Niente sabotaggi sulla pista da bob di Cortina, solo tanto rumore per un tubo
Tanto rumore per nulla. Il tubo di refrigerazione trovato sulla strada di cantiere della pista di bob a Cortina lo scorso febbraio a quanto pare è caduto da solo, probabilmente sistemato male. Bastava un poco di buon senso per capire che un manufatto di quelle dimensioni e di quel peso (789 kg) non si poteva […] L'articolo Niente sabotaggi sulla pista da bob di Cortina, solo tanto rumore per un tubo proviene da Il Fatto Quotidiano.

Tanto rumore per nulla. Il tubo di refrigerazione trovato sulla strada di cantiere della pista di bob a Cortina lo scorso febbraio a quanto pare è caduto da solo, probabilmente sistemato male. Bastava un poco di buon senso per capire che un manufatto di quelle dimensioni e di quel peso (789 kg) non si poteva spostare manualmente, impossibile poi farlo in un’area così sorvegliata e off limits passando inosservati. Eppure gli amministratori, i politici, i mezzi di informazione da subito non hanno avuto dubbi: il “nemico” aveva compiuto un gesto ignobile.
Simico, la società che si occupa di realizzare le opere per le olimpiadi invernali Milano-Cortina, attraverso le parole dell’amministratore delegato Fabio Saldini (che è anche Commissario di Governo) ha dichiarato a caldo “non c’è dubbio che si tratti di un atto doloso”; in un’intervista allo stesso Saldini il giornalista Rai chiedeva “secondo lei si tratta di un sabotaggio o di un atto vandalico?”. Per il sindaco di Cortina si è trattato di “un atto vile, ingiustificato, ignobile di puro terrorismo. Spero trovino i colpevoli il prima possibile e vengano puniti come meritano”. Il ministro delle infrastrutture Matteo Salvini ha dichiarato all’Ansa: “Chi vuole sabotare le olimpiadi del 2026 colpisce non solo l’impegno di tanti lavoratori ma anche il Paese davanti a tutto il mondo. Non ci faremo intimidire”; per il ministro dello Sport Andrea Abodi si è trattato di “un gesto criminale commesso da soggetti che pensavano di determinare un danno all’Italia”; anche il governatore veneto Luca Zaia ha detto la sua, “Confermo l’atto vandalico, o meglio il sabotaggio”. Ci ha pensato il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Alessandro Morelli, a individuare il “nemico”: “Chi, attraverso media, persino sui canali del servizio pubblico, esprime no ideologici contro le olimpiadi che, su frange antagoniste o menti deviate, porta ad atteggiamenti contrari alla legalità, con il rischio di arrecare danni ingenti e potenzialmente irreparabili”. Lasciamo ai lettori dedurre chi siano le menti deviate.
Ora, dopo due mesi di indagini, le conclusioni degli investigatori hanno definito che si è trattato di un fatto verosimilmente accidentale e di conseguenza la procura di Belluno ha chiesto l’archiviazione dell’inchiesta. Non abbiamo sentito nessuno dei signori sopracitati pronunciare una frase del tipo “mi sono sbagliato”, forse perché il rumore – questa volta proveniente da altre sorgenti- non è ancora finito e c’è altro di cui preoccuparsi: la Procura di Milano, proponendo l’archiviazione per gli indagati su alcuni appalti relativi alle opere olimpiche, ha chiesto di valutare la costituzionalità del decreto con cui il governo ha stabilito che la Fondazione Milano-Cortina è un ente di diritto privato.
Abbiamo sottolineato più volte, anche attraverso questo blog, come le prossime olimpiadi invernali 2026 fossero dal nostro punto di vista insostenibili, come del resto lo sono tutti gli eventi di questo genere organizzati in luoghi che non siano già predisposti per accoglierli. Ma la retorica degli organi di governo e lo stanziamento di ingenti somme di denaro pubblico ci hanno portato fin qui: la pista da bob di Cortina è solo l’esempio più eclatante – non certo l’unico – dell’italianità con la quale si gestisce l’evento.
Ricordate? Nell’ottobre 2023 il presidente del Coni Malagò in occasione della sessione del CIO a Mumbai, in India, aveva annunciato che le gare di bob, slittino e skeleton di Milano-Cortina 2026 si sarebbero svolte fuori dall’Italia su indicazione del nostro governo; il ministro degli Esteri Tajani provò allora a rilanciare il recupero della pista di Cesana Torinese; Salvini infine sentenziò che “le olimpiadi di Milano-Cortina devono essere le olimpiadi italiane e la pista di bob, rispettando costi e tempi, dev’essere a Cortina”. Eppure la Francia, che si è aggiudicata l’edizione successiva dei giochi olimpici invernali prevista nel 2030, non si è fatta scrupolo per la propria organizzazione di ricorrere alla pista di pattinaggio di Torino ritenuta più conveniente, e non si può certo dire che i francesi difettino di orgoglio nazionale.
Da qui all’apertura dei giochi 2026 ne vedremo ancora, c’è da scommetterci. Ormai il danno a Cortina è fatto, speriamo almeno che non si riveli del tutto inutile; ci siamo battuti per impedirlo e non siamo riusciti, ora vigileremo su quanto accadrà in seguito e sulle altre opere, molte delle quali non saranno terminate in tempo. E non per colpa di vandali e sabotatori.
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