L’Oms si schiera contro le mutilazioni genitali femminili: le nuove linee guida per combattere queste crudeltà

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) ha diffuso un nuovo documento volto a combattere le mutilazioni genitali femminili, fenomeno che, secondo i dati del 2020, ha coinvolto circa 52 milioni di donne e ragazze vittime di pratiche eseguite da personale sanitario. Un dato allarmante, che rappresenta circa un caso su quattro di mutilazione. Nonostante i progressi...

Apr 29, 2025 - 14:49
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L’Oms si schiera contro le mutilazioni genitali femminili: le nuove linee guida per combattere queste crudeltà

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) ha diffuso un nuovo documento volto a combattere le mutilazioni genitali femminili, fenomeno che, secondo i dati del 2020, ha coinvolto circa 52 milioni di donne e ragazze vittime di pratiche eseguite da personale sanitario.

Un dato allarmante, che rappresenta circa un caso su quattro di mutilazione. Nonostante i progressi registrati in Paesi come Burkina Faso, Sierra Leone ed Etiopia, dove la pratica è diminuita fino al 50% tra le adolescenti negli ultimi trent’anni, ogni anno 4 milioni di bambine restano a rischio.

La pratica, che consiste nella rimozione o danneggiamento dei genitali femminili per ragioni non mediche, viene spesso eseguita su bambine prima della pubertà. Anche se condotta da operatori sanitari, non elimina i rischi gravi: anzi, può causare danni ancora più profondi e gravi, oltre a rischiare di legittimare la mutilazione agli occhi delle comunità.

Le nuove direttive dell’Oms

Il rapporto, intitolato The prevention of female genital mutilation and clinical management of complications, chiede interventi urgenti per frenare il fenomeno e per formare medici, infermieri e ostetriche a diventare promotori di cambiamento, anziché esecutori di pratiche dannose.

Come ha spiegato Pascale Allotey, direttrice della Salute sessuale e riproduttiva dell’Oms e del Programma HRP, la mutilazione genitale femminile è una grave violazione dei diritti delle bambine e mette in serio pericolo la loro salute. Allotey ha sottolineato il ruolo centrale che il personale sanitario deve assumere: prevenire le mutilazioni genitali femminili e garantire cure di alta qualità alle sopravvissute.

Le linee guida appena pubblicate dall’Oms raccomandano che i codici deontologici vietino categoricamente la pratica da parte di operatori sanitari. Inoltre invitano a programmi di formazione e sensibilizzazione per il personale medico, affinché possano rifiutare con decisione qualsiasi richiesta e informare le famiglie sui rischi fisici e psicologici.

Secondo Christina Pallitto, scienziata Oms e autrice principale del documento, la ricerca dimostra che gli operatori sanitari possono essere leader di opinione influenti nel cambiare l’atteggiamento verso le mutilazioni genitali femminili. Oltre all’intervento nel settore sanitario, l’Oms sottolinea la necessità di leggi efficaci, politiche di contrasto e campagne di sensibilizzazione rivolte anche a uomini e ragazzi, per modificare le radicate convinzioni culturali.

Il documento offre anche raccomandazioni cliniche per garantire cure continue ed empatiche alle sopravvissute, includendo supporto psicologico, gestione delle complicanze ostetriche e, dove necessario, chirurgia riparativa.

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Fonte: World Health Organization

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