Oro da record ecco come approfittarne con un ETC ad hoc
Banche centrali, grandi e piccoli investitori si stanno rifugiando nel metallo giallo, eppure i lingotti d’oro non brillano tutti allo stesso modo. L’ETC di HANetf RMEH con Isin XS2892963286 ha la miglior performance del comparto da inizio anno: +25,75%, protegge dal rischio cambio, offre la possibilità di riscattare lingotti d’oro custoditi in un caveau ultra-protetto ed è un investimento “responsabile”. Per Goldman Sachs la corsa dell’oro non è finita: prossimo target i 4.000 dollari l’oncia entro metà 2026.

Oro da record ma il rally può proseguire, parola degli analisti. Il prezzo dell’oro ha aggiornato i massimi di sempre superando oggi i 3.500 dollari l’oncia. A richiamare gli acquisti sul bene di rifugio per eccellenza, in primis è la situazione geopolitica che ha spinto le banche centrali a fare incetta. A questo si aggiungono mercati finanziari travolti dalla volatilità, un dollaro sempre meno ancora di salvezza mentre sul fronte commerciale è guerra a tutto campo tra Stati Uniti e Cina.
Le tensioni rimangono e la scalata dell’oro continua. Secondo Goldman Sachs, il prezzo potrebbe arrivare a 4.000 dollari entro metà 2026 (+14,28%) nello scenario attuale; in un “contesto estremo” l’oro potrebbe volare fino a 4.500 dollari (+28,57% dai prezzi di oggi). Per gli analisti della banca Usa, il prezzo avrebbe ancora spazio per correre grazie alla crescente probabilità di un crollo dell’economia globale innescato dai ripetuti cambi di rotta sul fronte dazi e dalla maggiore debolezza del dollaro sempre meno moneta rifugio.
Sul fronte macro, dopo gli ultimi scossoni sui dazi, il mercato ora teme una situazione di stagflazione, ovvero l’inflazione che sale mentre i tassi scendono. Le aspettative del mercato sono passate da zero tagli di tassi quest’anno a tre tagli, con la possibilità di un quarto. Tassi più bassi e inflazione più alta favoriscono l’oro, che non offre rendimento ma beneficia della maggiore domanda in contesti di rendimenti reali negativi, ovvero quando i l'inflazione è superiore ai tassi di interesse nominali. Di conseguenza, gli investitori non trovando rendimenti in grado di proteggerli dall’inflazione si spostano verso l'oro, che mantiene il valore nel tempo. Questo fenomeno aumenta la domanda e il prezzo del metallo giallo.
A sostenere il prezzo è anche la corsa agli acquisti di oro da parte delle banche centrali che, da tre anni, ha raggiunto livelli imponenti, sempre ben al di sopra delle mille tonnellate complessive (ved. grafico). Goldman Sachs prevede un trend di acquisto di almeno 80 tonnellate al mese (in proiezione pari cioè a 960 tonnellate complessive annue), in crescita rispetto alla stima precedente di 70 t/mese.
Il boom di acquisti da parte delle banche centrali è partito subito dopo le sanzioni contro la Russia che ha visto bloccare il sistema di pagamenti Swift e le riserve sovietiche all’estero. La Banca Centrale russa, ma anche quella cinese e di altre nazioni, hanno reagito aumentando le proprie riserve in oro, in alcuni casi (vedi le riserve cinesi) molto basse rispetto al Pil. Per fare un esempio il terzo posto nella classifica delle maggiori riserve in oro al mondo lo occupa l’Italia, primo Usa e seconda Germania.
A questa dinamica si aggiunge l'indebolimento del dollaro, che ha perso terreno nei confronti delle altre principali valute a causa del ritiro degli investitori dagli asset denominati in dollari. Quando il dollaro perde terreno, l’oro tende a rafforzarsi. Questo perché un dollaro più debole rende il metallo più accessibile per gli investitori stranieri, aumentando così la domanda. Inoltre, in tempi di incertezza, l’oro viene percepito come un asset sicuro, capace di preservare valore quando gli altri mercati vacillano.
Se per una banca centrale, investire in oro, comprarsi lingotti e stivarli nei propri caveau può apparire semplice, l’investitore retail deve seguire altre strade più facili. La via più agevole è acquistare un prodotto finanziario che replichi il prezzo dell’oro, ma non tutti gli strumenti sono uguali fra loro: variano i costi, la possibilità di ritirare l’oro fisico e l’esposizione al dollaro.
Gli ETC (Exchange Traded Commodities) sono strumenti finanziari che replicano il prezzo dell’oro fisico, offrendo un’alternativa pratica e accessibile rispetto all’acquisto diretto di lingotti.
L’ETC in oro è quindi il modo più semplice per investire in oro fisico, perché l’oro acquistato direttamente in lingotti o monete comporta costi di custodia e di sicurezza non indifferenti mentre gli ETC permettono di investire in oro fisico in modo semplice, liquido e trasparente, direttamente da un conto titoli. Gli ETC sono scambiati in borsa come un’azione e seguono il prezzo dell’oro in tempo reale. Ma non tutti gli ETC sono uguali.
