Mediobanca e Generali diventate prede. Che si rispetti la trasparenza
Con il via libera dei soci di Mps all’Offerta pubblica di scambio su Mediobanca,non si avvia solo una delle tante operazioni finanziarie del 2025. Parte un possibile riassetto nel mondo del credito che porterà a nuovi equilibri economici e di potere. L’offerta lanciata dall’istituto di Siena, il cui risanamento porta la firma dei migliori banchieri […] L'articolo Mediobanca e Generali diventate prede. Che si rispetti la trasparenza proviene da Iusletter.

Con il via libera dei soci di Mps all’Offerta pubblica di scambio su Mediobanca,
non si avvia solo una delle tante operazioni finanziarie del 2025. Parte un possibile riassetto nel mondo del credito che porterà a nuovi equilibri economici e di potere.
L’offerta lanciata dall’istituto di Siena, il cui risanamento porta la firma dei migliori banchieri italiani (e i soldi dei tanti contribuenti), ha come obiettivo la banca che fu creata nel 1946 da Enrico Cuccia, grazie ai buoni uffici di un altro banchiere che ha fatto la storia del credito e non solo: Raffaele Mattioli.
Cuccia e, nell’ultimo periodo della sua vita, il suo delfino Vincenzo Maranghi, fecero di tutto per mettere l’istituto al centro del capitalismo italiano, guidando, o tentando di guidare, ogni riorganizzazione rilevante.
Diversa l’impostazione dei loro due eredi: Alberto Nagel (attuale AD) e Renato Pagliaro (presidente).
I due manager, in quasi vent’anni, sembrano aver perseguito una strategia semplice quanto efficace, a giudicare dai dividendi milionari che hanno distribuito ai soci: fare di Mediobanca un istituto di credito puro, fuori per quanto possibile dai giochi politici o di schieramento ideale.
E cioè, capace di fare consulenza, ma al tempo stesso trovare altre fonti di reddito, come il credito al consumo e la gestione del risparmio.
Strategia, più o meno indirettamente, estesa anche alle Generali.
Mediobanca possiede il 13% della compagnia. Ma grazie al mercato, che in assemblea ne ha appoggiato le scelte, ne ha orientato anche la direzione.
Tempo fa la compagnia, con partecipazioni che andavano dall’editoria all’energia, era diventata crocevia della finanza nazionale.
Oggi è invece una delle maggiori assicurazioni europee, concentrata sul core business.
Una strategia che ha registrato i dubbi di azionisti importanti come Caltagirone e la Delfin degli eredi Del Vecchio.
Soci che avrebbero gradito una maggiore propensione alla crescita.
E che ritroviamo in posizione importante anche in Mediobanca e Mps.
Ed è per questo che sia Piazzetta Cuccia sia le Generali sono apparse come prede.
E se ciò fosse, si dovrebbe avere almeno l’obbligo della trasparenza.
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