I tuoi risparmi finanziano il cambiamento climatico? Grazie all’Autorità Bancaria Europea puoi scoprirlo

Che impatto ha davvero il cambiamento climatico sul denaro che abbiamo in banca? È una domanda che in pochi si pongono, ma che sta diventando sempre più urgente. L’Autorità Bancaria Europea (EBA) ha appena introdotto un nuovo strumento per rispondere proprio a questa domanda: un cruscotto ESG che permette di osservare, con dati alla mano,...

Apr 29, 2025 - 14:49
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I tuoi risparmi finanziano il cambiamento climatico? Grazie all’Autorità Bancaria Europea puoi scoprirlo

Che impatto ha davvero il cambiamento climatico sul denaro che abbiamo in banca? È una domanda che in pochi si pongono, ma che sta diventando sempre più urgente. L’Autorità Bancaria Europea (EBA) ha appena introdotto un nuovo strumento per rispondere proprio a questa domanda: un cruscotto ESG che permette di osservare, con dati alla mano, quanto il settore finanziario sia vulnerabile agli effetti del clima che cambia — e quanto stia facendo per cambiare rotta.

Pensato per fotografare in modo trasparente i rischi climatici nel settore bancario europeo, il cruscotto si basa su dati reali raccolti dalle banche al 31 dicembre 2023 e al 30 giugno 2024. L’obiettivo? Monitorare due aspetti fondamentali: da un lato i rischi di transizione, legati all’uscita dai combustibili fossili, e dall’altro i rischi fisici, cioè gli impatti diretti del clima estremo su famiglie, imprese e asset finanziari.

Il primo dato che salta all’occhio riguarda l’elevata esposizione delle banche europee a settori ad alta intensità di carbonio. In media, il 61% dei portafogli bancari è ancora legato a queste attività. Sebbene in calo rispetto al 64% di fine 2023, resta un valore significativo, che mostra quanto il sistema creditizio sia ancora intrecciato con l’economia fossile.

E i finanziamenti verdi? Il Green Asset Ratio (GAR), che misura la quota di prestiti e investimenti sostenibili secondo la tassonomia Ue, è ancora basso: 6% a metà 2024, in lieve aumento rispetto al 5,8% dell’anno precedente. Ma il dato è da interpretare con cautela. “Molte aziende non sono ancora in grado di comunicare quali sono le attività allineate”, segnala l’EBA, e questo incide direttamente sul risultato. Il verde potrebbe essere sottostimato.

Sul fronte dei rischi fisici — alluvioni, incendi, siccità — la situazione appare meno critica, almeno per ora. L’esposizione diretta a queste minacce resta sotto il 30% nella maggior parte dei Paesi europei. Ma anche questo dato potrebbe cambiare velocemente, con l’intensificarsi degli eventi climatici estremi.

Un elemento interessante del cruscotto è che non si limita a un solo standard. Tiene conto sia della Tassonomia Ue che delle definizioni di finanza sostenibile utilizzate internamente dalle banche. Questo approccio consente una visione più completa, anche se meno uniforme, degli sforzi di transizione ecologica.

L’iniziativa dell’EBA rappresenta un passo in avanti verso una maggiore trasparenza. Il cruscotto verrà aggiornato regolarmente e le banche saranno incoraggiate a fornire dati sempre più dettagliati. In questo modo, sarà possibile non solo misurare i rischi, ma anche valutare la coerenza delle strategie di sostenibilità dichiarate.

Per i cittadini, significa avere più strumenti per capire dove finiscono i propri risparmi. Per le banche, invece, è un invito a prendere sul serio la sfida climatica — non più solo come un rischio da gestire, ma come una direzione strategica da perseguire.

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