Il Royal Mint Responsibly Sourced Physical Gold EUR Hedged ETC (ticker RMEH, ISIN XS2892963286) di HANetf si distingue dai classici ETC in oro per tre caratteristiche principali: protegge dal rischio cambio, offre la possibilità di riscattare lingotti d’oro custoditi in un caveau ultra-protetto ed è un investimento “responsabile”.
Guardiamo a uno a uno i punti di forza. Chi investe in oro cerca sicurezza ma per un investitore europeo spesso questo non avviene perché la maggior parte di questi prodotti è denominata in dollari come il prezzo del metallo giallo. Di fatto significa aggiungere rischio esponendosi al cambio. Si è partiti con l’obiettivo di ridurre i rischi e ci si è trovarti esposti a quelli valutari. L’ETC in questione risolve il problema incorporando la copertura valutaria in euro che sterilizza il rischio cambio.
Facciamo un esempio, da inizio anno, arrotondando, l’oro ha guadagnato il 33% mentre il dollaro ha perso il 10% nello stesso arco di tempo. Il risultato? Un meno goloso +23% rispetto al +33% che avremmo avuto in caso di protezione dall’oscillazione valutaria dell’euro/dollaro. L’ETC oro in euro di HANetf è in grado di sterilizzare il cambio attraverso una strategia di copertura (detta “hedging”, da cui l’indicazione “hedged” presente nel nome). Con l’ETC di HANetf la performance sarebbe stata del 26%. Il problema diventa importante quando la performance dell’oro non è in grado di compensare la sottoperformance del dollaro. È vero anche il contrario, un apprezzamento del dollaro sull’euro si tradurrebbe in un benefico ma se si vuole scommettere su quello sarebbe meglio utilizzare uno strumento come il Forex.
Secondo punto di forza la conversione fisica. L’oro contenuto negli ETC può essere riscattato in oro fisico dalla The Royal Mint, sotto forma di una gamma di lingotti e monete d’oro che non ha eguali, comprese le gamme Sovereign e Britannia. Possedere oro fisico offre la certezza di avere un bene tangibile, immune da fallimenti e insolvenze finanziarie e da problemi di liquidità della controparte, oltre ai vantaggi fiscali.
Terzo punto di forza la sostenibilità. L’ETC di HANetf investe in oro prodotto in maniera responsabile (55% riciclato, 45% di origine certificata, non russo e un’intensità di carbonio inferiore di oltre il 90% rispetto all’oro estratto), sostenuto da lingotti certificati dalla London Bullion Market Association (LBMA) del Regno Unito e custoditi da The Royal Mint, la zecca di Stato britannica con oltre 1100 anni di storia. La LBMA ne certifica l’origine, la catena di raffinazione, la purezza.
La sua facilità di negoziazione consente inoltre di entrare rapidamente sul mercato.
Oggi gli investimenti in oro cubano diversi miliardi, ma forse pochi hanno considerato il fattore di protezione del cambio e il rimborso fisico, utilissimo in caso di forti scossoni del mercato.
L’RMEH di HANeft può essere interessante anche per chi è già esposto in oro ma vorrebbe beneficiare solo dell’andamento del prezzo del metallo prezioso senza esporsi al cambio, inoltre, cerca un prodotto convertibile in oro fisico e con un aspetto responsabile.
I numeri parlano chiaro, basta andare su una qualsiasi classificatore di performance di ETF e vediamo che da inizio anno, l’ETC di HANetf è quello che performa meglio sul mercato, grazie non solo alle caratteristiche che abbiamo sopra elencato ma anche a una base costi molto ridotta solo lo 0,35% di TER solo lo 0,12%in più rispetto a un prodotto non coperto (ad esempio dell’ETC di HANetf in dollari (che ha come ticker RMAU) il cui costo è dello 0,22%.
Riportiamo la classifica dei migliori ETC in metalli preziosi di JustEtf aggiornata al 17 aprile 2025
Abbiamo parlato di oro fisico ma cerchiamo di capire perché questo ETC è differente dagli altri.
L’ETC RMEH di HANetf è l’unico a cui The Royal Mint (il produttore ufficiale di monete del Regno Unito da oltre un millennio) abbia finora concesso la sponsorizzazione e ciò vuol dire che tutti i lingotti sono conservati nel caveau di Llantrisant, in Galles, una struttura che possiamo considerare la Fort Knox britannica. Ciò significa che l’oro è custodito al di fuori dei sistemi bancari di Londra, offrendo un’opzione potenzialmente interessante per gli investitori che cercano una reale diversificazione nei loro accordi di custodia, rispetto ad analoghi ETP che sono custoditi presso banche a Londra o nelle sue vicinanze.
