“Papa Francesco era una persona che, come i bambini, non ha mai smesso di sognare e immaginare”: lo spiega lo scrittore Saverio Simonelli
Raccontare Jorge Mario Bergoglio, semplicemente Francesco, venuto, come disse durante il giorno della sua elezione, il 13 marzo 2014, “dalla fine del mondo”, da una Terra lontana e molto povera, come l’Argentina, è un insegnamento di vita che incuriosisce grandi e piccini. Dapprima insegnante, sempre attento a volgere uno sguardo verso i bambini e i […] L'articolo “Papa Francesco era una persona che, come i bambini, non ha mai smesso di sognare e immaginare”: lo spiega lo scrittore Saverio Simonelli proviene da Il Fatto Quotidiano.

Raccontare Jorge Mario Bergoglio, semplicemente Francesco, venuto, come disse durante il giorno della sua elezione, il 13 marzo 2014, “dalla fine del mondo”, da una Terra lontana e molto povera, come l’Argentina, è un insegnamento di vita che incuriosisce grandi e piccini. Dapprima insegnante, sempre attento a volgere uno sguardo verso i bambini e i ragazzi, capace di coinvolgere i suoi alunni alla lettura e alla scrittura creativa.
Dedito ad educare giovani menti, attraverso il suo insegnamento basato sulla lettura, diceva che: “leggere apre la mente e che il sapere, come gli ricordava sua nonna, non occupa spazio ma apre orizzonti”, conquistando così il loro pensiero. Un uomo di Chiesa che è diventato una figura importante nel mondo, attraverso le cose che amava, come la passione del calcio e del tango, gli amici e i suoi miti. Un Papa definito il “Papa della gente”, sempre a sostegno degli umili, dei poveri, delle classi emarginate, ma soprattutto dei diritti dei bambini.
Tanti i suoi discorsi rivolti ai potenti della Terra, affinché tutelino i diritti di tutti i bambini e le bambine che soffrono nel mondo. Non è accettabile che, purtroppo, negli ultimi tempi molti bambini muoiono sotto le bombe, sacrificati dagli idoli del potere, dell’ideologia e degli interessi nazionalistici. Ha sostenuto Francesco che “nulla vale la vita di un bambino. Uccidere i piccoli significa negare il futuro”.
Le sue preghiere sono state rivolte anche a tutti i bambini che muoiono in mare “nelle tante rotte di disperata speranza”, a quelli sfruttati da un lavoro forzato, agli abusi e agli sfruttamenti, ai bambini “invisibili” che non hanno esistenza legale.
Il suo cuore è sempre stato a sostegno dell’infanzia e dell’Adolescenza, perché come ha più volte ribadito: “dobbiamo renderci conto che i bambini piccoli osservano, capiscono e ricordano. E con i loro sguardi e i loro silenzi ci parlano”. “Amiamoli e proteggiamoli!”
Prima di essere Francesco di Saverio Simonelli (Coccolebooks editore, Età di lettura: 10 anni)
Come raccontare Papa Francesco ai bambini e ai ragazzi?
La chiave migliore è far vedere cosa c’è dietro la figura del Papa, anche se Papa Francesco è stato un Papa sui generis, perché ha subito cercato di essere un Papa comunicativo, ma soprattutto essere lui a servizio degli altri. Penso al giorno delle elezioni a quando si inchinò alla folla per chiedere lui la preghiera al popolo. Francesco è prima di tutto una persona che anche lui è stato bambino, è stato giovane, come loro, e non ha perso, con questo ruolo unico e importante nel mondo, quella voglia che hanno i bambini di sognare e immaginare.
In quasi tutti i suoi interventi ha quasi sempre la parola sogna e cosa c’è di meglio che invitare i bambini a sognare? Qual è l’episodio che più ti piace raccontare di lui?
Il mio episodio preferito, essendo uno che si occupa per lavoro di cultura, di letteratura, è l’incontro che fece fare ai suoi studenti, quando insegnava all’Istituto Immacolata di Santa Fe, invitando il grande scrittore argentino, Jorge Luis Borges, a tenere una settimana di lezioni sulla scrittura creativa. Nel libro lo racconto immedesimandomi in uno degli studenti che vede materializzarsi lì a fianco del professor Bergoglio questo grande scrittore. In quella settimana tutti gli allievi di Bergoglio furono invitati a scrivere un loro racconto e questi racconti furono rieditati da Borges stesso, come se fosse un qualsiasi editor. Nel libro Prima di essere Francesco ho cercato di immedesimarmi e restituire lo stupore di questi giovani studenti che si vedono guidati da uno dei più grandi scrittori del ‘900, grazie al prof. Bergoglio.
