Nuovo voto o nuovo Cancelliere? Che succede in Germania dopo la bocciatura di Friedrich Merz

Dopo la non-approvazione da parte del Bundestag, Cdu e Spd cercano una via d'uscita: ma a 6 mesi dall'inizio della crisi il nuovo governo rischia di nascere già debole L'articolo Nuovo voto o nuovo Cancelliere? Che succede in Germania dopo la bocciatura di Friedrich Merz proviene da Open.

Mag 6, 2025 - 12:25
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Nuovo voto o nuovo Cancelliere? Che succede in Germania dopo la bocciatura di Friedrich Merz

Friedrich Merz

Friedrich Merz ha fatto la storia. Ma decisamente non nel senso che si augurava. Il leader della Cdu, da due mesi e mezzo in predicato di diventare il nuovo Cancelliere tedesco, è stato bocciato dal Bundestag alla prima occasione utile. O meglio, non ha ottenuto i voti necessari per poter formare un governo. 310 i sì arrivati alla sua nomina, 307 quelli contrari, 3 gli astenuti. Maggioranza sì dunque, ma non abbastanza solida, perché per approvare un nuovo Cancelliere la Costituzione tedesca richiede la maggioranza assoluta: 316 voti dunque sui 630 seggi del Bundestag. Per Merz non si tratta di una bocciatura definitiva: può riprovarci in una seconda e potenzialmente anche in una terza fase di votazioni. Ma la botta politica per il capo della Cdu è pesantissima, e potrebbe in ogni caso avere conseguenze sulla solidità del nuovo governo, che secondo gli accordi dovrebbe fondarsi su una nuova coalizione “atipica” tra Cdu/Csu (conservatori) e Spd (progressisti).

Un nuovo voto o un nuovo Cancelliere? Cosa succede ora

Subito dopo la non-approvazione di Merz la seduta del Bundestag è stata sciolta, e si è riunito l’ufficio di presidenza del Parlamento per capire il da farsi, stabilendo il calendario delle prossime sedute. Al momento non vi è ancora certezza su quando la plenaria sarà riconvocata, ma sembra certo che non sarà oggi stesso: alcuni media tedeschi ipotizzano si possa tornare a votare per il Cancelliere venerdì. A complicare la situazione, come ricorda il Guardian, è il fatto che per indire una nuova seduta serve un voto procedurale con una maggioranza più ampia che dovrà quindi contare anche sull’ok di almeno qualcuno dei partiti di prevista opposizione (i Verdi, ad esempio). Formalmente, la Legge fondamentale della Germania (quanto di più simile alla Costituzione) indica che nel caso il candidato Cancelliere non ottenga la maggioranza assoluta nella prima fase di votazioni, se ne tenga una seconda entro 14 giorni. Non c’è limite al numero di votazioni possibili in questo “secondo round”, ma l’asticella – prescrive l’articolo 63.3 – resta quella della maggioranza assoluta (316 voti). Se neppure la seconda fase ha successo, il processo elettorale entra in una terza fase, in cui è sufficiente la maggioranza semplice per eleggere il nuovo Cancelliere. In questo caso però l’articolo 63.4 dice che il presidente della Repubblica non è tenuto a procedere con la nomina del Cancelliere, ma può anche decidere di sciogliere il Parlamento e riportare il Paese alle urne. Se Merz non dovesse farcela in altri successivi voti, comunque, si potrebbe profilare anche l’ipotesi di un nuovo candidato alla guida del Paese.

La Germania in crisi da 6 mesi

Comunque vada nei prossimi giorni, come detto, la botta per Merz e per la Germania è comunque forte. Primo, perché non era mai accaduto nella storia tedesca post-nazista: dal dopoguerra in poi tutti i candidati Cancellieri sono sempre stati approvati al primo colpo, ingrediente tra i principali della ricetta di stabilità politica di cui la Germania si è sempre fatta vanto. Esito paradossale per Merz, che il 23 febbraio scorso ha vinto le elezioni in modo netto (28,5% la sua Cdu/Csu, 20,8% l’Afd, 16,4% l’Spd, 11,6% i Verdi) e ha poi avuto oltre due mesi di tempo per preparare il terreno del suo arrivo al potere (cui ambisce da decenni, fin da quando era tra i competitor interni di Angela Merkel tra i cristiano-democratici). Niente da fare per ora invece, proprio nel giorno che segna una Germania in crisi politica da 6 mesi esatti (Olaf Scholz ruppe formalmente coi Liberali lo scorso 6 novembre, aprendo la strada a elezioni anticipate).

L’umiliazione internazionale di Merz

Proprio poiché la strada sembrava tutta in discesa Merz da settimane si muoveva già da Cancelliere de facto: rispondendo colpo su colpo alle batoste di Donald Trump all’ordine internazionale (dazi, Nato, Ucraina), annunciando già alcuni dei progetti simbolo del nuovo corso, a partire dal riarmo della Germania, e presentando perfino in anteprima la lista dei ministri. Era già pronto addirittura il calendario dei suoi primi impegni fuori dai confini: domani stesso era atteso a Parigi da Emmanuel Macron e poi a Varsavia. Giovedì avrebbe dovuto presenziare alle celebrazioni per gli 80 anni della fine della Seconda guerra mondiale, quindi venerdì (9 maggio, festa dell’Europa) si sarebbe recato a Bruxelles a incontrare i vertici di Ue e Nato. Aveva assicurato che con lui la Germania sarebbe tornata a guidare le danze in Europa, dopo gli anni timidi e fragili di Olaf Scholz. E invece ora non è neppure detto che alla fine della settimana sarà riuscito a farsi eleggere Cancelliere. L’Ue e i mercati osservano preoccupati, le opposizioni – a partire dall’Afd – sorridono e già sperano in una fase nuova.

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