Il prezzo fa riferimento all’indice LBMA Gold Price PM, cioè il prezzo di riferimento dell’oro indicato quotidianamente dalla London Bullion Market Association (LBMA); è espresso in dollari Usa per oncia troy (pari a 31,1035 grammi) ed è utilizzato come benchmark globale per le transazioni di oro, sia fisico sia attraverso strumenti finanziari. L’oncia troy è la comune oncia, troy deriva dalla città di Troyes in Francia, dove questa misura fu utilizzata. Troyes fu una delle città più importanti tra quelle che battevano moneta sotto il regno carolingio. L’oncia troy, nel medioevo, divenne poi la base per il sistema di conio monetario britannico introdotto da Enrico II d'Inghilterra.
Oltre alla sicurezza della conservazione, l’ETC oro in euro di HANetf offre anche la sicurezza del riscatto con lingotti coniati o fusi, o con monete coniate, secondo la procedura descritta da questo documento in inglese, che prevede controlli sull’identità dell’investitore e alcuni costi amministrativi.
Questa serie di vantaggi rende il RMEH tra i migliori ETC sull’oro disponibili su Borsa Italiana.
Spesso gli investitori cercano sui motori di ricerca “ETF sull’oro”, “ETF oro” o simili, venendo poi indirizza agli ETC. Perché accade questo?
Gli ETF e gli ETC sono entrambi exchange traded product (ETP) quotati sul mercato ETFplus di Borsa Italiana, ma sono strumenti diversi. Mentre infatti gli ETF sono quote di fondi d’investimento quotate in borsa, gli ETC sono invece titoli emessi da banche che rappresentano il possesso di un sottostante rappresentato da una o più commodity.
Gli ETF sull’oro sono quote di fondi che replicano passivamente un indice costruito su un paniere di titoli (azioni, obbligazioni, derivati) relativi all’oro, mentre l’ETC in questione è un titolo che garantisce il possesso fisico dell’oro su cui investe.
Nonostante si parli comunemente di ETF sull’oro, questa definizione è profondamente sbagliata nel momento in cui non investono sull’oro ma su società minerarie, soggette a molti altri rischi: da quelli dei diritti di estrazione, dalla situazione geopolitica dove sono presenti le miniere, a quelli dei mercati a quelli della gestione societarie. Tutti rischi ben diversi dall’investire solo in oro.
A differenza degli ETF, gli ETC non sono OICR (Organismi d’Investimento per il Risparmio Collettivo) e non sono soggetti alla normativa europea UCITS. Questa non consente per esempio il collocamento di ETF con un solo sottostante, per evitare un’eccessiva concentrazione degli investimenti retail. Tuttavia, il Royal Mint Responsibly Sourced Physical Gold EUR Hedged ETC è “idoneo UCITS”, cioè rispetta le norme della direttiva UCITS senza esserne obbligato. Da non sottovalutare i vantaggi fiscali. Rispetto agli ETF, non essendo dei fondi, il trattamento fiscale degli ETC è assimilato a quello dei titoli azionari, dei certificati e degli strumenti derivati. Pertanto, le plusvalenze prodotte dagli ETC sono compensabili con le perdite pregresse.
L'oro nel corso del tempo ha dimostrato di essere un ottimo "inflation hedge", non tanto nel breve termine - ovvero, se l'inflazione sale, non sempre l'oro è salito contemporaneamente - ma soprattutto nel lungo periodo, come protezione contro l'aumento consistente dei prezzi. L'oro ha quindi mantenuto negli anni un potere d'acquisto stabile.
Di seguito un esempio tratto da un'analisi di Maurizio Mazziero che ci aiuta a capire meglio questa proprietà dell’oro.
Nel 1970, con 680.000 lire (equivalenti a circa 1.135 dollari dell’epoca) si poteva acquistare una nuova Fiat 500, simbolo dell’Italia del boom economico. Allora l’oro quotava 35 dollari l’oncia, per cui erano necessarie 32,4 once del metallo prezioso per mettersi al volante della storica utilitaria.
Saltiamo avanti di oltre 50 anni, le once di oro sono le stesse, ma il prezzo è volato a 3.500 dollari; con un cambio euro/dollaro a 1,1479, ogni oncia vale circa 3.049 euro. Le nostre 32,4 once oggi valgono oltre 98.789 euro.
Con lo stesso quantitativo d’oro con cui nel 1970 si comprava una Fiat 500, oggi è possibile acquistare non una ma ben due BMW X1, SUV compatti tedeschi che rappresentano l’ingresso nella gamma premium della casa bavarese, non proprio un'utilitaria.
Questa evoluzione è la dimostrazione empirica della funzione dell’oro come riserva di valore, anzi molto di più. Laddove le valute fiat (ovvero monete nazionali non ancorate a un metallo prezioso) sono state erose dall’inflazione e dalle politiche monetarie espansive, l’oro ha mantenuto - e in questo caso incrementato - il proprio potere d’acquisto reale.