L’eterna telenovela delle concessioni balneari

È come avventurarsi nelle sabbie mobili. La vicenda delle concessioni balneari è infatti ancora ben lungi dall’essere al suo epilogo. La cronistoria di questa ennesima telenovela made in Italy ha un preciso punto di partenza: la sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione europea con la quale si è sancito che le concessioni demaniali marittime devono essere assegnate tramite gara pubblica. In Italia, nel novembre 2021, il Consiglio di Stato aveva stabilito che tutte le concessioni balneari dovessero cessare il 31 dicembre 2023. Continue reading L’eterna telenovela delle concessioni balneari at L'Agenzia di Viaggi Magazine.

Mag 13, 2025 - 08:41
 0
L’eterna telenovela delle concessioni balneari
L’eterna telenovela delle concessioni balneari

È come avventurarsi nelle sabbie mobili. La vicenda delle concessioni balneari è infatti ancora ben lungi dall’essere al suo epilogo. La cronistoria di questa ennesima telenovela made in Italy ha un preciso punto di partenza: la sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione europea con la quale si è sancito che le concessioni demaniali marittime devono essere assegnate tramite gara pubblica. In Italia, nel novembre 2021, il Consiglio di Stato aveva stabilito che tutte le concessioni balneari dovessero cessare il 31 dicembre 2023.

A sua volta il governo, sebbene in contrasto con il diritto comunitario, ha inserito nel decreto Milleproroghe 2023 lo slittamento al 31 dicembre 2024. Si è poi provveduto a emanare un altro decreto, detto Salva-Infrazioni, predisposto per avviare una volta per tutte l’allineamento della legislazione nazionale a quella europea, ovvero alla direttiva Bolkestein.

NODO “EQUA REMUNERAZIONE”

In questo decreto si è stabilito che le concessioni demaniali marittime, lacuali e fluviali per finalità turistico-ricreative sono prorogate fino al 30 settembre 2027 e i Comuni devono avviare le procedure di gara per l’assegnazione delle nuove concessioni entro il 30 giugno 2027. Le nuove concessioni avranno una durata variabile tra i cinque e i 20 anni, per consentire ai concessionari di ammortizzare gli investimenti effettuati. I

l decreto prevede inoltre un sistema di indennizzo a carico dei nuovi concessionari, che dovranno riconoscere ai titolari uscenti un corrispettivo economico pari al valore dei beni ammortizzabili non ancora ammortizzati e all’equa remunerazione degli investimenti effettuati negli ultimi cinque anni. Modalità inserite nell’apposito decreto attuativo del ministero delle Infrastrutture e Trasporti che è stato depositato al Mef a fine marzo.

COMUNI IN ORDINE SPARSO

Nel frattempo, i vari Comuni italiani hanno cominciato ad agire in ordine sparso e senza un criterio univoco di riferimento: le amministrazioni comunali di località balneari importanti come Jesolo, Lignano e Ostia hanno avviato i bandi di gara pur in assenza di un parametro di riferimento per il delicatissimo tema degli indennizzi.

A Ostia, sul litorale laziale, si è addirittura provveduto ad attuare un escamotage, ovvero la validità della concessione a un solo anno, in attesa di conoscere l’orientamento del legislatore nazionale. In questo caotico contesto si innesta la nuova posizione della giurisprudenza amministrativa che, fino a qualche mese fa, tendeva a ritenere prevalente l’interesse alla continuità della gestione da parte dei concessionari uscenti e ora, invece, attribuisce centralità all’interesse pubblico alla conclusione delle gare, per ristabilire legalità, trasparenza e concorrenza nell’assegnazione delle risorse demaniali marittime, intimando ai Comuni l’avvio dei bandi di gara.

Ma in realtà la parola fine dovrebbe essere posta da quel decreto Indennizzi del Mit presieduto dal vice premier Matteo Salvini, effettivamente depositato al Mef a fine marzo, di cui però – a distanza di un mese – nessuno, tantomeno le sigla di rappresentanza di categoria, conosce i contenuti.

Eppure, è proprio sul quid del decreto attuativo che si concentrano le speranze e si giocano anche i destini di molti balneari: il meccanismo, ma soprattutto la proporzionalità degli importi calcolati è infatti il passaggio-chiave per definire i criteri per il calcolo degli indennizzi da riconoscere ai gestori uscenti, che saranno a carico dei subentranti, in vista delle gare per le concessioni che dovranno essere indette dai Comuni.

E INTANTO È GIÀ ESTATE

Il vero intoppo è dunque nel passaggio della normativa dove si stabilisce che “Gli indennizzi agli investimenti vanno calcolati sull’ultimo quinquennio non ancora ammortizzati” perché, nello specifico, le categorie hanno più volte chiesto il riconoscimento del valore aziendale, non vincolato agli ultimi cinque anni. Lo stesso ministro Salvini, intervenendo agli Stati Generali dei Balneari di marzo scorso, aveva garantito l’impegno ad arrivare a una “equa remunerazione” legandola al valore complessivo dell’impresa, ma aveva anche ricordato le forti resistenze della Commissione Ue, che ha più volte ribadito di contestare questa impostazione tutta italiana.

La domanda che gli imprenditori balneari e gli stessi operatori turistici si stanno ponendo in questi giorni è come comportarsi in una stagione estiva che di fatto, lungo le coste italiane, è già partita.