L’arcivescovo Paglia: "Rischio condizionamenti. Ma il Conclave sa difendersi"
Il presidente della Pontificia accademia per la vita e il peso di Trump e Musk "Oggi i social contano. I cardinali? Loro sono fedeli a Gesù, non a Cesare".

Donald Trump ed Elon Musk possono condizionare l’andamento delle congregazioni generali e del Conclave?
"Certo oggi il tema dei condizionamenti assume una nuova dimensione, soprattutto pensando alle tecnologie e alla potenza dei social media – non nasconde le sue preoccupazioni l’arcivescovo Vincenzo Paglia, 80 anni, presidente della Pontificia accademia per la vita e gran cancelliere del Pontificio istituto Giovanni Paolo II, tra le figure più influenti dentro le mura leonine –. Per questo la tecnologia stessa ha predisposto delle misure per ripararsi da ogni interferenza e so che in Vaticano si lavora per assicurare tranquillità e serenità ai cardinali".
Potrebbero esserci condizionamenti americani anche attraverso dei cardinali?
"Sono fermamente convinto che noi tutti siamo fedeli alla Chiesa e al Vangelo di Gesù Cristo, non a Cesare".
“Morto un Papa se ne fa un altro“, diceva anche lo stesso Bergoglio. Ma sarà facile trovargli un successore?
"Lasciamo i cardinali al loro lavoro ora e durante il Conclave. Del resto se guardiamo ai Papi, da Pio XII ad oggi, vediamo una linea di continuità nell’approfondire la lettura del Vangelo e la sua applicazione alla realtà dei tempi che cambiano. Diceva con saggezza Giovanni XXIII ai critici per le sue aperture pastorali: “Non è il Vangelo che cambia, siamo noi che lo capiamo meglio”. E Paolo VI, da parte sua, per esortare all’evangelizzazione, affermava: “Dobbiamo comunicare il Vangelo di sempre, con le parole dell’uomo del XX secolo perché possa comprenderlo”. Insomma, dal Concilio in avanti, i Papi che si sono succeduti hanno cercato di leggere i segni dei tempi in cui hanno vissuto e trovare una loro via di testimonianza e di insegnamento per tutta la Chiesa".
Quali sono le sue speranze, Eccellenza, per il dopo Francesco?
"Abbiamo davanti sfide epocali. La pace, prima di tutto. E poi una migliore giustizia sociale, pensando soprattutto a temi drammatici come la diffusione della fame, le sfide climatiche, le tecnologie e la sanità pubblica. Non ho parlato di Chiesa...
Infatti, come mai?
"Perché la Chiesa è profondamente impastata nel cammino dell’umanità. Questo vuol dire ‘Sinodo’: camminare insieme".
E che certezza ha?
"Quella che la Chiesa continuerà a camminare con l’umanità".
In tre parole chiave come ricapitolerebbe il magistero di papa Bergoglio?
"Sinodo, fraternità universale ed ecologia integrale. Uno slogan per tutto: abbiamo bisogno di un umanesimo planetario ove gli uomini si riaffratellino tra loro ed anche con il creato".
Francesco è stato il Papa della misericordia, eppure sull’aborto e i medici abortisti è stato durissimo. Come mai?
"Sono due aspetti diversi. Come diceva sempre Giovanni XXIII, la Chiesa indica chiaramente l’errore, ma ha misericordia per chi sbaglia perché può redimersi. Il perdono è parte integrante della giustizia. Le parole dure di un Papa su un tema come l’aborto sono allo stesso tempo una richiesta di pentimento per il male che si è compiuto. E per chi comprende l’errore, la misericordia c’è e ci sarà sempre".
Bergoglio esagerava, allorquando lamentava vi fossero “Cardinali che mi vogliono morto“?
"Ogni Papa vive momenti più o meno difficili, fa parte del ’mestiere’. Molte volte quando lo incontravo e gli chiedevo: “Santità, come va?“. Mi rispondeva sorridendo: “Ancora vivo!“. Era un suo modo per sdrammatizzare ed entrare in empatia con l’interlocutore. E non dimentichiamo che anche Gesù ha avuto oppositori, ben più forti e agguerriti di quelli di Francesco".
Gli avversari del Papa cercheranno la loro rivincita in Conclave?
"Non credo in avversari e in rivincite, ma nella continuità della Chiesa. Quando saremo più distanti da Francesco, in termini storici comprenderemo meglio la continuità dei Papi del dopo-Concilio".
Al Conclave saranno rappresentante oltre 70 nazioni: non è piú il tempo per un Papa europeo o italiano?
"Il papato è da sempre un’istituzione universale. Non ragionerei in termini continentali o nazionali".
C’è chi dice che il cardinale Matteo Zuppi, come lei espressione di un movimento, Sant’Egidio, per questo sia giá fuori dai giochi per il Conclave. Che ne pensa?
"Saranno i cardinali a fare il loro lavoro".
Giovanni Panettiere