Nubi grigie per Bmw
Partenza d'anno difficile dopo un 2024 particolarmente impegnativo. Rispetto ad altre Case europee spiazzate dalla perdita di terreno in Cina e dai dazi di Trump negli Usa, Bmw mantiene comunque la guidance

Partenza d’anno difficile dopo un 2024 particolarmente impegnativo. Rispetto ad altre Case europee spiazzate dalla perdita di terreno in Cina e dai dazi di Trump negli Usa, Bmw mantiene comunque la guidance
Stime economiche confermate per il 2025. La notizia che si impone sui numeri della trimestrale di Bmw in flessione – come tutte quelle delle altre Case europee – è più la decisione, da parte della Casa di Monaco di Baviera, di scommettere di riuscire a tener fede ai risultati finanziari precedentemente annunciati per l’anno in corso nonostante la strada si sia fatta incredibilmente sdrucciolevole a causa della maggior concorrenza cinese ma soprattutto dei dazi di Donald Trump. Molti marchi europei, evidentemente presi in contropiede dalla guerra commerciale scatenata ad aprile dalla Casa Bianca, hanno preferito ritirare ogni previsione d’esercizio.
IL 2025 DI BMW (SECONDO BMW)
Quanto al 2025, Bmw non è particolarmente ottimista e punta a conseguire una “leggera crescita” delle vendite e un “lieve” incremento del peso delle elettriche sui volumi totali, sperando di raggiungere un utile operativo di gruppo stabile e un margine operativo per le attività automobilistiche tra il 5% e il 7%, nonché flussi di cassa superiori ai 5 miliardi. Si tratta di stime, fanno sapere da Monaco di Baviera, realizzate rebus sic stantibus, ovvero sulla base dello scenario attuale nella speranza che il lavoro diplomatico porti a un abbassamento delle maggiori tasse già a luglio, ma con la possibilità che possano essere spazzate via nel caso in cui Trump tornasse a ritoccare in peius i nuovi balzelli doganali imposti al resto del mondo.
IL PRIMO TRIMESTRE DI BMW
Il gruppo bavarese ha chiuso il trimestre riuscendo a restare al di sopra della soglia psicologica del mezzo milione di autovetture consegnate: 586.117, l’1,4% in meno rispetto al medesimo periodo dell’anno scorso. Come per le connazionali anche Bmw è alle prese con un mercato cinese che si è fatto via via più indifferente al parco macchine presentato dal gruppo guidato da Oliver Zipse.
LA SITUAZIONE IN CINA E I DAZI DELLA UE
L’azienda di Monaco di Baviera collega parte della situazione contingente ai dazi europei sulle elettriche costruite nel Paese del Dragone, segnalando un aumento dei costi commerciali che si è riverberato sulla redditività: ricavi in calo del 5,6% a 29,2 miliardi e utile operativo diminuito di un quarto, del 25,3%, con un’incidenza sul fatturato del 6,9%, sotto dell’8,8% rispetto ai risultati conseguiti un anno fa, ma comunque in linea con le aspettative. Flussi per 413 milioni, un terzo circa degli 1,283 miliardi dei primi tre mesi del 2024.
BUONI SEGNALI DAL SEGMENTO EV
Tutto ciò nonostante le performance delle auto dotate di nuova motorizzazione: ne sono state vendute 157.487 (+28,5% per un peso sui volumi totali del 26,9%), di cui 109.513 elettriche pure (+32,4%). Scesi del 7,8% (-8,7% a cambi costanti) a 33,76 miliardi i ricavi, mentre l’utile operativo è peggiorato del 22,5% a 3,14 miliardi, per un margine in contrazione dall’11,4% a 9,2%, e l’utile netto del 26,4% a 2,17 miliardi.
IL 2024 CON POCO SPRINT DI BMW
Allargando lo zoom, il gruppo di Monaco di Baviera aveva chiuso il 2024 con un calo dei ricavi dell’8,4% a 142,4 miliardi di euro. Lo scorso anno l’utile netto era crollato del 36,9% a 7,68 miliardi di euro e il risultato operativo era sceso del 37,7% a 11,5 miliardi. Parimenti, gli utili ante imposte avevano registrato un -35,8% a 10,97 miliardi e il margine era passato dall’11% del 2023 al 7,7% del 2024. L’Ebit del settore auto aveva perso il 39,2% raggiugendo quota 7,89 miliardi e il margine era passato dal 9,8% al 6,3%. Nei 12 mesi del 2024 Bmw aveva consegnato 2,45 milioni di veicoli con una flessione del 4% rispetto al ’23.