Lorenzo Musetti non si nasconde: “La mia mentalità è quella di vincere il torneo a Roma”
Lorenzo Musetti non si nasconde davanti ai microfoni nella conferenza stampa a Roma degli Internazionali d’Italia 2025. Il carrarino viene da settimane particolarmente felici, ricordando la finale a Montecarlo e la semifinale nell’ultimo Masters1000 a Madrid. Risultati che gli hanno permesso di scalare la classifica e di raggiungere la tanto agognata top-10. Da ieri, infatti, […]

Lorenzo Musetti non si nasconde davanti ai microfoni nella conferenza stampa a Roma degli Internazionali d’Italia 2025. Il carrarino viene da settimane particolarmente felici, ricordando la finale a Montecarlo e la semifinale nell’ultimo Masters1000 a Madrid. Risultati che gli hanno permesso di scalare la classifica e di raggiungere la tanto agognata top-10.
Da ieri, infatti, il n.9 del mondo corrisponde alla sua posizione. E quindi, ci sono ambizioni in vista dell’evento al Foro Italico: “Sulla terra riesco a esprimere il mio bagaglio tecnico al meglio. Ma arrivato a questo punto la mia mentalità, non solo sulla terra, è quella di vincere il torneo. Su qualunque superficie si giochi. Non è mancanza di rispetto verso gli altri, perché puoi benissimo perdere al primo turno. Dopo i risultati di Montecarlo e Madrid sono a Roma per tenere vivo il momento“, ha dichiarato.
“La top-10 era un obiettivo ma sono rimasto la stessa persona. Non è cambiato molto. Certo, sicurezza e fiducia nel mio gioco sono migliorate. Raggiungere una finale ‘1000’ tra alti e bassi (Montecarlo) e la semifinale a Madrid senza perdere un set è stato la conferma del mio livello attuale, della mia attitudine mentale. E’ differente giocare contro un top-player ed è diverso batterlo“, ha sottolineato Musetti.
Nell’analisi del suo percorso, che già l’anno scorso lo aveva visto ottenere riscontri di notevole prestigio, la semifinale a Wimbledon e la medaglia olimpica su tutto, il toscano ha definito quale sia stata la situazione in cui c’è stato il clic: “Credo di aver fatto un salto di qualità come continuità e consistenza. Dallo scorso anno ho cambiato passo: prima avevo dei picchi in alto ma anche in basso. Il ‘momento’? Dopo un inizio di 2024 d’avvero brutto ‘mi sono sporcato le mani’ e sono tornato a giocare due Challenger, Cagliari e Torino, dove pur non giocando al meglio sono arrivato in fondo anche se non ho vinto. Ho ritrovato me stesso sul campo: ho perso in cinque set al terzo turno al Roland Garros contro Djokovic, ho fatto una grande stagione sull’erba con la finale al Queen’s e la ‘semi’ a Londra, e poi di nuovo sulla terra la finale a Umago e il bronzo olimpico. Il resto della stagione non è stato eccezionale, se si esclude la semifinale a Vienna, ma se devo individuare quando qualcosa è cambiato è stato proprio un anno fa. Ho ingranato un’altra marcia ed ho acquisito molta consapevolezza“.