
Non appena sono atterrato ad
Hanoi, ho percepito qualcosa di diverso. Era come entrare in un romanzo scritto da un autore antico, dove ogni via, ogni lago, ogni tempio sussurrava una storia. In questa città del
Vietnam del Nord, la modernità scorre accanto al tempo, senza mai sovrastarlo. Il primo impatto è stato
umido, avvolgente come un abbraccio denso, profumato di incenso, caffè e fiori di loto.
Dove mi trovo esattamente Hanoi è situata nella parte nord-occidentale del
Delta del Fiume Rosso, poco più a sud del confine con la
Cina. Una posizione strategica, che per secoli ha rappresentato il centro politico e culturale del Paese. La sua geografia è un mosaico affascinante: un reticolo di strade tortuose, piccoli corsi d’acqua, e laghi placidi come
Hoan Kiem, dove ogni mattina si pratica il
Tai Chi in un silenzio che sa di rispetto e meditazione. La città si espande lentamente, quasi senza voler disturbare l’equilibrio tra le sue
antiche pagode, i palazzi coloniali francesi sbiaditi dal tempo e gli
edifici moderni che crescono come bambù tra le fessure del passato. Ogni quartiere racconta una pagina differente della stessa storia:
il Quartiere Vecchio è un labirinto di suoni e colori, mentre
Tay Ho è più rilassato, con spazi verdi e un respiro internazionale.
Un clima che ti avvolge e ti cambia Il
clima di Hanoi è una delle prime realtà con cui fare i conti. L’umidità è costante, penetrante, ma dopo un po’ ti ci abitui. O forse è la città che ti educa ad accettarla. Ci sono
quattro stagioni distinte, anche se spesso sembrano danzare l’una nell’altra. L’inverno è breve ma fresco, e sa essere sorprendentemente romantico, con la nebbia che si posa sui laghi e le donne che indossano cappotti sopra gli
ao dai, i tradizionali abiti vietnamiti. L’estate è lunga,
calda e
afosa, ma è anche il periodo in cui la città si riempie del profumo del
caffè ghiacciato e della
birra artigianale nei vicoli. La primavera e l’autunno, invece, sono momenti di pura poesia: i
fiori di pesco, le foglie dorate, l’aria leggera e gentile.
Tradizioni antiche che pulsano nel quotidiano Vivere ad Hanoi significa convivere con l’antico. Non in senso museale, ma come parte viva della quotidianità. Ogni mattina mi sveglio con il suono dei
gong provenienti dai templi, e spesso, mentre cammino, incontro
altari improvvisati ai bordi della strada, con offerte di frutta, fiori e bastoncini d’incenso accesi. La gente qui ha uno
sguardo profondo, gentile, ma mai servile. Il rispetto è la regola invisibile che regola tutto. La spiritualità è palpabile, intrecciata con una quotidianità fatta di piccoli gesti: una tazza di tè condivisa in silenzio, un saluto fatto chinando appena il capo, il silenzio rispettoso davanti a una tomba.
Un’economia che cresce tra riso e tecnologia Il Vietnam sta vivendo un momento di
trasformazione economica rapida, e
Hanoi ne è il cuore pulsante. Le
fabbriche e le industrie manifatturiere stanno crescendo rapidamente, così come il settore tecnologico e dei servizi digitali. Nonostante ciò, rimane fortissimo il legame con l’agricoltura e con i ritmi lenti della terra: nelle campagne circostanti, si coltiva ancora
riso, tè, frutta tropicale. Al mercato, ogni mattina, vedo arrivare donne con i
non la (i tipici cappelli conici) cariche di ortaggi appena raccolti, pollame vivo, pesce fresco. I
motorini sono il simbolo vivente di questa economia in movimento: sfrecciano ovunque, trasportano di tutto, e sembrano parlare una lingua propria fatta di clacson, curve millimetriche e traiettorie imprevedibili.
Cosa significa essere un italiano ad Hanoi Essere italiano qui è un’esperienza unica. La nostra
cultura mediterranea è guardata con curiosità e ammirazione, soprattutto per la gastronomia e l’artigianato. Ma è anche uno specchio in cui mi rivedo cambiato. Ho imparato a non avere fretta, a sorridere anche quando non capisco, a lasciarmi sorprendere. In città ci sono piccole comunità di
expat europei, con cui si può facilmente creare rete, soprattutto nel quartiere di
Tay Ho o attorno al
Lago dell’Ovest. Ma è nel dialogo con la gente del posto che avviene la vera immersione: imparare qualche parola in
vietnamita, sedersi su uno sgabello di plastica a mangiare un
pho bollente, ascoltare la storia di chi ha vissuto la guerra e ora guarda al futuro con dignità.
Informazioni pratiche per chi vuole trasferirsi Hanoi offre
costi della vita ancora accessibili, anche se negli ultimi anni sono saliti, soprattutto per quanto riguarda gli alloggi più moderni. Si può vivere bene con uno stipendio medio, ma è importante informarsi sui
visti, sul sistema sanitario (meglio affidarsi alle
cliniche private) e sulle possibilità di lavoro, che si concentrano soprattutto nell’insegnamento delle lingue, nel turismo, nell’IT e nel commercio internazionale. Il sistema dei trasporti pubblici è in fase di sviluppo, ma ancora poco utilizzato rispetto ai
motorini, che rimangono il mezzo più veloce (e caotico). La cucina è una delle gioie quotidiane:
street food ovunque, sano, saporito, incredibilmente economico. La connessione a Internet è buona, e la città offre spazi di coworking, caffè silenziosi e una crescente apertura al mondo
digitale e creativo.
Una città che ti entra dentro Hanoi non è una città facile da comprendere al primo sguardo. Ma è proprio questo che la rende unica. La sua
bellezza è sottile, stratificata, richiede tempo, silenzio, e un cuore aperto. Io mi sento ancora straniero, ma ogni giorno un po’ meno. Ogni volta che cammino attorno al
Lago Hoan Kiem, che attraverso in bilico le strade senza semafori, che sorrido a un anziano che mi indica la via, sento che sto imparando una nuova forma di appartenenza. Se dovessi descrivere
Hanoi in una parola, direi:
poesia. Ma una poesia viva, disordinata, profumata di zenzero, spezie e pioggia.
Mi trasferisco ad Hanoi: Tra nebbie, poesia e il cuore antico del Vietnam