Papa Leone XVI usa ancora le parole di Francesco: “Disarmiamo le parole e contribuiremo a disarmare la Terra”
Un nuovo appello alla pace e il disarmo. Nel suo discorso ai rappresentanti dei media di tutto il mondo durante l’incontro nell’Aula Paolo VI, Papa Leone XIV è tornato a citare Papa Francesco per chiedere la fine dei conflitti in corso nel mondo. “Disarmiamo le parole e contribuiremo a disarmare la Terra“, ha detto Robert […] L'articolo Papa Leone XVI usa ancora le parole di Francesco: “Disarmiamo le parole e contribuiremo a disarmare la Terra” proviene da Il Fatto Quotidiano.

Un nuovo appello alla pace e il disarmo. Nel suo discorso ai rappresentanti dei media di tutto il mondo durante l’incontro nell’Aula Paolo VI, Papa Leone XIV è tornato a citare Papa Francesco per chiedere la fine dei conflitti in corso nel mondo. “Disarmiamo le parole e contribuiremo a disarmare la Terra“, ha detto Robert Francis Prevost ai giornalisti, utilizzando un’espressione che ricalca con esattezza quella usata recentemente da Bergoglio: “Dobbiamo disarmare le parole, per disarmare le menti e disarmare la Terra. C’è un grande bisogno di riflessione, di pacatezza, di senso della complessità”, aveva scritto il papa argentino in una lettera inviata a metà marzo, durante il suo ultimo ricovero al Policlinico Gemelli, al Corriere della Sera. “Una comunicazione disarmata e disarmante – ha detto il nuovo pontefice rivolgendosi agli operatori dell’informazione – ci permette di condividere uno sguardo diverso sul mondo e di agire in modo coerente con la nostra dignità umana. Voi siete in prima linea nel narrare i conflitti e le speranze di pace, le situazioni di ingiustizia e di povertà, e il lavoro silenzioso di tanti per un mondo migliore. Per questo vi chiedo di scegliere con consapevolezza e coraggio la strada di una comunicazione di pace“.
Leone XVI ha invitato i giornalisti a essere “operatori di pace” invitandoli a cercare “con amore” la verità e dicendo “no” alla “guerra delle parole e delle immagini”. “Dobbiamo respingere il paradigma della guerra”, ha aggiunto il Prevost, riecheggiando le parole pronunciate a San Pietro appena salito al soglio pontificio. Citando il “discorso della montagna di Gesù”, Leone ha invitato i reporter “all’impegno di portare avanti una comunicazione diversa, che non ricerca il consenso a tutti i costi, non si riveste di parole aggressive, non sposa il modello della competizione, non separa mai la ricerca della verità dall’amore con cui umilmente dobbiamo cercarla. La pace comincia da ognuno di noi: dal modo in cui guardiamo gli altri, ascoltiamo gli altri, parliamo degli altri; e, in questo senso, il modo in cui comunichiamo è di fondamentale importanza”.
Durante l’incontro Papa Leone ha voluto ribadire “la solidarietà della Chiesa ai giornalisti incarcerati per aver cercato e raccontato la verità” chiedendone “la liberazione”. “La Chiesa riconosce in questi testimoni – penso a coloro che raccontano la guerra anche a costo della vita – il coraggio di chi difende la dignità, la giustizia e il diritto dei popoli a essere informati, perché solo i popoli informati possono fare scelte libere – ha detto -. La sofferenza di questi giornalisti imprigionati interpella la coscienza delle nazioni e della comunità internazionale, richiamando tutti noi a custodire il bene prezioso della libertà di espressione e di stampa”.
Un accenno il Papa lo rivolge anche a un’altra delle grandi sfide che attende il mondo moderno: di fronte al “potenziale immenso” dell’intelligenza artificiale, bisogna avere “responsabilità e discernimento per orientare gli strumenti al bene di tutti, così che possano produrre benefici per l’umanità“. “E questa responsabilità – ha aggiunto – riguarda tutti, in proporzione all’età e ai ruoli sociali”.
Negli stessi minuti in cui Leone XVI teneva il suo discorso in Aula Paolo VI, Il presidente ucraino Voldymyr Zelensky ha reso noto su Telegram di aver invitato il Papa in Ucraina durante la loro prima telefonata. “Ho parlato con Papa Leone XIV. Questa è stata la nostra prima conversazione, ma è stata già molto calorosa e davvero significativa”, ha detto il leader ucraino spiegando di aver invitato “Sua Santità a compiere una visita apostolica in Ucraina, una visita del genere porterebbe vera speranza a tutti i credenti, a tutto il nostro popolo”.
Il discorso è terminato alle 11.12 con la benedizione finale. In conclusione il Pontefice ha ringraziato nuovamente i presenti ed è stato salutato con un applauso e un urlo “Viva il Papa”. Salutando alcuni giornalisti, al termine dell’incontro in Vaticano, Papa Leone XIV ha regalato diversi momenti di umanità e vicinanza ai presenti. Prevost, a d esempio, ha firmato una palla da baseball, sport da lui amato sin dai tempi in cui viveva a Chicago. Passando accanto a una giornalista vestita di bianco, ha anche scherzato sull'”abbinamento” cromatico mettendosi accanto alla reporter a favore di telecamera.
Il pontefice è stato anche invitato da una giornalista a organizzare una partita di tennis di beneficenza per le opere missionarie, conoscendo la sua passione per questo sport. “Certo va bene”, ha replicato il Pontefice. “Io porto Agassi“, ha insistito la giornalista scherzando. Prevost ha replicato “basta che non porti Sinner“, giocando sul doppio senso sia perché l’italiano è il numero uno del mondo e forse anche perché il suo cognome in inglese significa “peccatore”.
C’è stato anche il tempo per un annuncio. Interpellato sul viaggio a Nicea per il 1700esimo anniversario del Concilio di Nicea, che dovrebbe essere la sua prima trasferta internazionale, Leone XIV ha detto: “Lo stiamo preparando“.
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