L’orgoglio di coach Tartarini per Musetti: “La nostra una storia unica al mondo, era un bambino e adesso è in top 10. La svolta? Ci lavoriamo da 1-2 anni”
La semifinale di Wimbledon, il bronzo alle Olimpiadi di Parigi, la prima finale 1000 a Montecarlo e infine la top 10, arrivata proprio alla vigilia degli Internazionali d’Italia di Roma. È il percorso degli ultimi 10 mesi di Lorenzo Musetti, uno dei protagonisti più attesi al Foro Italico. Una crescita che pare essere arrivata a […] L'articolo L’orgoglio di coach Tartarini per Musetti: “La nostra una storia unica al mondo, era un bambino e adesso è in top 10. La svolta? Ci lavoriamo da 1-2 anni” proviene da Il Fatto Quotidiano.

La semifinale di Wimbledon, il bronzo alle Olimpiadi di Parigi, la prima finale 1000 a Montecarlo e infine la top 10, arrivata proprio alla vigilia degli Internazionali d’Italia di Roma. È il percorso degli ultimi 10 mesi di Lorenzo Musetti, uno dei protagonisti più attesi al Foro Italico. Una crescita che pare essere arrivata a un punto di svolta della carriera e che ha un regista preciso, che lo accompagna da 15 anni. È il suo allenatore Simone Tartarini, intervistato da ilfattoquotidiano.it.
LE DATE – Il calendario degli Internazionali
SCHEDA – Chi sono i 23 azzurri a Roma
Simone Tartarini, lei è insieme a Lorenzo Musetti da 15 anni, che effetto le fa vederlo per la prima volta in top 10?
Un effetto pazzesco, noi siamo l’unico progetto al mondo, negli ultimi 20 anni dell’Atp, dove un bambino della scuola tennis, che ha iniziato con il suo maestro, poi è riuscito ad arrivare in top 10. Non è un arrivo, ma è un traguardo veramente importante.
Finale a Montecarlo, semifinale a Madrid e, adesso, la top 10. Sembra che sia arrivata definitivamente una mentalità diversa.
È un lavoro che parte da molto lontano e che ovviamente continuerà. Già a Miami e ad Indian Wells si erano visti questi segnali. Un lavoro che piano piano si sta consolidando e soprattutto, forse, è legato alla sua maturità e alla sua consapevolezza che si possono vincere partite anche giocando meno bene. Non è una cosa che nasce dalla mattina alla sera, ci lavoriamo da uno-due anni.
LA STORIA – L’albo d’oro degli Internazionali
Qual è stato il cambiamento più importante?
Lorenzo negli anni ha dimostrato di avere dei picchi molto alti. Anche l’anno scorso ha vinto contro Zverev, Fritz, contro dei top 10. Il suo problema era che quando non si sentiva bene in campo, andava in frustrazione e perdeva. Ora, quando le cose non funzionano, riesce a raddrizzare la situazione. E sicuramente Montecarlo ha dato una grande mano a questo processo.
Arriva Roma, aspettative?
Giocare bene ogni partita. L’importante è riuscire ad esprimere il suo tennis, questa è la cosa principale. Poi ovviamente c’è anche un avversario oltre la rete. Vediamo partita dopo partita.
TV – Dove vedere gli Internazionali (Sky e Rai)
Nonostante la top 10 e i grandi risultati, al Foro Italico le maggiori attenzioni mediatiche sono rivolte su Sinner. Può essere un aiuto avere meno pressioni?
Penso di no, è uguale. Lorenzo ormai è abituato da tanti anni a stare sotto ai riflettori. Lui avrà le sue pressioni perché vuol fare bene a Roma, per lui è come se fosse casa. Qui il pubblico è sempre molto caloroso, così come lo era a Montecarlo. Un fattore in più a vantaggio di Lorenzo e di tutti gli italiani.
Adesso l’obiettivo stagionale è Torino?
L’obiettivo c’è, perché è lì vicino. Però l’obiettivo è comunque anche quello di esprimersi più vicino possibile, ogni partita, al proprio livello. Lorenzo lavora quotidianamente per migliorarsi. Creare un rendimento più costante.
Storicamente la terra è la sua superficie di riferimento, sull’erba invece ha raggiunto la semifinale a Wimbledon. Sembra invece faticare di più sul cemento ad oggi.
È un giocatore molto tecnico, quindi penso che posso giocare bene su tutte le superfici. Anche sull’erba, dicevano che non era un giocatore per questa superficie, e poi l’anno scorso ha fatto finale al Queen’s e semifinale a Wimbledon. Sul veloce ha fatto un po’ meno risultati. È un campo dove le sue scelte tattiche devono essere più veloci.
Qual è stato fino a oggi il momento del vostro percorso che l’ha resa più orgoglioso?
L’Olimpiade. È stata l’emozione più forte perché non pensavo potesse essere così importante vincere una medaglia. Un riconoscimento incredibile, con un podio con Djokovic e Alcaraz.
Dove può arrivare Musetti? I primi 5?
Potrebbe sicuramente, nel giro di un anno e mezzo, essere nella top 5. I mezzi tecnici li ha sempre avuti e adesso sta acquisendo questa mentalità. La sua maturità sta crescendo. Sicuramente tra due anni può benissimo stare tra i primi cinque.
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