L’economia americana barcolla? No

I fondamentali dell'economia americana sono solidi: gli hard data sono stabili e i tassi d'interesse possono scendere ulteriormente. Il commento di Steven Bell, Chief Economist EMEA di Columbia Threadneedle Investments.

Mar 23, 2025 - 09:46
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L’economia americana barcolla? No

I fondamentali dell’economia americana sono solidi: gli hard data sono stabili e i tassi d’interesse possono scendere ulteriormente. Il commento di Steven Bell, Chief Economist EMEA di Columbia Threadneedle Investments

Quando Donald Trump è diventato Presidente lo scorso novembre, tra gli analisti c’era un ampio consenso sul probabile impatto che avrebbe esercitato su economie e mercati con il suo programma. L’economia ed il mercato azionario statunitense avrebbero beneficiato da politiche di riduzione delle tasse e deregolamentazione, mentre i dazi avrebbero influito negativamente sui grandi esportatori, come ad esempio l’Europa e la Cina. Con la stagnazione dell’economia europea c’era un chiaro rischio di recessione e anche la Cina stava attraversando un periodo di difficoltà; di conseguenza, le azioni e l’economia statunitensi erano destinate a sovraperformare.

Tuttavia, quest’anno abbiamo assistito all’esatto contrario. Le azioni statunitensi sono scese e i principali indici sono in territorio di correzione. Al contrario, i titoli azionari cinesi ed europei hanno registrato performance positive. Le previsioni di crescita economica e di utili societari sono state ridotte negli Stati Uniti, mentre sono cresciute in Europa e in Cina. La Germania in particolare sta pianificando un drastico cambiamento della politica fiscale che, se attuato, ciò aumenterebbe la crescita nel medio termine. I cambiamenti radicali nella politica statunitense stanno invece generando grande incertezza a livello nazionale e la nuova amministrazione ha chiarito di essere disposta a tollerare una temporanea debolezza dell’economia e dei mercati per perseguire i propri obiettivi a lungo termine.

L’era dell’eccezionalismo statunitense è quindi giunta al termine? Effettivamente, gli investitori hanno investito molto negli Stati Uniti e il divario di valutazione con gli altri mercati è diventato eccessivo. Nel quarto trimestre del 2024, l’Europa ha generato utili ben al di sopra delle aspettative e le prospettive economiche della Germania sono notevolmente migliorate. La politica cinese è diventata progressivamente più favorevole al mercato. Per queste ragioni, i nostri analisti sottopesano le azioni statunitensi e hanno investito in alcune società cinesi, non per una semplice questione di asset allocation, ma perché hanno trovato società interessanti a prezzi ragionevoli al di fuori degli Stati Uniti.

È innegabile che sono in atto grandi cambiamenti di lungo termine. Le turbolenze tariffarie rappresentano un deterrente per il commercio e gli investimenti. L’Europa sembra stia muovendo i primi passi per diventare più autosufficiente in materia di difesa, mentre il vecchio ordine continua ad essere sottoposto a sconvolgimenti.

Nonostante tutto, i fondamentali degli Stati Uniti rimangono solidi, anche se i recenti dati economici sono stati deludenti, soprattutto quelli derivanti dai sondaggi. Gli hard data, inclusi quelli sull’occupazione, continuano ad essere positivi, l’inflazione è sotto controllo e i tassi di interesse scenderanno ulteriormente. Il mercato statunitense offre ancora aziende in grado di battere il resto del mondo e che ora sono disponibili a prezzi più accessibili. Per questo, continuiamo a ritenere che il mercato statunitense rimane interessante.