Marco Travaglio su Fedez: “Spero che possa tornare il Federico che avevo conosciuto”
Da Silvio Berlusconi a Fedez fino agli aneddoti sulla sua carriera: Marco Travaglio si è raccontato nel podcast di Gianluca Gazzoli. Bsmt. Il direttore de Il Fatto Quotidiano, che ha rivelato di avere avuto una passione per Renato Zero e Franco Battiato, ha anche commentato l’ultimo Festival di Sanremo che non lo ha particolarmente entusiasmato: […]

Da Silvio Berlusconi a Fedez fino agli aneddoti sulla sua carriera: Marco Travaglio si è raccontato nel podcast di Gianluca Gazzoli. Bsmt. Il direttore de Il Fatto Quotidiano, che ha rivelato di avere avuto una passione per Renato Zero e Franco Battiato, ha anche commentato l’ultimo Festival di Sanremo che non lo ha particolarmente entusiasmato: “Musicalmente era di qualità media molto bassa, salvo due o tre canzoni che mi sono piaciute”. Tra queste c’è quella di Lucio Corsi “di cui confesso ignoravo l’esistenza fino a quando non ho visto la serie di Carlo Verdone che mi aveva incuriosito proprio per lui. Mi è piaciuta Giorgia. Mi è piaciucchiato Lauro. Mi è piaciuto… come si chiama il… ah, ecco, Willy Peyote. E non mi ricordo altro”.
Il giornalista, poi, racconta della prima volta che ha incontrato Silvio Berlusconi: “La sola volta in vita mia che ho visto davanti a me Silvio Berlusconi è stata nello studio di Michele Santoro nel 2013, nella famosa puntata di Anno Zero in cui lui poi pulì la sedia dove mi ero seduto io con un gesto teatrale”. Ci sono stati, poi, dei “messaggi indiretti” attraverso la compagna di allora del Cavaliere, Francesca Pascale “che chiese a una comune amica di potermi conoscere. Organizzammo un caffè a casa della mia amica e la Pascale mi portò un libro molto spesso e molto pesante, simile a quelli delle Pro loco, su Villa Gernetto, che Berlusconi aveva comprato per fare lì l’Università delle libertà. Il libro non era un granché, ma era divertente la dedica firmata da Berlusconi: ‘Da un difensore della libertà a un altro appassionato della libertà. Con un solo rammarico: non lavori per me. Ma fino a quando?'”.
Sull’ex presidente del Consiglio afferma che “è stato sicuramente un campione non solo di furbizia, ma anche di tenacia. Perché lui credeva alle cose più impensabili. Mentre tutti gli chiedevano se era matto, lui ci credeva. E alla fine si avveravano. Compreso il fatto di violare non so quanti articoli di legge, ma alla fine chiudere la sua carriera in Senato, ricevuto ancora dal presidente della Repubblica. Aveva una forza interiore e una tenacia contro tutto e contro tutti che nessun altro ha mai manifestato e che alla fine gli ha fatto sentire di avere vinto. Anche se in realtà negli ultimi anni era un vinto. Credo gli sia costato moltissimo vedere diventare presidente del Consiglio Giorgia Meloni, perché lui la considerava veramente una sua allieva di seconda fila. La disprezzava profondamente e credo che fosse anche ricambiato”.
Marco Travaglio, poi, ha parlato anche del suo rapporto con Selvaggia Lucarelli, la quale “spesso scrive di personaggi che io manco so chi siano, ma lei è una rabdomante del web e capisce in anticipo chi può diventare importante dopo. So che si occupa di un tipo di cui non parla nessuno ma di cui fra qualche mese parleranno tutti. O so che si occupa di una vicenda di cui non parla nessuno, ma di cui poi parleranno tutti”. Un esempio è stato il caso Balocco-Ferragni: “Lei fiuta e arriva prima e io vado sul sicuro. Sono felice che scriva, non so manco prima di cosa scriva, ma li pubblico lo stesso. Come con gli altri. Gran parte dei pezzi, dei commenti e delle analisi che ci sono sul Fatto io non le condivido affatto. Ma le pubblico lo stesso. Come ho fatto con Massimo Fini che ha scritto due puntate di elogio della guerra proprio quando io sostenevo il contrario”.
Il giornalista, poi, rivela di aver conosciuto Fedez diversi anni fa “grazie al mio amico J Ax… Fui invitato a un loro concerto e mi divertii nell’intervallo vederli giocare a basket nel retro palco. Era un ragazzo semplice, simpatico e anche divertente. Mi ha meravigliato la metamorfosi che ha subito Federico negli ultimi anni. Spero che ne esca, perché mi è sembrato avesse qualità. A Sanremo l’ho visto però in versione penitente. Aveva l’aria di uno che non volesse fare lo smargiasso. Ha tenuto un atteggiamento giusto. Mi è sembrato un buon segno. Spero che possa tornare il Federico che avevo conosciuto”.