro la strage non solo c’era Ordine nuovo ma il Sid e l’Ufficio Affari riservati del Viminale e un pezzo della Dc era connivente (basta rileggere il Memoriale di Aldo Moro scritto nel carcere delle Br), oltre a settori del Psdi: in tanti operarono per far saltare la verità che è stata comunque garantita dalla battaglia delle associazioni delle vittime e dai movimenti civili che le hanno sostenute.

Con le unghie e con i denti hanno proseguito per anni, come hanno fatto Manlio Milani (Brescia) e Paolo Bolognesi (Bologna) due presidenti agguerriti che insieme ai collegi di difesa hanno scardinato porte che sembravo serrate, imponendo anche nei tribunali la verità: lo stragismo è stato opera dei gruppi neofascisti nati dalla pancia del Msi e allevati dentro l’internazionale nera dell’atlantismo. Mai dire, insomma, che non abbiamo la verità.

Breve storia giudiziaria dei processi per la strage di Piazza Fontana

Le principali tappe dell’inchiesta e dei processi che si sono susseguiti sulla strage, in oltre 35 anni.

12 dicembre 1969: un ordigno esplode nella Banca Nazionale dell’Agricoltura in piazza Fontana a Milano, 17 morti e 84 feriti.
15 dicembre 1969: a Milano l’anarchico Giuseppe Pinelli muore precipitando da una finestra della Questura mentre viene interrogato. Lo stesso giorno è arrestato Pietro Valpreda.
23 febbraio 1972: si apre a Roma il primo processo, dopo 4 giorni la Corte si dichiara incompetente e rinvia gli atti a Milano.
13 ottobre 1972
: la Cassazione assegna la competenza a Catanzaro, perché a Milano possono esserci problemi di ordine pubblico.
23 febbraio 1979: a Catanzaro si conclude il processo, cominciato il 18 gennaio 1977. Ergastolo per Freda, Ventura e Giannettini. Quattro anni e mezzo per Valpreda e Merlino per associazione sovversiva.
12 agosto 1979: a Buenos Aires viene arrestato Giovanni Ventura.
23 agosto 1979: Franco Freda viene catturato in Costa Rica.
20 marzo 1981: a Catanzaro si conclude il processo di secondo grado. La sentenza assolve per insufficienza di prove dall’accusa di strage Franco Freda e Giovanni Ventura ma li condanna a 15 anni per attentati a Padova e Milano. Confermate le condanne di Valpreda e Merlino per associazione sovversiva. Assolto Giannettini.
10 giugno 1982: la Corte di Cassazione annulla la sentenza d’appello di Catanzaro e rinvia il processo a Bari. Confermata solo l’assoluzione di Guido Giannettini.
1° agosto 1985: a Bari la Corte d’Assise d’Appello assolve per insufficienza di prove Freda, Ventura, Merlino e Valpreda.
27 gennaio 1987: la Cassazione respinge i ricorsi degli imputati di Bari contro la sentenza di secondo grado, rendendola definitiva.
27 marzo 1987: a Caracas è arrestato Stefano Delle Chiaie ritenuto coinvolto nella vicenda con Massimiliano Fachini.
20 febbraio 1989: la Corte d’Assise di Catanzaro assolve Delle Chiaie e Fachini per non avere commesso il fatto. Delle Chiaie viene scarcerato.
11 aprile 1995: a Milano, per una inchiesta parallela, rinvio a giudizio per Giancarlo Rognoni, Nico Azzi, Paolo Signorelli, Sergio Calore, Carlo Digilio e Ettore Malcangi, a Roma gli atti che riguardano Licio Gelli per il reato di cospirazione politica.
Luglio 1995: Delfo Zorzi e Carlo Maria Maggi sono iscritti nel registro degli indagati con l’accusa di strage.
8 giugno 1999: sono rinviati a giudizio per strage Zorzi, Maggi e Giancarlo Rognoni; per favoreggiamento Stefano Tringali. In seguito, viene rinviato a giudizio anche Carlo Digilio.
24 febbraio 2000: davanti ai giudici della seconda Corte d’ Assise di Milano inizia il processo.
30 giugno 2001: i giudici della seconda Corte d’Assise accolgono le conclusioni dell’accusa e condannano Zorzi, Maggi e Rognoni all’ ergastolo. Tre anni a Tringali, prescritto Digilio.
19 gennaio 2002: depositate le motivazioni. I pentiti Digilio e Siciliano sono credibili.
6 luglio 2002: muore Pietro Valpreda, 69 anni, il ballerino anarchico che fu il primo accusato per la strage.
16 ottobre 2003: a Milano comincia il processo presso la Corte d’assise d’Appello.
22 gennaio 2004: al termine della requisitoria, il sostituto procuratore generale Laura Bertolé Viale (una donna eccezionale!) chiede la conferma della sentenza di primo grado e invita la Corte a trasmettere gli atti alla Procura della Repubblica per accertare eventuali reati di falsa testimonianza in alcune deposizioni di testi a difesa.
12 marzo 2004: la Corte d’assise d’Appello di Milano assolve Delfo Zorzi, Carlo Maria Maggi e Giancarlo Rognoni, i tre imputati principali della strage, per non aver commesso il fatto. Riducono invece da tre a un anno di reclusione la pena per Stefano Tringali, accusato di favoreggiamento.
21 aprile 2005: approda di nuovo in Cassazione la vicenda giudiziaria. La suprema Corte deve esaminare il ricorso presentato dalla Procura Generale milanese contro l’assoluzione disposta dalla Corte d’assise d’appello.
3 maggio 2005 – La Cassazione chiude la vicenda giudiziaria confermando definitivamente le assoluzioni di Delfo Zorzi, Carlo Maria Maggi e Giancarlo Rognoni.

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