L’ultimo messaggio di Papa Francesco: ‘La vecchiaia è un nuovo inizio’

Il testo inedito scritto prima della morte, un inno alla vita eterna nella prefazione ad un libro del Cardinale Angelo Scola

Apr 22, 2025 - 10:08
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L’ultimo messaggio di Papa Francesco: ‘La vecchiaia è un nuovo inizio’

La morte di Papa Francesco, avvenuta il 21 aprile 2025, ha lasciato il mondo in un profondo lutto, ma la sua voce continua a risuonare attraverso un testo inedito, scritto il 7 febbraio scorso, che sarà pubblicato come prefazione al libro del cardinale Angelo Scola, arcivescovo emerito di Milano, intitolato Nell’attesa di un nuovo inizio. Riflessioni sulla vecchiaia. Il volume, edito dalla Libreria Editrice Vaticana, arriverà nelle librerie giovedì 24 aprile, offrendo una testimonianza preziosa delle ultime riflessioni del Pontefice su un tema a lui caro: la vecchiaia come stagione della vita da vivere con gratitudine e consapevolezza, un “nuovo inizio” verso l’eternità.

Un testo che illumina il tramonto della vita

Nel testo, Papa Francesco si confronta con la vecchiaia, un tema che ha segnato il suo pontificato, specialmente negli ultimi anni, quando la sua salute fragile lo ha costretto a confrontarsi con i limiti del corpo. Con il suo stile diretto e profondamente umano, il Papa scrive: “La morte non è la fine di tutto, ma l’inizio di qualcosa. È un nuovo inizio, come evidenzia saggiamente il titolo, perché la vita eterna, che chi ama già sperimenta sulla terra dentro le occupazioni di ogni giorno, è iniziare qualcosa che non finirà”. Queste parole, cariche di speranza, riflettono la visione di Francesco sulla vita come un continuum che non si spegne con la morte, ma si trasforma in un’eternità vissuta pienamente in Dio.

Il Pontefice si sofferma sul significato della vecchiaia, un’età spesso svilita in una società dominata dalla “cultura dello scarto”, un’espressione che ha usato frequentemente per denunciare l’emarginazione dei più fragili. Commentando il libro di Scola, Francesco loda il cardinale per il coraggio di chiamare la vecchiaia con il suo nome: "Già nella scelta della parola con cui si auto-definisce, ‘vecchio’, trovo una consonanza con l’autore. Sì, non dobbiamo aver paura della vecchiaia, non dobbiamo temere di abbracciare il diventare vecchi, perché la vita è la vita ed edulcorare la realtà significa tradire la verità delle cose”. Per Francesco, dire “vecchio” non è un insulto, ma un atto di verità che restituisce dignità a un’età ricca di «esperienza, saggezza, sapienza, discernimento, ponderatezza, ascolto, lentezza».

La vecchiaia secondo Francesco: una grazia da accogliere

Il Papa si rivolge direttamente al lettore, invitandolo a ripensare la vecchiaia non come un declino, ma come un tempo fecondo. “È vero, si diventa vecchi, ma non è questo il problema: il problema è come si diventa vecchi”, scrive. La chiave, per Francesco, è vivere questa stagione con gratitudine, accogliendo i limiti fisici – “forze ridotte, la fatica del corpo che aumenta, i riflessi non più uguali a quelli della nostra giovinezza” – come un’opportunità per irradiare il bene. Citando il teologo Romano Guardini, il Papa sottolinea che la vecchiaia può essere “davvero feconda”, un tempo in cui la persona, libera dalle ansie della giovinezza, può offrire al mondo una saggezza profonda.

Questo approccio riflette l’esperienza personale di Francesco, che negli ultimi anni ha affrontato con serenità le sue fragilità, continuando a guidare la Chiesa nonostante le difficoltà fisiche. La sua testimonianza, unita a quella del cardinale Scola, diventa un invito a non cedere al risentimento, ma a vedere la vecchiaia come una «grazia» che prepara all’incontro con l’eterno.
 

Papa Francesco Milano 26 marzo 2017 - Milano, Visita pastorale di Papa Francesco
Nel testo inedito scritto prima della morte come prefazione ad un nuovo libro del Cardinale Angelo Scola (qui con lui nella foto),il Pontefice celebra la vecchiaia come un “nuovo inizio” ricco di saggezza e gratitudine

Il dialogo con Angelo Scola

Il libro di Scola, che Francesco definisce scritto con "un tocco di confidenza disarmante”, nasce dall’esperienza personale del cardinale, che descrive la vecchiaia come un’età che “mi è venuta addosso con un’accelerazione improvvisa e per molti aspetti inaspettata”. Scola, arcivescovo emerito di Milano e figura di spicco del cattolicesimo italiano, offre una riflessione teologica e umana sulla vecchiaia, esplorandone le sfide e le ricchezze. Francesco apprezza questa sincerità, riconoscendo nel testo un’eco della propria visione: la vecchiaia non è un peso, ma un dono che richiede di essere accolto con consapevolezza.

La prefazione di Francesco non è solo un omaggio al cardinale, ma anche un’occasione per ribadire un messaggio centrale del suo pontificato: la dignità di ogni fase della vita. In un mondo che idolatra la giovinezza e marginalizza gli anziani, il Papa e Scola si uniscono per restituire valore a una stagione troppo spesso misconosciuta.

Il contesto della morte di Francesco

La pubblicazione del testo avviene in un momento di grande emozione per la Chiesa e il mondo. Papa Francesco, morto a 88 anni a Casa Santa Marta dopo un ictus e un collasso cardiaco, lascia un’eredità di riforme, gesti di misericordia e un’attenzione costante agli ultimi. La sua salute, già compromessa da una bronchite e un’infezione polimicrobica a febbraio 2025, si era aggravata improvvisamente, interrompendo un pontificato che aveva trasformato il volto della Chiesa.

La salma del Papa sarà esposta nella Basilica di San Pietro a partire dal 23 aprile, e i funerali, previsti per sabato, vedranno convergere a Roma fedeli e leader mondiali. Intanto, il Vaticano si prepara al conclave, con i cardinali riuniti per organizzare la successione. In questo clima di transizione, la prefazione al libro di Scola assume un significato particolare: è uno degli ultimi messaggi di Francesco, un testamento spirituale che invita a guardare alla morte non con paura, ma con speranza.

Un’eredità spirituale

Il testo inedito di Papa Francesco non è solo una riflessione sulla vecchiaia, ma un manifesto della sua teologia della speranza. In un’epoca segnata da incertezze, il Papa ricorda che la vita eterna non è un’astrazione, ma una realtà che inizia già qui, "dentro le occupazioni di ogni giorno”. La vecchiaia, in questo senso, diventa un ponte verso l’eternità, un tempo per prepararsi a «qualcosa che mai abbiamo vissuto pienamente».

Per i lettori, il libro di Scola, arricchito dalla prefazione di Francesco, sarà un’occasione per riflettere sul senso della vita e della morte, guidati da due voci autorevoli della Chiesa contemporanea. Per i fedeli, sarà un modo per custodire l’eredità di un Papa che, fino all’ultimo, ha saputo parlare al cuore dell’umanità.