Lavoro, più di 7 italiani su 10 hanno pensato di lasciare dopo un solo giorno
Il 71% dei dipendenti in Italia ha pensato di lasciare il proprio nuovo impiego dopo un solo giorno. Un dato allarmante se paragonato al 46% a livello europeo. Lo rivela l’ultima ricerca di Michael Page, secondo cui un processo di onboarding mal gestito può compromettere l’esperienza dei neoassunti, influenzando negativamente la loro decisione di rimanere […] L'articolo Lavoro, più di 7 italiani su 10 hanno pensato di lasciare dopo un solo giorno proviene da Economy Magazine.

Il 71% dei dipendenti in Italia ha pensato di lasciare il proprio nuovo impiego dopo un solo giorno. Un dato allarmante se paragonato al 46% a livello europeo. Lo rivela l’ultima ricerca di Michael Page, secondo cui un processo di onboarding mal gestito può compromettere l’esperienza dei neoassunti, influenzando negativamente la loro decisione di rimanere in azienda.
L’analisi di PageGroup sul lavoro in Italia
“Il processo di onboarding – precisa Francesca Caricchia, senior executive director di PageGroup – è fondamentale per l’integrazione di ogni nuovo assunto. Tuttavia, sebbene molte aziende ne riconoscano l’importanza, l’esecuzione spesso non è all’altezza delle aspettative. I dati del nostro sondaggio lo confermano: solo il 26% dei dipendenti si è sentito pienamente supportato durante l’onboarding, un dato che a livello europeo raggiunge il 42%. Un onboarding ben gestito è una grande opportunità per la fidelizzazione dei talenti e per aumentare la produttività, accelerando l’integrazione del nuovo collaboratore. Al contrario, un processo carente genera costi di recruiting più elevati e impatti negativi sulla performance della persona e del team”.
Pesa un cattivo processo di selezione
Il sondaggio ha evidenziato le principali problematiche durante la fase di onboarding: il 43% dei partecipanti ha dichiarato di non aver ricevuto alcuna comunicazione su come si sarebbe svolto il primo giorno di lavoro, mentre il 79% non ha partecipato a nessun evento di benvenuto. Inoltre, il 22% ha ammesso di non aver ricevuto supporto adeguato durante il periodo iniziale. Questi dati evidenziano come una gestione poco accurata delle fasi iniziali possa ridurre la fiducia e compromettere il successo di un inserimento lavorativo.
Lavoro, cosa si aspetta il neo assunto
Un percorso di onboarding efficace non si limita al primo giorno, ma include l’intero processo dall’accettazione dell’offerta all’ingresso effettivo in azienda. Questo periodo è fondamentale per consolidare la fiducia dei neoassunti e può contribuire a una maggiore retention dei talenti. Le aspettative dei nuovi assunti sono chiare: il 79% degli intervistati ritiene essenziale ricevere informazioni pratiche, mentre il 43% chiede un programma di onboarding chiaro e strutturato. Il 46% desidera incontrare il proprio futuro manager prima di iniziare, mentre il 32% apprezzerebbe una visita esplorativa in azienda prima dell’inizio della collaborazione.
Rafforzare la fase di onboarding
Se un nuovo assunto su tre non consiglierebbe la propria azienda ad altri, è evidente che il processo di onboarding deve essere rafforzato. Le settimane e i mesi successivi al primo giorno determinano se l’entusiasmo iniziale si trasformerà in un impegno duraturo o in un’uscita anticipata. E in questo secondo caso, i costi per l’azienda rischiano di diventare molto alti: non dimentichiamo, infatti, che nei primi mesi l’azienda e i manager investono molto (sia in termini economici, sia di tempo) nella formazione del nuovo assunto. Se dovesse capitare che la persona dia le dimissioni in questa fase di assestamento e conoscenza, sarebbe un notevole spreco di risorse.
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