Dal Pacifico all’Italia: El Niño guida il clima globale L’
estate 2025 si preannuncia
atipica e potenzialmente estrema, con una dinamica climatica che ha le sue radici lontano, nel cuore dell’
Oceano Pacifico tropicale. Dopo tre inverni dominati da
La Niña, il 2024 ha visto l’attivazione di un
El Niño di moderata intensità, che continuerà a influenzare il
clima globale per diversi mesi. Questo fenomeno, noto come
ENSO (El Niño–Southern Oscillation), rappresenta uno dei principali motori atmosferici del pianeta, capace di modificare l’intera
circolazione equatoriale e di alterare il comportamento delle
correnti atmosferiche anche in zone molto lontane dal Pacifico, come l’
Europa e il
Mediterraneo. Durante una fase di
El Niño, le acque del
Pacifico centro-orientale si riscaldano in modo anomalo, provocando lo spostamento e l’indebolimento della
circolazione di Walker, con effetti a catena sulla distribuzione della
pressione atmosferica e dei
flussi d’aria in tutto il mondo. I dati rilevati nel corso della primavera 2024 dal
NOAA e dal programma europeo
Copernicus hanno confermato l’ingresso in una fase Niño ben attiva, destinata a protrarsi almeno fino all’autunno 2025.
Mediterraneo e Italia: caldo intenso e instabilità climatica Le ripercussioni per il
clima italiano non si faranno attendere. Durante gli eventi di
El Niño, il
Mediterraneo centro-occidentale diventa una delle aree più sensibili a livello globale. L’
anticiclone delle Azzorre, solitamente protagonista della stagione estiva, viene spinto verso
latitudini più settentrionali, aprendo la strada all’espansione dell’
anticiclone africano verso il
bacino centrale del Mediterraneo. Questo significa che, nel corso dell’
estate 2025, l’
Italia meridionale, le
Isole Maggiori e le zone
interne e pianeggianti del Centro-Sud potranno sperimentare ondate di
caldo persistente, con valori che supereranno spesso i
40°C, specialmente in
Sardegna,
Puglia e
Basilicata. Al
Nord, pur in presenza di maggior variabilità, il caldo si manifesterà con fasi afose e stagnanti, favorite dalla presenza di
alta pressione e
scarsa ventilazione, soprattutto in
Pianura Padana. Durante le estati influenzate da
El Niño, si registrano frequentemente
anomalie termiche positive fino a
+2,5°C rispetto alla media climatica. Questo comporta non solo
giornate roventi, ma anche un forte aumento delle
notti tropicali, con minime superiori ai
24-25°C in ambito urbano. Una condizione che stressa fortemente la
salute pubblica, i
consumi energetici e la
tenuta dei servizi sanitari.
Fenomeni estremi e rischio medicane Oltre al caldo, il
2025 potrebbe portare con sé una maggiore frequenza di
eventi meteo estremi, in particolare nella seconda parte dell’estate e in autunno. Il
Mar Tirreno e il
Mar Ligure, già soggetti a fenomeni convettivi intensi, potrebbero divenire teatro di
cicloni mediterranei o addirittura di
medicane, ossia uragani in miniatura che si formano proprio nel cuore del
Mediterraneo. La combinazione tra
aria subtropicale calda e umida e
irruzioni più fresche da nord genera le condizioni ideali per lo sviluppo di
temporali violenti, con
accumuli pluviometrici estremi in tempi brevissimi. I rischi connessi a frane, allagamenti e danni idrogeologici potrebbero aumentare, soprattutto in aree già fragili come
Liguria,
Campania e
Calabria tirrenica.
Un’estate lunga, intensa e potenzialmente pericolosa Il quadro che si sta delineando per l’
estate 2025 suggerisce una stagione
prolungata e difficile da gestire. Il rischio maggiore non è tanto nel picco del caldo, quanto nella
sua durata e nella
mancanza di pause rinfrescanti. Le
ondate di calore potrebbero estendersi anche oltre il mese di
Settembre, con un possibile ritardo nell’arrivo delle prime piogge autunnali. La combinazione tra
notti tropicali persistenti,
caldo estremo diurno,
assenza di ventilazione naturale e
debole attività ciclonica atlantica può creare un contesto critico per le città, soprattutto per quanto riguarda la
qualità dell’aria, la
gestione delle risorse idriche e la
salute delle fasce più vulnerabili della popolazione.
Uno scenario da monitorare fino a fine anno Secondo le attuali proiezioni climatiche, l’effetto di
El Niño proseguirà almeno fino all’
inizio dell’autunno 2025, con la possibilità che influenzi anche la prossima stagione fredda. Se questa tendenza verrà confermata, potremmo assistere a un altro
inverno anomalo, con
temperature più miti e
precipitazioni distribuite in modo irregolare, specie al
Nord Italia. È dunque fondamentale tenere d’occhio non solo i modelli a breve termine, ma anche i segnali provenienti dal
Pacifico tropicale, dove si decide gran parte del destino climatico del nostro emisfero. Quando il
motore equatoriale si attiva, il suo ruggito può farsi sentire anche sopra le
Alpi, e quest’anno potrebbe essere uno di quei casi.
Meteo ESTATE 2025: ci si mette anche il Niño, aumenta la preoccupazione