Che insegnamento ha lasciato alle nuove generazioni?
L’insegnamento della credibilità. Papa Francesco non è stato un Papa autoritario, ma molto autorevole, perché è riuscito, con un linguaggio semplice, diretto e immediato, e tanta sensibilità ad inculcare dei concetti. Lo ha fatto con grazia e con discrezione, riuscendo ad essere collante di temi importanti come: l’ecologia e i diritti dei bambini. E’ riuscito a comunicare concetti importanti essendo credibile, non facendoli sembrare una lezione, ma qualcosa di concreto grazie alla sua esperienza di vita e al suo stesso essere: semplice e immediato.
Ricordo un suo incontro nel 2014 a Sibari in cui il Papa ha lanciato un messaggio di “speranza ai giovani”. Cosa ha voluto trasmettere?
Ha voluto trasmettere, soprattutto in un luogo così condizionato dalla presenza del male, il male stesso. Ha voluto lanciare questo messaggio di speranza nei giovani proprio nel luogo in cui c’era maggior attrito tra il desiderio di futuro e la minaccia che questo futuro non possa mai concretizzarsi per questo potere occulto. Non per nulla l’anno 2025 è l’anno del Giubileo e il Papa l’ha voluto dedicare alla speranza. Parlare di speranza, in un momento, in un contesto in cui tutto sembrava smentire la speranza, a mio giudizio è un atto fortemente rivoluzionario!
Perché gli adulti devono far conoscere ai bambini la figura di Papa Francesco?
C’è una bellissima poesia che ha sempre citato nella sua vita, prima da sacerdote e poi da Papa, del grande poeta tedesco Friedrich Hölderlin che dedica alla nonna. Bergoglio l’aveva scoperta quando aveva studiato per un semestre in Germania, a Francoforte, ebbene in questa poesia Friedrich Hölderlin si rivolgeva alla nonna garantendo che l’adulto avrebbe mantenuto le promesse fatte da bambino. Tutta la predicazione di Papa Francesco nei confronti dei bambini e dei ragazzi è stata proprio questa: cercando di mantenere, crescendo, i sogni, le speranze, ma anche quel modo di essere candido, ingenuo, pieno di stupore, tipico dello spirito dei bambini. Raccontare lui da adulto ai bambini è far capire che non c’è una transizione netta, perché il vero adulto è colui che porta con sé tutti i sogni, ma anche la personalità, il modo di essere e lo stupore dei bambini. Raccontare ai bambini Papa Francesco, significa, raccontare un uomo che è riuscito a mantenere quell’angolatura, quello spessore, quelle caratteristiche del bambino e tenerle in vita dentro il suo Essere adulto.
Perché viaggiare con “Prima di essere Francesco”?
Perché ci sono tanti episodi, non dico offuscati, ma un pochino sminuiti nella loro importanza, dal carisma, dalla figura, per il compito stesso di essere Papa. Leggendo questi episodi si vede un uomo molto legato alla sua terra, soprattutto, ricordiamo il giorno delle elezioni che disse che i fratelli cardinali sono venuti a prendere un vescovo di Roma “dalla fine del mondo”. Nel libro Prima di essere Francesco c’è molto di questa “fine del mondo”, per esempio c’è un episodio molto indicativo di Bergoglio, ossia il suo amore verso le tradizioni della sua Argentina e soprattutto l’amore per il tango. Lui conosceva, stimava e apprezzava molti tangheri, e vedeva proprio in quest’arte, in questa musica, in questa danza (che all’epoca era considerata peccaminosa) una grande espressione dello spirito della sua Terra. Perché in fondo noi pensiamo a Papa Francesco come un Papa rivoluzionario, ma in realtà lui era un gesuita, strettamente innamorato e legato alla figura di Gesù Cristo. E proprio la sua formazione, come gesuita, gli dà questa capacità di essere un prete, un pastore, che sa raccontare la propria fede a grandi e piccini, attraverso le storie, così come insegnava il fondatore dell’ordine dei gesuiti, Sant’Ignazio di Loyola. Tutto questo viene valorizzato dando uno sguardo alle sue esperienze di gioventù, alle sue passioni, al legame con le sue tradizioni, con la sua fede profonda e radicata e con l’amore per il suo paese e per il suo popolo.
L'articolo “Papa Francesco era una persona che, come i bambini, non ha mai smesso di sognare e immaginare”: lo spiega lo scrittore Saverio Simonelli proviene da Il Fatto Quotidiano.