Perché tutti cercano “senza glifosato” o “zero residui”: ecco i claim più desiderati dagli italiani al supermercato (e cosa significano davvero)
Il mondo delle etichette, cui tutti dovremmo dedicare un po’ più di tempo all’atto dell’acquisto, è molto più variegato di quanto si pensi: non solo “senza zucchero”, “biologico”, “energia” o “proteine”. Ci sono dietro, in realtà, una serie di dichiarazioni, certificazioni e indicazioni geografiche che non solo possono, e devono, dare una maggiore sicurezza alimentare,...

Il mondo delle etichette, cui tutti dovremmo dedicare un po’ più di tempo all’atto dell’acquisto, è molto più variegato di quanto si pensi: non solo “senza zucchero”, “biologico”, “energia” o “proteine”. Ci sono dietro, in realtà, una serie di dichiarazioni, certificazioni e indicazioni geografiche che non solo possono, e devono, dare una maggiore sicurezza alimentare, ma mirano – è questa anche la verità – a conquistare in qualche modo i consumatori (e la loro fetta di mercato).
Va da sé, di fatto, che sempre più italiani vadano alla ricerca di diciture del tipo “con prebiotici/probiotici” nella cura della persona o del “senza glifosato” riguardo a ciò che si porta in tavola.
Leggi anche: Nuove etichette per miele, succhi di frutta e marmellate nell’UE: meno zuccheri (ma più chiarezza)
A dirlo è la nuova edizione dell’Osservatorio Immagino di GS1 Italy, che ha rilevato l’andamento delle vendite in volume di più di 138 mila prodotti, classificati in base alla presenza in etichetta di oltre 100 tra claim, certificazioni, pittogrammi e indicazioni di provenienza geografica.
Il report, qual è il claim più cercato?
“Senza pesticidi/con uso limitato di pesticidi”
Secondo quanto si legge dal report, tra giugno 2023 e giugno 2024 hanno registrato un incremento del +11,2% a valore e del +4,9% a volume le vendite dei 139 prodotti accompagnati dal claim “senza pesticidi/con uso limitato di pesticidi”.
Le loro vendite in supermercati e ipermercati ha superato i 141 milioni di euro, sostenute essenzialmente dalla componente di offerta (+10,0%), mentre è stata più evidente in prodotti tipo:
- nella verdura di quarta gamma
- nella pasta di semola
- nelle fragole
- nei surgelati vegetali/frutta naturali
“Senza/zero residui”
Brillante è anche la performance di altri due claim: il primo è “senza/zero residui”, presente su 80 prodotti. Secondo le indagini, le vendite sono aumentate del +17,8% a valore e del +15,5% a volume, con un apporto positivo sia della componente di domanda sia di quella di offerta (rispettivamente +11,1% e +6,7%).
A spingere le vendite sono state, in particolare:
- la pasta di semola
- la verdura di quarta gamma
- i frutti di bosco
- le albicocche
- i surgelati vegetali/frutta naturali
“Senza glifosato”
L’altro claim dall’andamento brillante è “senza glifosato”, individuato sulle etichette di 75 prodotti.
Tra i prodotti che hanno sospinto le vendite ci sono:
- la pasta di semola
- la pasta integrale
- la pasta all’uovo
Il claim “senza aspartame” chiude il paniere del free from, con i suoi 60 prodotti dagli oltre 9 milioni di euro di fatturato nel canale super e ipermercati.
Si chiude, poi, con il claim “biodegradabile” nel mondo del cura casa green (+23,6%), l’ingrediente “avocado” nel food, la famiglia dei prodotti certificati “biologici” e con “peptidi” nel cura persona e i claim relativi alla “assenza di residui” nei prodotti alimentari.
Solo nel mondo alimentare si cerca, infine, molto di più “senza soia” , “lavorato a mano” e la presenza di ingredienti differenzianti, come “anacardi” e “tahina”.
Perché tutti cercano “senza glifosato” o “zero residui”?
Beh, innanzitutto perché – è ormai acclarato – il glifosato è associato, seppur in modo controverso, a potenziali rischi per la salute, come l’aumento del rischio di malattie croniche o cancerogene. Ormai la consapevolezza aumenta a molti sono i consumatori che preferiscono evitare qualsiasi sostanza chimica percepita come pericolosa.
L’idea di ingerire alimenti con “zero residui” di pesticidi rassicura inoltre il consumatore, riducendo la percezione di rischio tossico.
Giocano poi a favore:
- l’impatto ambientale: il glifosato è stato associato a effetti negativi sugli ecosistemi, come la riduzione della biodiversità e l’inquinamento delle acque. Alcuni consumatori vedono l’acquisto di prodotti “senza glifosato” come un modo per sostenere pratiche agricole più sostenibili
- la qualità percepita: i prodotti con queste diciture possono essere percepiti come di fascia più alta, più autentici o naturali, spingendo i consumatori verso l’acquisto anche per ragioni di status o lifestyle
Non vuoi perdere le nostre notizie?
- Iscriviti ai nostri canali Whatsapp e Telegram
- Siamo anche su Google News, attiva la stella per inserirci tra le fonti preferite
Leggi anche: